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La manipolazione manipolata

di ilfoglio.it - 24/12/2005

Fonte: ilfoglio.it

Il Monde chiamava Hwang il “papa” della clonazione. Era un imbroglione

Il veterinario più famoso del mondo, il professor Hwang Woo Suk, è destinato a diventare anche uno dei più noti imbroglioni dell’ambiente scientifico planetario. A maggio aveva annunciato sulla rivista Science di aver realizzato la clonazione specifica di cellule staminali, con le quali si sarebbero potute curare terribili malattie come il morbo di Parkinson, il diabete, le lesioni al midollo spinale, per le quali sinora non esisteva alcuna terapia.
Questa notizia aveva suscitato entusiasmo negli ambienti scientifici, dove, l’assenza del minimo scrupolo sui pericoli insiti nella clonazione umana veniva confortata dalla prospettiva di mirabolanti effetti curativi. Ma il prestigio di quello che le Monde chiama, ora per la verità con una tardiva vena di sarcasmo, il “papa” della clonazione, era destinato a durare poco. Lo stesso coautore della memoria pubblicata da Science, Sungil Roh, in un’intervista televisiva ha rivelato che, di fronte ai suoi dubbi, Hwang aveva ammesso che “non esiste alcuna cellula staminale embrionale clonata”. Hwang, dopo qualche ammissione minore su errori non rilevanti, aveva marcato visita facendosi ricoverare per lo stress eccessivo. La comunità scientifica sudcoreana, però, ha deciso di andare in fondo, convinta giustamente che se si fosse scoperta una frode, “sarebbe il giorno più vergognoso di tutta la storia della scienza coreana”. Al termine dell’indagine si è verificato che le cose stavano proprio così. Hwang è stato licenziato dall’Università di Seul e ha dovuto ammettere che le cellule clonate non esistono, il che mette seriamente in dubbio che le sue ricerche precedenti, che avevano portato alla presunta clonazione di un cane, siano state anch’esse il risultato di un raggiro. Insomma la manipolazione genetica dell’uomo, che (a differenza di quella delle granaglie, chissà perché) viene vantata come una conquista irreversibile della scienza, alla quale non si può imporre alcun limite etico, si è inceppata su una questione morale “minore”, quella della truffa scientifica.