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«Duri e Puri»: aprite gli occhi

di Eugenio Benetazzo - 15/12/2005


«Evitate di contrarre debiti, cominciate a risparmiare e ad accantonare qualcosa ogni mese»

Ecco cosa fare in prima battuta.
Potete ormai fidarvi del sistema bancario ?
Potete credere nelle promesse e nelle aspettative che vi trasmettono?
Chi vi assicura che quello che vi consigliano agli sportelli faccia veramente i vostri interessi?
Il sistema capitalistico italiano, ormai un capitalismo senza capitali, un fragile castello di carte tenuto in piedi da prestiti obbligazionari e debiti con il mercato, è strettamente collegato e contiguo al sistema bancario italiano, un intreccio di banche private che ha dimostrato e sta dimostrando a tutto il mondo la sua marcia consistenza.
Il Titanic Italia ormai ha da tempo iniziato ad imbarcare acqua, le sue stive ormai si stanno riempiendo, vana sarà la ricerca per quegli illusi che attendono una scialuppa di salvataggio per sè e per la propria famiglia.

 

Il nostro Paese, un debole organismo ormai morente colpito da una emorragia senza precedenti di posti di lavoro, ha al suo interno un grande cancro purtroppo terminale: il suo stesso sistema bancario, la bomba con la miccia accesa che deve ancora scoppiare, ma che sta facendo vedere solo qualche scintilla.
I titoli dei giornali di ieri non lasciano ormai più nulla alla fantasia: «Fiorani arrestato», «Italia bocciata dalla UE», «produzione in calo dello 0,9 %», «Irap: nuova udienza a Bruxelles», «divario tassi ormai insostenibile».
A chi pensa che questo momento sia solo passeggero, ahimè, non mi resta che dargli l'estrema unzione.
Duri e puri si diventa e non si nasce.
A tutti coloro che in queste settimane mi hanno chiesto come posizionarsi sul mercato, o come ristrutturare i propri risparmi sulla minaccia (ormai sempre più concreta) di un nuovo 1929, mi permetto di elencare qui sotto alcuni dei punti chiave per sperare di uscirne indenni:

 

- fuggite dal dollaro: scappate dagli asset quotati in USD;

- fuggite dai BOT, o da qualsiasi altro prodotto emesso dal Ministero del Tesoro;

- uscite dai mercati azionari italiani e non (anche se potrebbe esserci ancora qualche mese di rialzo);

- fuggite dall'immobile: la bolla è già scoppiata (tranne che per il tetto che avete sulla testa);

- allontanatevi velocemente dai corporate bond (specialemente da quelli emessi dalle Telecom, Enel, Fiat & company);

- puntate su prodotti a capitale protetto e a rendimento garantito;

- frammentate le vostre disponibilità in più istituti di credito (ma solo in quelli di piccole dimensioni);

- mettete la liquidità in CHF (franchi svizzeri) e chi se lo può permettere compri oro fisico (qualche kilo);

- state alla larga dalle major (Capitalia, Unicredito, San Paolo, Intesa) e dai loro promotori;

- non fidatevi dei mass media e delle istituzioni: la festa è finita, e adesso qualcuno dovrà pagare il conto;

- evitate di contrarre debiti, cominciate a risparmiare e ad accantonare qualcosa ogni mese;

- prendete in considerazione anche le banche on-line degli altri Paesi comunitari;

- chi ha terreni se li tenga stretti: chi se lo può permettere li comperi, specie se agricoli;

- fatevi erogare solo mutui a tasso fisso, per durate superiori a 20 anni;

 

Termino con questa frase: a vostro modo di vedere, è preferibile spendere qualche centinaio di euro per ristrutturare il proprio patrimonio per renderlo immune, il più possibile, da eventuali (e molto probabili) scenari monetari e borsistici ribassisti, oppure è più conveniente non fare nulla, aspettare che cosa succederà e poi agire di conseguenza?
Prevenire è meglio che curare: il problema è che questa volta potrebbe non esserci nè il tempo e nè i modi per curarsi (vedasi la serrata bancaria in Argentina).
A voi, ora, le sorti del vostro destino (finanziario, ma non solo): e cercate per una volta tanto di essere simili un po' ai giapponesi, ovvero cercate di trasformare una crisi in un'opportunità.
Buoni investimenti e buona sorte a tutti.