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Castro accusa gli Usa di genocidio

di redazionale - 04/04/2007

 
Il leader cubano pubblica il secondo articolo in meno di una settimana e si scaglia contro le politiche energetiche americane
 
Fidel Castro (Ap)
Fidel Castro (Ap)
Ancora un duro attacco. Stavolta l'accusa è di «genocidio». Il presidente cubano Fidel Castro ha scritto un altro articolo - il secondo in meno di una settimana - con il quale torna a criticare l'amministrazione americana per le sue politiche energetiche.
ANTICIPAZIONE - La presa di posizione di Castro è stata diffusa anticipatamente dal centro stampa internazionale istituito presso il ministero degli Esteri di Cuba. L'integrale dovrebbe essere pubblicato da 'Granma', l'organo ufficiale del Partito Comunista, come il precedente firmato dall'ottantenne paziente e apparso il 29 marzo scorso. Nel nuovo editoriale, Fidel - che non appare in pubblico dall'operazione dello scorso luglio all'intestino - critica ancora il ricorso all'etanolo e attacca una volta di più la politica degli Stati Uniti. Il leader cubano prevede lo scoppio di «una nuova guerra per garantirsi le forniture di gas e di petrolio, che spingerà la specie umana sull'orlo dell'olocausto finale».

CRITICHE - Riferendosi all'incontro di sabato scorso a Camp David (Usa) tra il presidente americano George W. Bush e il collega brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, che ha riguardato in particolare la cooperazione per la produzione di bioetanolo, Castro sostiene che «nessuno ha risposto alla domanda fondamentale». Vale a dire «dove e chi fornirà i più di 500 milioni di tonnellate di mais e di altri cereali di cui gli Stati Europa, l'Europa e gli altri Paesi ricchi hanno bisogno per produrre» l'etanolo richiesto. «Bush a Camp David ha dichiarato la sua intenzione di applicare questa formula (la produzione di etanolo, ndr) a livello mondiale, il che significa nient'altro che l'internazionalizzazione del genocidio», scrive il leader cubano.

«RISCHIO DI CARESTIE» - In via di ristabilimento, Castro si è manifestato giovedì scorso con un primo, lungo articolo su 'Granma' in cui invitava il Terzo mondo a resistere allo sviluppo, da parte dei Paesi ricchi - Stati Uniti in testa - dei biocarburanti, che rischiano a suo avviso di provocare carestie riducendo le terre coltivabili e convertendo la produzione agricola a fini energetici. «L'idea sinistra di convertire gli alimenti in carburanti», sostiene Castro, rischia di ridurre alla fame oltre tre miliardi di esseri umani.

IRAN - «Non ho intenzione di offendere il Brasile, né di interferire negli affari interni di questo grande Paese», avverte Castro rivolto al suo amico Lula, ricordando di aver denunciato proprio a Rio de Janeiro 15 anni fa «i pericoli ambientali che mettono a repentaglio l'esistenza della nostra specie». Nel lungo articolo, Castro afferma d'altra parte, citando la stampa russa, che una guerra degli Stati Uniti contro l'Iran «è oggetto di preparativi da oltre tre anni». Il 'Lider maximo' definisce poi una «provocazione» da parte di Londra la cattura dei 15 militari britannici «nelle acque giurisdizionali dell'Iran».