Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Ad ognuno il suo muro

Ad ognuno il suo muro

di Giorgio Mattiuzzo - 23/04/2007

 



In Iraq, dopo la generosa offerta d'aiuto dell'America rifiutata da Saddam, e dopo che la Coalizione dei Volenterosi – nonostante tutto – si sia sacrificata per portare la salvezza in quella triste terra, ancora non si raggiunge la pace. Difficile capire il perché: il Presidente americano ha addirittura aumentato di 20.000 unità il numero di operatori di pace (dotati di mimetica e fucile d'assalto) e tuttavia ancora niente, si continua a morire, inspiegabilmente.


In parte bisogna incolpare la goffaggine dei Volontari per la Pace in Iraq. Nella troppa foga di far del bene, hanno distrutto tutte le infrastrutture civili, le forniture d'acqua e di energia elettrica; questo ripiombare in uno stato di semi-inciviltà non deve aver giovato alle popolazioni indigene. Ma poi, per riparare a questi danni, hanno fatto peggio: per esempio a Falluja, che era senza illuminazione notturna, è stato usato dai soldati di pace il fosforo, solo che l'uso senza moderazione che ne è stato fatto ha portato alla morte di migliaia di persone, bruciate fino alle ossa dalla sostanza sparata dagli elicotteri da pace.


Ora, siccome un Paese che fino a 4 anni fa era laico e non conosceva il significato dell'estremismo religioso e dove non c'erano scontri tra etnie e correnti religiose, è davvero inspiegabile come mai, adesso che sono arrivati i Volontari per la Pace, con i loro fucili da pace, veicoli da pace e aviogetti da pace, si massacrino al ritmo di 150 persone al giorno.


Ma per fortuna ci sono i nostri Esportatori di Democrazia. I quali una ne fanno, cento ne pensano. Riporta il Los Angeles Times:


BAGHDAD – Una brigata dell'esercito Usa sta costruendo un muro di cemento lungo quasi 5 chilometri per tagliare fuori i quartieri sunniti più recalcitranti della capitale dai quartieri sciiti che li circondano [...].


Quindi stanno chiudendo a chiave con un muro i sunniti per proteggerli dagli sciiti. Certo, bisognerebbe capire perché tutto ad un tratto gli sciiti si mettano ad uccidere sunniti, ma il muro non lo spiega. Continua il quotidiano:


Sebbene Baghdad sia piena di muri anti-esplosione, checkpoints ed altre barriere volanti, compreso l'enorme muro intorno alla Zona Verde, la barriera in costruzione ad Adhamiya sarà la prima ad essere concepita sostanzialmente secondo criteri religiosi.


Cioè l'esercito occupante, dopo aver reso l'Iraq un Paese da Terzo Mondo, dopo aver insediato un governo fantoccio, dopo aver mandato come ambasciatore un notorio organizzatore di squadre della morte in Sud America (che poi sono inspiegabilmente comparse anche in Mesopotamia) ora sta chiudendo la popolazione in ghetti murati. Naturalmente per proteggerli dai loro vicini di casa, non c'è nemmeno bisogno di dirlo. La situazione è assai intricata, infatti leggiamo:


Quartiere a maggioranza sunnita, Adhamiya è uno dei punti problematici di Baghdad, evitato non solo dagli sciiti, ma anche dai sunniti di fuori.


E qui sorgono i dubbi, perché il comando americano a detto che il muro serve per rendere la vita difficile agli attentatori suicidi e alle squadre della morte che ci entrano, uccidono e poi tornano a nascondersi a casa loro. Solo che qui sembra che nessuno abbia il coraggio di entrare nel quartiere, se non quelli che ci vivono. Insomma, non si capisce se il muro serva a tener fuori quelli di fuori, a tener dentro quelli di dentro, o a cos'altro. Se poi funziona come tutto il resto delle opere meravigliose che sono state costruite a Baghdad, allora mi sa che possiamo essere tranquilli di una cosa: non servirà a niente.


Gli sciiti e gli arabi sunniti che vivono all'ombra del muro si sono uniti nel disprezzo per la nuova struttura imposta dagli americani.


Ma come? Non si odiavano di odio puro, tanto da non entrare gli uni nel quartiere degli altri?


"Stanno cercando di dividerci in cantoni separati per religione? - ha detto un proprietario di alimentari di Adhamiya, [...] – Questo peggiorerà il conflitto religioso e serve soltanto a far fallire gli sforzi di riconciliazione".


Mica stupido il commerciante... dovrebbe scrivere lui gli editoriali di Repubblica.


Alcuni clienti di Ahmed vengono da quartieri sciiti o misti che ora sono sono tagliati fuori da grandi barriere lungo l'autostrada principale. I clienti e gli altri che cercano di entrare nel distretto sunnita devono parcheggiare le auto all'esterno di Adhamiya, camminare attraverso un stretto passaggio nel muro e prendere un taxi dall'altro lato.


Chissà quale meravigliosa mercanzia vende il sapido Ahmed, se ci sono addirittura sciiti che entrano nel quartiere dove abbiamo appena imparato gli sciiti non entrano, lasciano fuori la macchina (lascereste la vostra auto incustodita a Bagdhad?) e prendono, pagando, un taxi, rischiando il tutto e per tutto, anche la vita, pur di avere quello che Ahmed offre?


La costruzione di Adhamiya non è il primo tentativo, da parte dell'esercito Usa, di isolare delle zone ostili.


Oh, insomma: questo muro serve a proteggere gli abitanti o a chiuderli dentro? Non si possono scrivere cento cose diverse nello stesso articolo.


Nel 2005 le truppe Usa tentarono di circondare la città di Samarra, dominata dai sunniti, con un terrapieno per impedire agli insorti di entrare ed uscire dalla città. Una strategia simile è stata attuata a Tall Afar e Falluja. Esperimenti con muri meno lunghi sono stati messi in atto a Baghdad e Kirkuk.


Quindi il muro serve per chiuderci dentro gli abitanti. E magari per bruciarli vivi, come a Falluja? Ovviamente no: secondo il Capitano Sanborn, ingegnere della brigata, il muro è "sulla linea di attrito tra sunniti e sciiti, e l'idea è di limitare una parte della violenza interna controllando chi ha accesso al quartiere."


Certo, come no. Chiedere agli abitanti di Falluja.