Più di 350mila palestinesi affamati irrompono in Egitto in cerca di cibo
di Christian Elia - 23/01/2008
La breccia di Rafah |
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Al sesto giorno la gente non ne può più. Dopo quasi una settimana di embargo violento, la popolazione della Striscia di Gaza ha assaltato disperata il confine con l'Egitto, sfondandolo nel vero senso della parola.
Il 'bottino di guerra' è eloquente: pane, cibo, latte, stecche di sigarette e bottiglie di plastica riempite con carburante.
Il governo israeliano, lungi dall'alleggerire ancora un embargo che ha affamato il milione e mezzo di palestinesi che vive nella Striscia, ha espresso preoccupazione per quanto accaduto, dichiarando di temere che la breccia nel confine con l'Egitto possa essere utilizzata per contrabbandare armi nella Striscia. Il presidente egiziano Mubarak ha rassicurato il governo di Tel Aviv, precisando che “ho dato ordine di farli passare solo per la grande tragedia umanitaria di queste persone, ma ho dato ordine anche di controllare che non venissero portate via armi”.
Israele ha concesso una parziale riapertura dei valichi, almeno per far affluire il gasolio necessario ai bisogni di base, come il funzionamento dei generatori che permettono agli ospedali di non chiudere.
Mentre al confine con l'Egitto la situazione sembra normalizzata, almeno fino alla prossima esplosione di disperazione popolare, a Damasco è in corso il cosiddetto contro-vertice di Annapolis, un summit tra tutte le fazioni palestinesi che si oppongono allo spirito della conferenza internazionale svoltasi negli Usa a fine novembre. Il vertice, che si è dato il nome ambizioso di Conferenza nazionale palestinese, si è rivelato una mezza delusione: il Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp) e il Fronte democratico per la liberazione della Palestina (Fdlp) hanno alla fine boicottato il vertice, che per adesso è praticamente un meeting della leadership di Hamas e della Jihad Islamica all'estero. Anche l'Iran, che aveva offerto il patrocinio all'iniziativa, ha inviato a Damasco una delegazione di secondo piano. Tutto è fermo, insomma, tranne i disperati palestinesi. |