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Clementina Forleo: «Resterò soggetta solo alla legge»

di redazionale - 24/07/2007

 

MILANO — «Rimarrò soggetta, come sempre, solo alla legge». Risponde citando la Costituzione, il gip Clementina Forleo, alle richieste di replicare alle nuove accuse di aver sconfinato dai propri poteri. Ad alcuni suoi amici e colleghi (rifiutando invece commenti ai giornalisti) il gip dell'inchiesta sulle scalate del 2005 ha sottolineato almeno tre motivi per cui si sente sicura di poter difendere gli atti con cui ha definito «complici consapevoli» anche i parlamentari non indagati (o non ancora) dalla Procura. Primo: è la stessa legge Boato sull'immunità parlamentare a imporre al giudice di motivare perché ritiene penalmente rilevanti le intercettazioni delle telefonate tra i politici e gli indagati; e i giudici di Roma, nel caso Guzzanti-Scaramella, l'hanno già applicata proprio con l'anticipata trascrizione integrale dei colloqui.

Secondo: il gip non è un passacarte, ma un giudice delle indagini, per cui succede ogni giorno che dia indicazioni ai pm di modificare i reati o cambiare gli indagati, ad esempio nelle convalide degli arresti; anzi, il codice gli consente addirittura di ordinare l'«imputazione coatta», cioè di inquisire qualcuno che la Procura voleva assolvere. Terzo: le norme sull'immunità assegnano al Parlamento il potere di concedere o di negare l'utilizzo delle intercettazioni «per il procedimento», cioè contro tutti gli indagati presenti o futuri; la legge invece non prevede che siano i politici a scegliere chi sia indagabile e con quali prove; infatti la procura aveva chiesto di poter usare le intercettazioni non solo contro «gli indagati», ma anche per «altre persone» non ancora indagabili proprio perché mancano quelle prove. Le intercettazioni dovrebbero partire per Roma mercoledì, quando sarà finita la cancellazione delle cinque conversazioni che il gip Forleo ha giudicato non rilevanti.
24 luglio 2007

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/07_Luglio/24/clementina_forleo_legge.shtml