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Una strategia europea per un’energia sostenibile, competitiva e sicura

di Alessandro D. Di Giosa - 16/04/2007

 
 
Il problema dell’energia ha assunto oggi una dimensione globale tale da rendere necessario che le scelte di ciascuno Stato siano fatte necessariamente in una dimensione europea.
La nuova strategia europea sull’energia presentata dall’Unione Europea illustra le nuove realtà nel campo energetico con le quali l’Europa deve confrontarsi, delinea gli argomenti che dovranno essere dibattuti e suggerisce delle possibili azioni da intraprendere.
Tre sono gli obiettivi principali individuati nel Libro Verde:
               I.      Sviluppo sostenibile: sviluppare fonti rinnovabili di energia competitive e altre fonti energetiche e vettori a basse emissioni di carbonio, in particolare combustibili alternativi per il trasporto, contenere la domanda di energia in Europa e essere all’avanguardia nell’impegno globale per arrestare i cambiamenti climatici e migliorare la qualità dell’aria a livello locale.
              II.      Competitività: assicurare che la liberalizzazione del mercato dell’energia offra vantaggi ai consumatori e all’intera economia e favorisca allo stesso tempo gli investimenti nella produzione di energia pulita e nell’efficienza energetica, attenuare l’impatto dei prezzi elevati dell’energia a livello internazionale sull’economia e sui cittadini dell’UE e mantenere l’Europa all’avanguardia nel settore delle tecnologie energetiche.
            III.      Sicurezza dell’approvvigionamento: affrontare la crescente dipendenza dalle importazioni con un approccio integrato – ridurre la domanda, diversificare il mix energetico dell’UE utilizzando maggiormente l’energia locale e rinnovabile competitiva e diversificando le fonti e le vie di approvvigionamento per l’energia importata, istituendo un quadro di riferimento che incoraggerà investimenti adeguati per soddisfare la crescente domanda di energia, dotando l’UE di strumenti più efficaci per affrontare le emergenze, migliorando le condizioni per le imprese europee che tentano di accedere alle risorse globali e assicurando che tutti i cittadini e le imprese abbiano accesso all’energia.
 
L’obiettivo strategico della politica dell’UE dovrà essere quello di cercare di ottenere un livello minimo di mix energetico generale che provenga da fonti energetiche sicure a basse emissioni di carbonio.
Il Libro Verde illustra alcune proposte concrete volte a conseguire i citati tre obiettivi.
 
  • L’UE deve completare i mercati interni del gas e dell’energia elettrica sviluppando  una rete europea.
  • L’UE deve assicurare che il suo mercato interno dell’energia garantisca la sicurezza dell’approvvigionamento: solidarietà tra Stati membri.
  • La Comunità ha bisogno di un dibattito che si svolga effettivamente a livello comunitario sulle diverse fonti energetiche, compresi costi e contributi ai cambiamenti climatici.
  • L’Europa deve affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici in modo compatibile con gli obiettivi che aveva concordato a Lisbona.
  • Un piano strategico per lo sviluppo delle tecnologie energetiche
  • Una politica comune esterna dell’energia chiaramente definita e perseguita parallelamente a livello comunitario e nazionale, parlando con una sola voce.
 
Andando ad approfondire le proposte con maggiori implicazioni ambientali, se da un lato emerge la chiara volontà dell’UE di “…disgiungere la crescita economica dall’incremento dei consumi energetici” e di ridurre le emissioni di CO2 , non risultano ancora definite chiaramente le azioni per raggiungere questi ambiziosi obiettivi. Il Libro Verde rimanda, infatti, a ulteriori strumenti (Piano d’azione dell’efficienza energetica, Accordo internazionale sull’efficienza energetica, Road Map sull’energia rinnovabile) l’individuazione di azioni concrete.
La Commissione, coerentemente con gli ultimi orientamenti in materia di politica ambientale, ripone molta fiducia nella capacità di “far lavorare il mercato per l’ambiente” attraverso il meccanismo europeo degli scambi di quote di emissione, la tassazione dei prodotti energetici, la definizione di standard energetici minimi per alcuni prodotti e la chiara segnalazione dei rendimenti energetici dei prodotti per orientare i consumatori.
L’UE nel delineare la strategia energetica sembra riporre molta fiducia nella capacità dell’uomo di trovare soluzioni più efficienti e sviluppare nuove tecnologie energetiche.
Pur non potendo fare a meno di condividere l’affermazione “Fare di più con meno: l’Europa, leader dell’efficienza energetica” appare realmente difficile pensare che la soluzione “tecnologica” al problema dei consumi energetici possa produrre significativi risultati alla questione della limitatezza delle risorse disponibili.
A supporto di questa affermazione possiamo fare un salto nel passato e andare a leggere quanto scriveva nel 1865 l'economista inglese Stanley Jevons all’interno della “La questione del carbone” illustrando lo scarso aiuto che gli incrementi di efficienza nella produzione e consumo di energia offrono alla diminuzione del totale delle risorse impiegate.
Jevons osserva infatti che in Inghilterra il consumo di carbone è aumentato dopo l’introduzione da parte di James Watt del motore a vapore (alimentato a carbone) che migliorò notevolmente l'efficienza del precedente motore. Le  innovazioni dell’ingegnere scozzese resero il carbone una fonte di energia più redditizia, cosa che condusse ad un maggiore uso del suo motore a vapore in una vasta gamma di processi produttivi. Questo a sua volta ha fatto aumentare il consumo totale del carbone, anche se nel mentre la quantità di carbone richiesta per la singola applicazione è calata.
La maggiore efficienza rappresenta indubbiamente un’importante azione da perseguire ma appare illusorio pensare che i problemi della disponibilità delle risorse energetiche possano essere risolti nel medio-lungo periodo senza passare da una profonda riflessione sul modello attuale della società in cui viviamo.
Non essendo presente una riflessione sul modello di sviluppo in atto e focalizzando i problemi ambientali sulle emissioni di CO2 non si ha difficoltà a comprendere il motivo per cui il Libro Verde contenga una forte “apertura” all’utilizzo dell’energia nucleare: “Il riesame strategico della politica energetica dell’UE dovrebbe analizzare i vantaggi e gli svantaggi delle varie fonti di energia, dalle fonti locali rinnovabili come l’energia eolica, la biomassa e i biocarburanti, le piccole centrali idroelettriche e l’efficienza energetica, il carbone e il nucleare, così come le conseguenze di questi cambiamenti per l’intera UE. A tal fine si potrebbe utilizzare una metodologia standard. Il riesame dovrebbe inoltre permettere un dibattito trasparente e oggettivo sul futuro ruolo dell’energia nucleare nell’UE, per gli Stati membri interessati. L’energia nucleare, attualmente, contribuisce a circa un terzo della produzione di energia elettrica dell’UE e, benché si debba prestare attenta considerazione agli aspetti dei rifiuti radioattivi e della sicurezza nucleare, rappresenta oggi la maggior fonte di energia senza emissioni di carbonio in Europa. L’UE può svolgere un ruolo utile nell’assicurare che i costi, i vantaggi e gli svantaggi dell’energia nucleare siano individuati chiaramente e discussi nell’ambito di un dibattito oggettivo, trasparente e basato su informazioni corrette.”