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Il diabolico potere dei fondi privati

di Joseph Halevi - 19/04/2007

 
La gente di sinistra deve imparare e capire i termini che definiscono l'attuale fase di capitalismo monpopolitico finanziario. Essi ne delineano infatti la dimensione istituzional-corsara, che Keynes aveva intuito e temuto al massimo ma oggi assolutamente irreversibile nel quadro capitalistico. Si tratta, dei junk bonds (titoli spazzatura), corporate raiders (razziatori di azioni di altre società) ed infine, private equity investment funds (fondi di investimento privati a scopi proprietari). Il tutto è strettamente connesso al meccanismo di leveraged buyout che la Garzanti Linguistica definisce perfettamente come «acquisizione di società mediante l'acquisto di azioni finanziato per mezzo di emissione di debito garantito dalle azioni comperate».

In genere lo sbocco finale di queste attività e meccanismi effettuate da società finanziarie gigantesche, è l'asset stripping, cioè la spoliazione dei beni delle società prese di mira. Dei titoli spazzatura si è scritto molto, passiamo quindi ai corporate raiders ed ai private equity investment funds.

Le società razziatrici di società sono in realtà delle finanziarie che si impossessano di compagnie malconce; le ristrutturano selvaggiamente puntando su un conseguente aumento del valore delle azioni. Sono operazioni manageriali e di espulsione di forza lavoro, non implicano particolari programmi di sviluppo tecnologico. In questi giorni a Detroit è sotto tiro la malandata Chrysler che la Daimler tedesca vuole abbandonare. Il corporate raider non deve necessariamente appropriarsi dell'intero pacchetto azionario della società in questione.
Invece i private equity investment funds comperano tutte le azioni - offrendo prezzi più alti delle quotazioni di borsa - e tolgono le società acquistate dal mercato azionario. Usando la terminologia americana, 'going private' (privatizzarsi) significa uscire dal mercato borsistico. Questo tipo di attività sta dominando l'attenzione dei centri finanziari perchè comporta l'uso massiccio del meccanismo del leveraged buyout. Infatti per comprare l'intero pacchetto azionario e cancellare la società dal listino di borsa è necessario prendere a prestito un grande quantità di soldi, spesso con operazioni molto dubbie come nel caso della compagnia aerea australiana Qantas la cui seconda privatizzazione è in via di attuazione (la prima fase di privatizzazione è consistita nel trasformarla da azienda statale in una quotata in borsa). Quindi le società acquistate dai fondi equity devono sobbarcarsi il debito contratto dal fondo che ha condotto l'operazione.

L'equity investment fund, che a sua volta è un conglomerato di altre società finanziarie, intende ovviamente far fruttare il suo investimento, che non ha nulla di lungo termine, sia riducendo il debito che aumentando la redditività a breve termine della compagnia acquistata. Qui interviene l'asset stripping, la spoliazione dei beni - già ampiamente presente nelle operazioni dei corporate raiders e dei trafficanti in titoli spazzatura ma che nel caso dei fondi equity assume dimensioni assolute. Con il controllo assoluto sulla società e non dovendo confrontarsi col mercato borsistico ma avendo dei precisi obiettivi finanziari a breve, dettati anche dall'indebitamento incorso, il fondo equity può scorporare la società. Può chiudere i rami meno redditizi, vendere parte dello stock di capitale e più in là nel tempo, vendere i settori profittevoli tramite ulteriori scorpori e relativa rivendita al mercato azionario (Ipo).
Il fondo equity riprende poi altrove la guerra da corsa. Negli Stati uniti gli investitori nei fondi equity sono a loro volta delle grandi società, dei fondi di pensione e simili organismi. Si noti che molte delle maggiori operazioni dei fondi privati equity si concentrano su aziende di pubblica utilità. Alla fine di febbraio le società di fondi equity Kkr e Texas Pacific Group hanno effettuato il più grande buyout della storia con l'acquisto per 45 miliardi di dollari dell'azienda elettrica Txu.
L'evoluzione finanziaria del capitalismo fondata sull'indebitamento crescente e sul suo uso come strumento corsaro non è scindibile dal fiume di denaro generato dagli Usa e dal Giappone nel corso dell'ultimo decennio.