Cancro: la mutilazione preventiva
di oxumarè - 30/09/2007
![]() Le agenzie di stampa hanno riportato "la storia di Deborah Lindner, una donna di 33 anni che ha effettuato un test genetico e ha scoperto di avere il 50 per cento di probabilità di ammalarsi di cancro al seno nel corso della sua vita. L'appuntamento regolare con la mammografia e uno stile di vita salutare non sono bastate a tranquillizzarla. Per questo Deborah ha scelto...
di risolvere il problema alla radice: sottoponendosi alla mastectomia. Si è privata di un seno perfetto per non trovarsi un giorno a combattere un seno malato."
Tutti i quotidiani hanno riportato la notizia come se fosse una cosa normale, quasi una logica terapia preventiva. In una trasmissione mattutina della rete 2 Rai un programma con "esperti" trattava la questione con lo stesso tono asettico.
Il Corriere, nell'articolo di una certa Elena Dusi, ha riproposto la consueta spiegazione truffaldina, e cioè che esistono dei geni specifici che predispongono al cancro del seno. E che un test possa svelare le probabilità della malattia.
Il business dell'ingegneria genetica continua a ripetere che esistono geni che predispongono o causano determinate malattie (il gene dell'obesità, dell'ipertensione o addirittura dell'antipatia...)
La realtà è ben diversa, e lo aveva ben spiegato M. Blondet in un articolo che ho postato di recente.
Il senso della questione è riassunto nelle parole di Barbara Caulfield, vicepresidente di una ditta d’avanguardia nel campo, la Affymetrix, che ha scritto nel 2002:
«Il genoma è di una complessità enorme, e la sola cosa che possiamo dire di esso con certezza è quanto abbiamo ancora da imparare dal DNA».... «Stiamo imparando che molte malattie non sono dovute all’azione di un singolo gene, ma a interferenze tra multipli geni. Di recente è stata decodificata la struttura genetica di una delle forme più virulente di malaria, e si è visto che coinvolge l’interazione di 500 geni».
Per cui ogni test che si basi sull'individuazione di un singolo gene non è altro che una truffa, così come ogni presunta terapia genetica.
Resta da capire se la sventurata Deborah sia solo una povera disturbata mentale o una delle prime vittime della propaganda delle multinazionali, che diverrà sempre più pressante nel prossimo futuro. |