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«Missione di pace» da proteggere con i carri armati

di Domenico Cirillo - 04/04/2007

 
Veicoli corazzati da combattimento Dardo e elicotteri d'attacco Mangusta, si definisce la lista dei mezzi in partenza per l'Afghanistan. Il Consiglio supremo della difesa ricorda che tutto il parlamento ha votato per la protezione dei nostri militari. Che cresceranno di numero

Un impegno è un impegno. Ieri al Quirinale si è riunito il Consiglio supremo della difesa, organo consultivo per il capo dello stato convocato raramente dove il governo formalmente riferisce al presidente della Repubblica sui problemi della difesa. L'occasione è servita per dare tutta la solennità del caso alla decisione di rafforzare il contingente militare italiano in Afghanistan. Decisione caldeggiata dai militari, ma decisione politica. Il rispetto di un impegno preso da tutto il parlamento: nel comunicato diffuso al termine della riunione al Quirinale si chiarisce bene che l'invio di altri mezzi e altri uomini a Kabul e soprattutto ad Herat non è altro che l'«attuazione dell'impegno assunto in parlamento per il rafforzamento delle misure di protezione del contingente italiano». Protezione che verrà garantita con i mezzi d'attacco: pronti a partire sarebbero gli elicotteri da guerra Mangusta e i carri armati Dardo.

Non è una decisione ancora ufficiale, perché la trafila illustrata dal ministro degli esteri in senato la settimana scorsa prevede che il governo informi il parlamento. D'Alema aveva spiegato che era allo studio una relazione dello stato maggiore difesa sulle reali necessità dei soldati italiani in Afghanistan, preavvertendo che comunque il governo era orientato ad accogliere le richieste dopo aver informato le camere. Ieri quel documento degli stati maggiori - consegnato al governo - è stato al centro della riunione del Consiglio supremo di difesa, presente il capo di stato maggiore Giampaolo Di Paola, Romano Prodi con D'Alema, il ministro della difesa Arturo Parisi e i principali ministri dell'esecutivo. Tutti d'accordo sul fatto che per il nostro contingente in Afghanistan la situazione sia sempre più a rischio. Dunque la scelta di mandare più mezzi e più uomini: un ordine del giorno approvato da tutti i partiti in senato - 311 favorevoli, 3 contrari - è servito da appiglio formale. In forza di quell'odg Calderoli il governo si è impegnato infatti a «promuovere tutte le iniziative finalizzate a garantire la sicurezza» del nostro contingente. E un altro odg - passato con il voto perlopiù contrario delle sinistre - prevedeva già in maniera esplicita l'invio in Afghanistan di «attrezzature adeguate, mezzi militari e terrestri in modo da consentire la prosecuzione» della missione. A questi documenti parlamentari il Consiglio supremo si è riferito ieri, in maniera quasi letterale vista la delicatezza della questione, parlando della «previsione di un possibile non breve periodo di permanenza» in Afghanistan pur - precisazione dovuta - «nella conferma del carattere della missione».
Missione di pace, com'è noto, a guida Nato ma ufficialmente di sostegno al legittimo governo afghano. I mezzi che sarebbero stati individuati però hanno poco di pacifico: i Vcc-80 (veicolo corazzato da combattimento) Dardo sono carri armati adatti anche a trasportare sei fucilieri (sono in dotazione dei bersaglieri della brigata Garibaldi). E gli elicotteri A-129 Mangusta sono - parola di un esperto di cose militari come l'ex presidente della Repubblica Cossiga - «potenti elicotteri di attacco a terra perfettamente adatti per combattere la guerriglia e per portare attraverso missili anche offesa alle grotte in cui sono soliti nascondersi i talebani».

Vero è che già nel decreto di rifinanziamento della missione approvato dall'Unione ci sia spazio per almeno altri tre «aeromobili», essendone previsti e finanziati nove. Il decreto non è così trasparente da indicare anche quali sono questi mezzi aerei, è però facile ricostruire che 3 elicotteri AB-212 della marina sono già a Kabul con la task force Pantera, due Predator senza pilota sono in partenza, un Hercules C-130 da trasporto è annunciato, dunque i Mangusta già finanziati potrebbero essere i tre «aeromobili» mancanti. Ma un altra coppia di elicotteri potrebbe essere aggiunta con un nuovo decreto, necessario per coprire l'invio degli equipaggi oltre che dei fanti associati ai Dardo. Si tratterebbe di una prima volta: i Mangusta infatti sono in dotazione alla brigata aeromobile Friuli dell'esercito che non è mai stata impegnata in Afghanistan. Tutto questo sforzo comporterà una correzione al bilancio della difesa: il Consiglio supremo ha deciso di dedicare all'argomento la prossima riunione, il 2 luglio.