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Fuori l'Onu dall'Eritrea

di Cristiano Tinazzi - 13/12/2005

Fonte: rinascita.info



L’Eritrea ha intimato nei giorni scorsi alle truppe del contingente Onu dispiegato al confine con l’Etiopia di lasciare il Paese. In una lettera inviata alla missione delle Nazioni Unite le autorità di Asmara concedono 10 giorni per procedere alle operazioni di disimpegno. La misura di espulsione testimonia un clima di tensione tra i due Paesi africani, tornati sul piede di guerra per la mai risolta questione dei confini. Eritrea ed Etiopia escono da una sanguinosa guerra iniziata nel 1998 e finita nel 2000 con la sigla di accordi di pace che avrebbero dovuto aprire la strada ad una pacifica convivenza ma che invece hanno esacerbato i conflitti. Il contingente Onu è composto da circa 3.300 ‘peacekeeper’ provenienti da circa 40 Paesi, la cui missione è pattugliare la linea di confine lunga 900 chilometri. Il segretario generale dell’Onu Kofi Annan ha affermato in un documento che la decisione presa dall’Eritrea di allontanare i componenti della missione entro dieci giorni è inaccettabile e contrasta con gli obblighi della nazione di rispettare il carattere internazionale del personale delle Nazioni Unite.
“Siamo uno Stato sovrano, abbiamo tutti i diritti di espellerli (...) nel quadro della legge” ha replicato all’agenzia ‘Afp’ un alto responsabile eritreo che ha chiesto l’anonimato. Al 31 ottobre, la missione contava 3.285 militari, 191 funzionari civili, 244 dipendenti locali e 74 ‘volontari’. La Unmee è composta anche da soldati e funzionari provenienti da paesi africani, asiatici, latino-americani e del Vicino Oriente. Nelle scorse settimane la missione Onu aveva segnalato una situazione “potenzialmente fragile” al confine tra Etiopia ed Eritrea. Ma l’Onu non demorde: due emissari delle Nazioni Unite saranno inviati in Etiopia e in Eritrea.
Annan ha incaricato i due alti responsabili delle Nazioni Unite di fare una “valutazione sul terreno e vedere cosa fare per migliorarla”. Mentre l’Etiopa è diventato un super-feudo americano, l’Eritrea ha imboccato con decisione la strada dell’indipendenza economica dal gigante americano e dagli istituti finanziari internazionali quali FMI e Banca Mondiale, dando vita ad un inedito quanto coraggioso modello di sviluppo, basato sulle risorse e le tradizioni locali, invece che sui capitali e gli interessi stranieri. L’espulsione del contingente Onu non è altro che la naturale prosecuzione della ripresa della sovranità nazionale da parte eritrea.