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Il futuro incerto

di Paolo De Gregorio - 03/04/2007

 


Sento che si è scavato un abisso profondo, culturale e politico, tra le persone raziocinanti, che tengono in serissimo conto le valutazioni dei 2.500 scienziati incaricati dall’ONU per fare il punto sulla salute del nostro ecosistema, e coloro che fingono di non capire o rimuovono il problema, oppure mostrano indifferenza o scetticismo,o peggio pensano che quando i fenomeni devastanti si presenteranno ci sarà il tempo per affrontarli.
Tutto il modello di sviluppo contemporaneo, guidato dal grande capitale industriale e finanziario (Cina e Russia comprese), responsabile assoluto del consumismo, della globalizzazione e del collasso prossimo venturo del clima del pianeta, deve essere messo in discussione e additato come distruttivo, avido, miope, criminale, senza etica e senza futuro.
Il fatto drammatico è che la politica, espropriata del potere dalla ondata neo-liberista successiva alla caduta del muro di Berlino, non possiede né cultura, né capacità, né volontà, per decidere un nuovo corso economico, industriale, energetico, demografico, agricolo che corregga in senso sostenibile una economia distruttiva governata dagli interessi di pochi, totalmente irresponsabile verso il delicato equilibrio della biosfera.
Ciò è ampiamente dimostrato dalla completa assenza di provvedimenti, che solo la politica ha il potere di prendere, a fronte della estrema urgenza di avere decreti che riducano drasticamente le emissioni nocive in atmosfera, cominciando dagli sprechi, da attività superflue, che diano un segnale che occorre cambiare mentalità perché dovremo presto fronteggiare situazioni non facili.
Quando sento parlare di “decrescita felice” francamente rabbrividisco, perché la decrescita è necessaria, ma la contrazione dei consumi della portata da far invertire la rotta sarà drammatica per la disoccupazione e la recessione che provocherà, soprattutto in un paese come il nostro che è fortemente legato al superfluo come moda, Ferrari, turismo.
Fino a ora si parlava di pessimismo e di catastrofismo, ma noto che il clima è cambiato e la questione ambientale è ineludibile, le responsabilità chiare. C’è solo da prendere decisioni che fermino il liberismo sfrenato, e quindi che una parte dell’economia sia guidata dalla politica e dagli interessi generali, e non più dalla sola logica del profitto e della eterna espansione.
E’ imperativo ridurre la quantità di Co2 e di calore che mandiamo in atmosfera, e sarebbe saggio cominciare immediatamente, iniziando da quelle cose non essenziali, per arrivare poi, nel medio termine, ad una ristrutturazione dell’energia da fonti rinnovabili e sostenibili.
Ecco alcuni interventi che mi vengono in mente:
-mettere fuori legge le lampadine ad incandescenza (come ha fatto l’ Australia),
-abolire libri scolastici, elenchi telefonici, archivi cartacei, da sostituire con l’elettronica e con Internet dove è già pubblicato e facilmente rintracciabile qualunque testo o informazione,
-anche l’enorme massa cartacea sprecata per quotidiani e settimanali e i consumi di benzina per distribuirli potrebbe essere risparmiata se sono disponibili sul Web,
-i milioni di contenitori del latte, che ogni giorno vengono buttati nella spazzatura potrebbero essere sostituiti da robuste bottiglie di vetro da restituire e riutilizzare, e lo stesso per le acque minerali e le bibite,
-fermare la Formula Uno che rappresenta una propaganda ignobile e irresponsabile della velocità e degli sprechi,
-tassare esageratamente tutte le autovetture con cilindrata superiore a 1300,
- consentire l’ingresso nei centri storici solo a vetture con cilindrata non superiore a 1300
-fermare le esibizioni delle Frecce Tricolori.
La questione dell’acqua sarà presto in emergenza ed è necessaria da subito una nuova regolamentazione sugli usi:
-visto che la nostra rete idrica perde per strada più del 50% dell’acqua, fino a quando sarà riparata, sarebbe giusto erogare l’acqua, in tutta Italia, solo per 12 ore, in fasce orarie stabilite, risparmiando da subito 12 ore di dispersione,
-oltre un certo consumo quotidiano pro-capite di necessità, l’acqua deve costare moltissimo per scoraggiare sprechi e utilizzazioni improprie per giardini e divertimenti,
-in agricoltura bisogna cambiare colture idroesigenti con colture adatte al clima mediterraneo.
Questo è solo un piccolo elenco delle cose possibili da fare, ma senza un movimento capace di cambiare la cultura dominante dello spreco e della indifferenza tutto resterà lettera morta.