Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Darwin, il genio che inventò il razzismo

Darwin, il genio che inventò il razzismo

di Annalisa Terranova - 04/04/2007

Fonte: iniziativemeridionali


 
 
IL GIORNO DOPO LE CELEBRAZIONI DEL “DARWIN DAY” È UTILE RICORDARE CHE LO SCIENZIATO ISPIRÒ ANCHE L’EUGENETICA

 

Con il Darwin Day del 12 febbraio si sono svolte in pompa magna le celebrazioni del pensiero del padre dell’evoluzionismo, che hanno coinvolto scolaresche e docenti, ma l’occasione ha risvegliato anche le polemiche di chi contesta i fondamenti scientifici del darwinismo, definendole come mitologia scientista che ha improntato di sè l’Ottocento. Ieri sul Foglio Giuseppe Sermonti ricordava i miti di una teoria che di scientifico ha poco o nulla pur essendo trattata, nelle scienze naturali, alla stregua di un “incipit canonico”. Scrive Sermonti che le asserzioni centrali del darwinismo hanno improntato il secolo. “Quella del puro caso all’origine dell’evoluzione, quella del progressivo e graduale trasformarsi della specie, quella dell’uomo che discende dalle scimmie non hanno alcun fondamento fattuale. Da tempo esse hanno abbandonato la pubblicistica scientifica, ma ancora imperano nei testi scolastici medi, nella divulgazione metropolitana, nella pubblicità commerciale e nella filosofia dei nostri tempi”. Al di là della confutazione su base scientifica, però, il darwinismo ha anche indubbie ricadute filosofiche, tra cui quella di guardare alle relazioni umane sulla base del paradigma della competizione. L’esaltazione della lotta per la sopravvivenza, insomma, sarebbe base giustificativa del cosiddetto “darwinismo sociale” con il suo carico di cinismo esistenziale.

Lo notava già Albert Einstein quando scriveva che “la teoria di Darwin sulla lotta per l’esistenza e sulla selezione ad essa connessa è stata da molti assunta come una autorizzazione a incoraggiare lo spirito di competizione. Alcuni hanno anche tentato in questo modo di provare in maniera pseudo-scientifica la necessità di una lotta economica distruttiva nelle competizioni tra individui... Il mondo attuale assomiglia più a un campo di battaglia che ad un’orchestra. Dovunque nella vita economica come in quella politica il principio guida è quello della battaglia spietata per il successo a danno dei propri simili”.

Il pensiero di Darwin viene avversato inoltre dai creazionisti (che difendono il racconto biblico della creazione) che gli imputano una degenerazione culturale in favore delle teorie razziste, proprio ieri il Corriere dava conto di una di queste polemiche a proposito del Museo Nazionale Darwin di Mosca, dove gli studenti possono ammirare una ricostruzione dello studio di Darwin a bordo del “Bearle”, la nave con cui lo scienziato salpò per le sue ricerche. Ebbene i creazionisti vogliono spazio anche per le loro teorie e contestano al teorico della selezione della specie di avere ispirato i moderni razzismi. Adolfo Morganti, presidente di “Identità europea” e animatore della casa editrice “Il Cerchio”, ha affrontato il problema nel volume scritto per le scuole medie superiori intitolato Il razzismo. Storia di una malattia della cultura europea, uscito nel 2005 per la Collana Altrotesto. “E’ inevitabile –afferma Morganti- ricollegare il razzismo al darwinismo. Il razzismo nasce infatti dall’idea che l’uomo si definisce a partire dalla sua eredità genetica e si riduca a processo evolutivo biologico. Questo è possibile se si collega la visione materialistica a quella evoluzionista. Non a caso il razzismo scientifico nasce in Inghilterra grazie a collaboratori di Darwin come sir Francis Galton, inventore dell’eugenetica.

Il razzismo poi, dagli ambienti inglesi, passa a quelli tedeschi nel corso del Novecento. Basta leggere le ricerche di George Mosse sul razzismo per avere ben chiaro il nesso strettissimo tra l’utilizzo politico dell’idea dell’uomo ridotto ai suoi geni e le grandi tragedie del Novecento europeo”. Infine, a Darwin non dobbiamo solo la perdita dell’idea dell’essere umano come centrale nel cosmo in quanto dotato di un’anima spirituale, ma anche una visione del mondo utilitarista che si concilia con l’immagine della sopravvivenza del più adatto. Darwin considera tutte le manifestazioni della vita dal punto di vista della loro efficacia nel favorire la conservazione dell’organismo. Una concezione cui Giuseppe Sermonti e Roberto Fondi, nel loro libro Dopo Darwin (Rusconi, 1980) opponevano invece l’idea della “bellezza senza scopo, dell’armonia senza profitto. “Le forme, i colori, i profumi che rendono vaga e bella e armoniosa la natura vivente – scrivevano i due autori – spesso non sono di alcuna utilità dimostrabile alla specie, non perseguono alcuna finalità palese né risposta, presente né passata. I colori dei petali dei fori e delle ali delle farfalle sono come colori di pietre preziose e i loro disegni come screziature di marmi. Così come il rubino non ha alcun vantaggio a essere rosso, né lo smeraldo ad essere verde, così come molti dei colori viventi non sono altro che modi di essere delle creature terrestri, risulto di formule chimiche e di giochi di luce. Sappiamo che nei corpi cristallini forme, dimensioni, riflessi, giaciture sono costanti specifiche senza che abbiano uno scopo. La grazia di un cristallo di neve non serve a nulla, né si giova la rosa del deserto dei suoi petali di pietra. Evitiamo allora di presentarci alle soglie di ogni essere vivente con la pretesa del fisco: “Se vivi, hai un profitto. Se possiedi qualcosa, ne hai un vantaggio”.

 

 


POSTILLA REDAZIONALE: LE CRITICHE SCIENTIFICHE AL DARWINISMO NON HANNO NULLA A CHE SPARTIRE CON IL "CREAZIONISMO" STATUNITENSE CHE E' SOLTANTO FRUTTO DELL'ESEGESI LETTERALISTA DEL PROTESTANTESIMO FONDAMENTALISTA AMERICANO (QUELLO CHE PRETENDE DI LEGGERE IL GENESI ALLA LETTERA COME SE LA CREAZIONE FOSSE STATA FATTA DAVVERO IN SOLI SEI GIORNI). LE CRITICHE SCIENTIFICHE AL DARWINISMO, COME QUELLA DEL DISEGNO INTELLIGENTE O QUELLA DELL'EVOLUZIONE SENZA SELEZIONE O QUELLE DEI SCIENZIATI CITATI NELL'ARTICOLO COME SERMONTI E FONDI, SI BASANO SUI DATI PIU' AGGIORNATI DI VARIE DISCIPLINE, DALLA PALEONTOLOGIA ALLA GENETICA, DALL'ASTRONOMIA ALLA FISICA QUANTISTICA.