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Vicenda Tetra Pak: emergono nuovi elementi

di fareverde.it - 02/12/2005

Fonte: fareverde.it

 

ecologia e volontariato
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ecologia e volontariato La vicenda dei contenitori in Tetra Pak si arricchisce di nuovi ed importanti particolari.
Al di là dei rassicuranti annunci a pagamento sui principali quotidiani italiani Tetra Pak, vede, come un importante risultato, il pronunciamento della UE del 30 novembre u.s. che, attraverso il Comitato permanente per la salute della Catena Alimentare e degli Animali - sezione sicurezza tossicologica, ha dichiarato come “ non vi sia alcuna necessità di intraprendere misure a livello comunitario come il ritiro dal mercato dei prodotti coinvolti”.
Per Fare Verde, in realtà, il comunicato della UE, disponibile anche sul sito della stessa Tetra Pak, volendo leggerlo tutto, e non limitandosi a dalle estrapolazioni, non è così rassicurante.
In primo luogo precisa che l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) comunicherà i propri risultati preliminari, sottolineiamo preliminari, il 7 dicembre pv e una propria opinione definitiva entro marzo 2006.
Il comunicato, inoltre, ricorda come l’EFSA, in via preliminare, abbia dichiarato che “la presenza di ITX negli alimenti può essere considerata non desiderabile, ma è improbabile che costituisca un rischio per la salute ai livelli riportati” . Ci chiediamo cosa significhi non desiderabile e quanto improbabile sia tutto ciò. Anche in considerazione del parere della Agenzia governativa statunitense di protezione ambientale E.P.A.
L’EPA, nella pubblicazione dal titolo “Human Health and Ecological Hazard Results”, esamina una serie di sostanze chimiche tra cui l’ ITX ed indica come valore cronico più basso 4 microgrammi per litro classificando il rischio relativo con valore H, ovvero alto. Nel caso delle prime verifiche sulle confezioni di latte i microgrammi rinvenuti erano 250 per litro! Perché queste differenze sostanziali tra l’EFSA europea e l’EPA americana?
Sempre nel comunicato UE si dichiara che Tetra Pak ha cessato l’utilizzo di ITX nelle confezioni di latte per bambini dal settembre 2005 e che si è impegnata a “cessare l’utilizzo di ITX negli imballaggi per prodotti a base grassa entro la fine di Dicembre 2005 e per gli altri prodotti coinvolti entro la fine di Gennaio 2006 .” Pare evidente, quindi, che al di là delle rassicurazioni e dei richiami al principio di precauzione evocati dalla Tetra Pak, l’azienda era a conoscenza da settembre della situazione di potenziale pericolo, o comunque di grave anomalia, in questo tipo di produzione che, a detta della stessa Tetra Pak, costituisce solo il 3% del totale del suo fatturato italiano per l’Italia. Un tre per cento che abbiamo visto coinvolge centinaia e centinaia di prodotti per un numero non precisato di confezioni. Estrapolando i dati riportati ieri dal Sole 24 ore dove si parla di 9 miliardi e mezzo di confezioni annue in poliaccoppiato immesse sul mercato italiano (con una posizione di forza per Tetra Pak pari al 75% del mercato totale) il tre per cento per l’azienda multinazionale potrebbe voler dire una cifra pari a circa 210 milioni di contenitori annui. Un dato, ci pare assolutamente ragguardevole e, alla luce degli eventi, che fa meglio comprendere le preoccupazioni degli attori coinvolti (autorità pubbliche, aziende, cittadini), ma anche i silenzi e le omissioni che per settimane hanno caratterizzato la vicenda.
Peraltro, non sappiamo in base a quale principio di precauzione, si nota che Tetra Pak continuerà a produrre o comunque a distribuire per alcune tipologie di prodotto confezioni che fanno uso di ITX fino a gennaio 2006: un problema di scorte? E si riferisce all’Italia od altri paesi europei? Anche questo appare poco chiaro nel documento UE, fermo restando che il problema dovrebbe trovare risposte univoche a livello continentale.
Tutto ciò, per Fare Verde, pare davvero una notizia,oltre che in controtendenza con quanto dichiarato dalla azienda, anche in riferimento alle analisi effettuate da Altroconsumo, lascia davvero perplessi sull’atteggiamento che Tetra Pak sta tenendo sull’intera vicenda. Come nel caso Nestlè, ci pare che le risposte aziendali siano tardive e comunque dettate dalla piega che stanno prendendo gli eventi.
Per Fare Verde è quanto mai opportuno che si provveda ad un controllo su tutti i prodotti potenzialmente contaminati, è auspicabile che Tetra Pak fornisca l’elenco completo dei prodotti che sono stati confezionati in imballaggi con ITX e che si proceda con il ritiro immediato e cautelativo di tutte le confezioni realizzate con questo sistema di produzione.
Per Fare Verde, ancora una volta, si rende necessaria l’apertura di un serio dibattito sui sistemi di imballaggio alimentare che prenda in considerazione la reintroduzione del vuoto a rendere con cauzionamento del vetro o di altri materiali riutilizzabili. In questo senso va l’appello che Fare Verde ha lanciato in questi giorni per il vuoto a rendere sui prodotti per l’infanzia.