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In tv? Il libro non c'è

di Alessandro Zaccuri - 09/12/2005

Fonte: avvenire.it

Viene presentata domani a Roma un’indagine sul rapporto tra editoria e televisione. Solo una piccola percentuale dei lettori acquista un volume dopo che è «passato» in video

 

Lo specialista, anche in questo caso, è Bruno Vespa. Per presentare il suo Vincitori e vinti, edito da Mondadori, il conduttore di "Porta a porta" ha organizzato un tour televisivo che non ammette eccezioni, almeno per quanto riguarda le reti generaliste: si è fatto ospitare da Pippo Baudo e da Corrado Augias, da Gigi Marzullo e da Enrico Mentana, da Giuliano Ferrara e da Simona Ventura. Tra vincitori e vinti, insomma, quando si tratta di promuovere un libro non si fanno prigionieri. Ma quanto produce, in concreto, tanto attivismo catodico? Forse meno del previsto, se si considera soltanto il 29% degli acquirenti decide di comprare un nuovo titolo dopo averne sentito parlare in una trasmissione televisiva. Riferito alla fiction, poi, l'effetto-tv è ancora più modesto e si arresta, grosso modo, sulla soglia del 15%. Un panorama analogo a quello disegnato dalle abitudini di lettura, sulle quali il "passaggio" televisivo di un libro si attesta sul 24% nel caso della fiction e sul 23% per quanto riguarda le interviste promozionali.
Sono alcuni dei dati contenuti nella ricerca "Videoleggimi: quando il libro va in televisione", che verrà presentata domani a Roma nel contesto di "Più libri più liberi", la fiera della piccola e media editoria giunta quest'anno alla quarta edizione. Alle 10, nella sala Petrarca del Palazzo dei congressi dell'Eur, l'indagine condotta agli inizi di novembre su un campione di 1.002 intervistati verrà discussa e commentata da Giovanni Peresson dell'Ufficio studi dell'Aie (Associazione italiana editori), da Alberto Magnani di Demoskopea e da un agguerrito drappello di professionisti della comunicazione editoriale a mezzo (radio)televisivo: Marino Sinibaldi di "Fahrenheit", Franco Matteucci di RaiUno, Stas' Gawrosk di "Cult Book" e Saverio Simonelli, che su Sat2000 conduce ogni martedì l'appuntamento con "Al Top Libri".
Le ricerche presentate a "Più libri più liberi" sono in realtà due: c'è la rilevazione demoskopica, ma c'è anche il "censimento" condotto tra il 15 ottobre e il 15 novembre dal Laboratorio di editoria e media dell'Università Bocconi di Milano, con l'obiettivo di valutare quanti - e quali - volumi riescano a conquistarsi un po' di spazio all'interno del flusso televisivo. Stravincono i libri che portano la firma di personaggi televisivi, con Chador di Lilli Gruber (Rizzoli) che risulta in temporaneo vantaggio sul già ricordato Vespa.
Le apparizioni televisive, però, non sono tutte uguali. Se si eccettua il ruolo di una trasmissione dichiaratamente legata al mondo della lettura come "Per un pugno di libri" in onda la domenica su RaiTre (che vanta un peso del 12% rispetto alle scelte di acquisto), il consiglio più influente rimane quello di Maurizio Costanzo che - attraverso lo spazio quotidiano di "Tutte le mattine", ma anche con le altre trasmissioni siglate Mcs - arriva a persuadere il 9% di quanti comprano un libro dopo averne sentito parlare in tv. Quanto a Vespa, il suo "Porta a porta" incide per il 7%, soltanto un punto percentuale in più rispetto al disinvolto "Amici libri" condotto da Aldo Busi su Canale 5. Un "angolo" che, a ben vedere, appartiene anch'esso alla factory televisiva gestita dalla coppia di ferro Maurizio Costanzo-Maria De Filippi. Resta da capire, poi, a che cosa si riferiscano gli intervistati che affermano di aver acquistato un libro dopo averne sentito parlare al Maurizio Costanzo Show. Nel periodo preso in considerazione dall'indagine, infatti, il proverbiale talk show di mezza sera era già approdato sul digitale terrestre di Mediaset, in un territorio televisivo che esula da quello, generalista e analogico, esplorato dal resto della ricerca. Una piccola contraddizione che aiuta a comprendere come la tv, in questo momento, sia in fase di continua e addirittura tumultuosa evoluzione.