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Tecnosfera Vs biosfera

di Michele Vignodelli - 12/09/2005

Fonte: Michele Vignodelli

TECNOSFERA VERSUS BIOSFERA

Per ammissione degli stessi ingegneri, la vita sulla Terra è un insieme di tecnologie immensamente più complesse e avanzate di quelle che costituiscono le nostre attuali città. La ricerca futura non farà altro che tentare di riprodurne alcune, ad esempio attraverso le nanotecnologie e l’ingegneria genetica.

Verrebbe da chiedersi che senso abbia tutto questo sforzo, visto che abbiamo già a disposizione la Natura stessa. La risposta, scontata, dell’ingegnere e dell’agronomo, è che la Natura, per quanto mirabile e inarrivabile, non è al nostro servizio. Perché la Natura spesso ci punisce e ci uccide: la Natura è spinosa, amara, fibrosa mentre a noi piace una vita dolce e cremosa.

Che la Natura sia nociva per gli esseri umani (la "matrigna" di leopardiana memoria) è quantomeno curioso considerando che è il sistema che ci ha prodotto in quanto tali, vivi, intelligenti e sensibili. Certamente non è un sistema fatto per accontentare ogni nostro capriccio, esattamente come un buon genitore. Ma è l’unico sistema capace di produrre e riprodurre esseri umani. I nuovi sistemi tecnologici nati negli ultimi secoli e in tumultuoso sviluppo non si sa bene cosa potranno produrre, al di là dei trabiccoli visti fino ad ora. Altamente instabili come sono è probabile che non sopravviveranno a lungo, comunque di sicuro non produrranno esseri umani. E nemmeno superuomini. La grande Natura in miliardi di anni non ha prodotto altro che vite minori, spesso formidabili, ma sempre minori. Non vedo come una tecnologia immensamente inferiore potrebbe fare di meglio, e certo non lo farà coltivando dei bambini viziati e coccolati. Così si costruiscono solo dei servi sciocchi.

Fortunatamente la Natura è ancora una presenza potente e ruvida nella vita di moltissime persone e quindi, seppur di riflesso, anche di quelle che vivono nel cuore delle metropoli. L’utero tecnologico non si è ancora chiuso attorno all’uomo, ma fino a quando?

D’altra parte è anche vero che un’umanità plurimiliardaria è così dipendente dalla tecnosfera da rischiare l’estinzione se questa venisse meno improvvisamente. Per riuscire a indebolire la soffice stretta asfissiante, il "muro di panna" della tecnosfera senza esiti catastrofici saremo costretti a sviluppare ancora nuove tecnologie (dei "paracadute"), ma dubito che troveremo il tempo e la volontà per farlo senza qualche catastrofe ad aprirci gli occhi.

Il destino dell’uomo è descritto perfettamente dal mito arcaico di Sisifo, una spinta insopprimibile a esplorare, a salire verso "nuovi cieli e nuove terre" per ritrovarsi in cima a vette inebrianti dall’aria gelida e irrespirabile, da cui si può solo scendere, per non fare la fine di Prometeo.