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Home / Articoli / L'intelligenza da "riga e squadrra" di Odifreddi

L'intelligenza da "riga e squadrra" di Odifreddi

di Gianfranco La Grassa - 22/04/2007

 

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Non conosco Paolo Martino critico del libro di Odifreddi (la critica è in fondo a questo commento di La Grassa, NDR); e nemmeno il libro di quest'ultimo. Ho letto - cercato di leggere - un paio di suoi libri "divulgativi" (della sua materia), ma per quanto mi riguarda l'ho trovato molto simile al tecnico (bravissimo) che viene a risolvermi i vari problemi elettronici con cui sono sempre alle prese; questo tecnico (capace) parla come se mi stesse spiegando, ma in realtà colloquia con se stesso e con altri (non presenti in quel momento) che sono già "addottorati" sulla materia.
Preciso ancora che non sono credente, ritengo che siamo interamente (senza residui) "polvere" e che "alla polvere torneremo". Non sono mai andato a lezioni di catechismo, non ho avuto educazione religiosa, delle Parrocchie nemmeno ho sentito l'odore. Ho letto I Vangeli, ma molto tempo fa e non con sufficiente attenzione; li ricordo però come dei grandi libri. Non conosco invece quasi niente della Bibbia; nei film americani (in specie western) ho sentito recitare un gran numero di Salmi, che ho trovato quasi sempre poetici e prendenti.
Detto tutto questo, penso che certi laici siamo degli autentici idioti, che pensano di essere più intelligenti degli altri perché non credono assolutamente in nulla (salvo forse, come in questo caso, a quattro formule che manovrano per tecnica acquisita). Sono il peggio che l'essere umano abbia offerto nella sua lunga storia. Per quanto mi riguarda Odifreddi, se ha scritto le frasi che qui leggo, è solo da prendere a calci: ed è il tipico rappresentante della sinistra progressista, freddo, scostante, insultante, un superficiale in possesso di intelligenza "da riga e squadra". Nulla a che vedere, per favore, con quelli che sono stati comunisti, resistenti, ecc.; che hanno dato la vita o quanto meno le loro passioni per qualcosa che ritenevano un ideale di vita.
Rinnego questa gentaglia, non voglio aver nulla a che fare o essere accostato a questi ottusi bestioni privi della benché minima scintilla umana (che per me, non credente, non deriva da Dio, ma sa creare un qualche "Dio", e crederci e soffrire; e creare soffrendo). Questi laici progressisti sono dei robot, delle macchine calcolatrici, dei meccanismi su cui spero un giorno si levi l'ira di qualche "luddista".
Basta con questo ciarpame