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Italia 2007: la siccità

di Alex Iacuelli - 25/04/2007

 

Dopo un inverno fasullo come quello che ha caratterizzato il passaggio dal 2006 al 2007, senza nessun reale "grande freddo" invernale, con poca pioggia e poca neve, già in aprile viene al pettine il vero nodo climatico che sta assalendo il Mediterraneo, e non si tratta certo dei danni subiti dagli albergatori e dai gestori di impianti sciistici, quanto piuttosto di una carenza d'acqua che già appare disastrosa, ben prima che arrivi l'estate. Il Po, all’altezza di Pontelagoscuro, è sceso di 80 cm in una sola settimana. Il Lago di Garda, a Peschiera, è di 50 cm al di sotto della media storica degli ultimi 50 anni. Il Lago Maggiore, a Sesto Calende, ha perso addirittura 70 cm e registra un livello di invaso inferiore di 60 milioni di metri cubi rispetto al 2006. E' un'emergenza siccità che non lascia scampo, e investe praticamente tutti i settori della società. Investe l'agricoltura, con la scarsità d'acqua ad uso irriguo, colpisce l'industria, poiché sono vuoti i bacini idroelettrici, colpisce la vita civile, perché in un simile contesto l'acqua potabile diviene un bene tanto prezioso quanto razionato.

Le previsioni non lasciano molte speranze: i prossimi tre mesi vedranno precipitazioni in linea con la media dell'anno scorso, con un aumento della temperatura di circa 1°C rispetto alla media degli anni passati. Dunque potrebbe scattare un'emergenza nazionale sul fronte della siccità che rischia di mettere l'Italia in difficoltà nei prossimi mesi, anche sul fronte di un blackout elettrico. Il 23 aprile, presso il ministero per lo Sviluppo economico, si è riunito il gruppo ministeriale che segue il dossier “Emergenza Estate 2006”, composto da tecnici insieme a produttori e gestori di energia, Authority, Regioni, Autorità di bacino e Protezione civile. Da quanto si è appreso, l’orientamento del gruppo sarebbe quello di chiedere al governo lo stato di crisi, prevedendo anche il contingentamento delle risorse idriche non di uso domestico.

Nella riunione di lunedì, si sarebbe discusso dell'ottimizzazione delle poche risorse a disposizione, attraverso dei "rilasci controllati" in modo da evitare sprechi e mantenere il più alto possibile il livello del Po, mai così basso ad aprile. E la predisposizione di misure operative che consentano di ridurre il rischio black out.

Dal punto di vista energetico, tra gli obiettivi del piano anticrisi ci sarebbero: un intervento sull'import per scongiurare la stagionale riduzione di 2 mila MW; una riprogrammazione della produzione idroelettrica per mille MW di disponibilità aggiuntiva in estate, nonché di quella turbogas di alcune centrali, da Turbigo a Le Casella, da Ostiglia a Chivasso, per circa 6.000 MW. Si potrebbe così potenziare l'offerta con una disponibilità di oltre 8.000 megawatt in grado cioè di compensare il rischio di una carenza di pari potenza di offerta, legata alla carenza idrica.

Sul fronte dell'agricoltura, al termine della riunione di lunedì, il Presidente della Coldiretti Sergio Marini ha dichiarato: "La responsabilità nel garantire alle campagne l'acqua indispensabile per non far morire il territorio e il Made in Italy alimentare sarà accompagnata dal concreto impegno degli imprenditori agricoli per la gestione e il risparmio idrico".

L'agricoltura è impegnata in un difficile processo di rigenerazione con una crescente attenzione alla sostenibilità della crescita per l'ambiente e i cittadini, anche promuovendo l 'uso razionale dell'acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l'innovazione con colture meno esigenti. Dai cambiamenti del clima è però chiaro che il problema del caldo e dell'acqua non può essere più affrontato in termini di emergenza, ma serve una nuova cultura delle prevenzione e dell'organizzazione con interventi strutturali che non possono essere più rimandati.
"Occorrono", continua il presidente della Coldiretti, "interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali del piano irriguo nazionale previsto dalla Finanziaria, campagne di informazione ed educazione sull'uso corretto dell'acqua, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca ed innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico."

Il Ministro dell’ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, che sta seguendo il problema da vicino, ha dichiarato: "L'emergenza siccità va affrontata senza indugi e con razionalità. Il primo passo, vista la situazione ed i problemi per l'ambiente, l'agricoltura e l'energia, è dichiarare lo stato di crisi".
Lo stato d'emergenza, però, non basta: servono interventi strutturali. In particolare è necessario varare un piano antisprechi ed avviare l'ammodernamento della rete idrica italiana, che disperde una quantità inaccettabile delle risorse a causa della propria fatiscenza.

A spegnere i toni allarmistici, invece, è il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, che ha dichiarato di valutare "eccessiva" la preoccupazione che si è creata. E circa il problema idrico, non esita a dichiarare: "Credo che nessun Paese europeo, perchè il problema è europeo, abbia fatto un lavoro così preciso di prevenzione e condivisione come quello che abbiamo portato avanti noi."
Staremo a vedere nei prossimi mesi.