La dieta 100 miglia
di Mariangela Paone - 14/01/2008
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Vivere per un anno consumando esclusivamente alimenti prodotti nel raggio di 160 chilometri da casa. Sono due giornalisti canadesi, Alisa Smith e James MacKinnon, i pionieri della “100 mile diet”. L’idea è nata dalla necessità di sperimentare uno stile alimentare alternativo, in termini di qualità della vita e impatto ambientale, a quello di gran parte dei cittadini nordamericani, che normalmente consumano cibi che hanno viaggiato per oltre 1.500 miglia prima di arrivare in tavola. Per dodici mesi, James e Alisa sono andati alla caccia di produttori locali entro 100 miglia dalla loro casa di Vancouver. Un’avventura non sempre facile (sul loro blog raccontano come per sette mesi, fino a quando hanno trovato un produttore locale, non abbiano consumato alimenti a base di grano) ma che ha permesso loro di scoprire il valore del cibo di qualità e, in alcuni casi, sapori mai provati prima. «La 100 Mile Diet è un modo di apprendere facendo – raccontano Alisa e James – All’inizio non è stato facile. Ma via via che abbiamo scoperto nuove fonti locali i nostri pranzi sono stati sempre più ricchi. Gli agricoltori e i mercati agricoli ci hanno fatto conoscere cibi e sapori che non avevamo mai provato prima. Abbiamo scoperto le stagioni, le micro-stagioni e le micro-micro stagioni». Non solo. La loro ricerca gli ha consentito di approfondire la conoscenza del territorio in cui vivono e li ha messi in contatto con persone con i loro stessi interessi. Una buona pratica che ha fatto bene alla salute, all’ambiente e anche alla socialità. Tanto che i due giornalisti hanno trovato “seguaci” in molte parti del mondo. Tutta l’esperienza è raccontata nel libro The 100 mile diet. |