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Vicedirettore ad murum fleti[1]

di Abu Yasin Merighi - 11/01/2006

Fonte: islam-online.it




   Con estrema e prevedibile rapidità, le drammatiche condizioni di
salute in cui versa in queste ore il premier israeliano Sharon hanno
spinto l'inconcludente Magdi Allam a strapparsi le vesti scrivendo
il più improbabile dei coccodrilli[2]. E, tanto per far capire che
fa sul serio, il Vicedirettore si scaglia con veemenza contro tutta
una serie di categorie, che elenchiamo nell'ordine:

 

a)      tutti coloro che hanno la memoria corta;

b)      tutti coloro che straparlano decontestualizzando i fatti
esaminati;

c)      tutti coloro che sostengono di aspirare alla pace tra
Israele e un futuro Stato palestinese;

d)      il senatore a vita Giulio Andreotti;

e)      tutti i buonisti, i pacifisti a senso unico, i filo-
palestinesi di professione (sic).

 

   In preda al più sconcertante panico, forse dovuto al fatto che
l'inconcludente Vicedirettore si è reso conto che oramai non lo sta
ad ascoltare più nessuno, avanza innanzitutto un'ipotesi suggestiva,
ossia, rivolto alla categoria (a) << si ricordino che se Sharon
passerà alla Storia come un grande leader politico, ciò si deve
essenzialmente al fatto che è riuscito a contenere
significativamente il terrorismo palestinese che faceva strage di
israeliani >>; naturalmente, in fedele ossequio al suo "stile", il
quale consiste nel pronunciare solenni sciocchezze senza la minima
argomentazione seria a supporto, il Vicedirettore non ci dice come
abbia ottenuto questo risultato, dando per scontato ( atteggiamento
tipico di certe configurazioni mentali ) che tutti sappiano di cosa
sta parlando. E invece non sarebbe stato male ricordare le centinaia
di esecuzioni mirate a suon di missili contro automobili indifese,
l'eliminazione a sangue freddo di dirigenti dei vari movimenti
palestinesi ( che Allam naturalmente definisce terroristi ), e così
pure il fatto che Sharon abbia trascorso buona parte della sua
esecranda vita indossando l'uniforme dell'esercito più sanguinario
del mondo ( del resto, con tutti quegli arabi così cattivi e ben
armati che circondano Israele. ). 

   Poi, rivolto alla categoria (b), continua sfogandosi << tengano
presente che oggi non solo Israele, ma l'insieme del Medio Oriente e
la stessa Europa sono direttamente minacciati da una nuova
Internazionale del terrore che unisce Al Qaeda di bin Laden, l'Iran
di Ahmadinejad, il regime siriano di Assad, il Hezbollah libanese,
Hamas, la Jihad islamica e le Brigate Al Aqsa palestinesi >>,
dicendo sì una cosa vera, ossia che Medio Oriente ed Europa sono
minacciati dal terrorismo internazionale, dando però per scontato
che i mandanti e gli esecutori di tale minaccia siano i soggetti da
lui indicati, quando invece numerose risultanze ( a partire dagli
avvenimenti dell'11 settembre 2001 ) "sembrerebbero" ( in realtà il
condizionale è di pura cortesia ) indicare precise responsabilità di
natura e colore ben diverso.

   Rivolgendosi alla categoria (c) ripete i soliti luoghi comuni
sul "terrorismo palestinese, afgano, iracheno, etc.", ignobili ed
insulse banalità su cui non vale nemmeno la pena soffermarsi.

   Poi, a metà articolo, al panico subentra una sorta di strano
spaesamento, sconcertante per uno di solito così servile con i
potenti, ed è così che inizia a rinfacciare presunte omissioni
niente meno che al senatore a vita Giulio Andreotti, più volte
Ministro degli Esteri e profondo conoscitore della realtà
mediorientale, nonché studioso notoriamente scrupoloso e ben
informato.

   In perfetta sintonia con la versione israeliana ( ripresa
purtroppo anche da vari esponenti delle comunità ebraiche
italiane ), attribuisce ad Arafat l'intera responsabilità del
mancato accordo di Camp David e scrive << peccato che Andreotti
abbia omesso di ricordare che fu lo stesso Arafat a seppellire
nell'estate del 2000 a Camp David un accordo di pace che avrebbe
finalmente realizzato il sogno dei palestinesi di uno Stato
indipendente >>, aggiungendo del grottesco alla consueta
inconsistenza dei suoi articoli. E giù a rinfacciare al senatore un
sacco di altre cose, che ometto per pudore immaginandomi il
sorrisino ironico di Andreotti nel leggere gli improperi del
Vicedirettore, allo stesso modo con cui un elefante può sorridere
vedendo un moscerino che gli si scaglia contro impazzito ( esempio a
caso, tanto per dar conto della scala di grandezze ).

   Non pago di tanto inutile "furore", riprende a tessere le lodi
dell'ex-premier, affermando che << la sua decisione di sgombrare le
colonie ebraiche e gli insediamenti militari dalla Striscia di Gaza,
affidandola per la prima volta nella Storia al governo esclusivo dei
palestinesi, è un fatto inedito e straordinario che dimostra la sua
autentica volontà di pace >>; e certo, i raid quotidiani che
l'aviazione israeliana compie sorvolando la Striscia di Gaza e le
numerose esecuzioni mirate avvenute nella stessa Striscia dopo
l'allontanamento dei coloni testimoniano fermamente della << sua
autentica volontà di pace >>, ma certo Allam queste cose non le
dice, in quanto secondo lui sono << i terroristi che, pur di imporre
il loro potere fanatico e sanguinario, stanno seminando il caos e la
violenza a Gaza >>.

   Ma l'apoteosi giunge quando si rivolge alla categoria (e), con la
chiusa dell'articolo in oggetto: << In queste difficili ore in cui
ci stiamo congedando dal Sharon-politico è bene che tutti i
buonisti, i pacifisti a senso unico, i filo-palestinesi di
professione sappiano che ciò che concretamente i palestinesi hanno
ottenuto lo si deve grazie alla ferrea lotta di Sharon contro il
terrorismo che ha comportato erigere un muro a protezione di Israele
e le esecuzioni mirate dei predicatori d'odio. Sappiano che lo Stato
palestinese sarà possibile solo quando tutti insieme ci batteremo
contro coloro che vorrebbero distruggere Israele. Questo è il
testamento politico di Sharon: la battaglia contro il terrorismo di
Israele ci concerne tutti, solo affermando il diritto all'esistenza
di Israele potremo salvaguardare il diritto all'esistenza di tutti
>>.

   Ora, in attesa che l'inconcludente Vicedirettore ci dica (
naturalmente argomentando con la consueta e scrupolosa
meticolosità ) << ciò che concretamente i palestinesi hanno ottenuto
(sic) >>, non sarà male notare come nel medesimo articolo si esalti
l'erezione di un muro ripetutamente condannato in varie sedi
istituzionali, nonché una pratica immonda e criminale (poco importa -
 per Israele certo, per Magdi Allam un po' a sorpresa, visti suoi
reiterati appelli per la sacralità della vita umana - che ciò
avvenga in violazione dei principali trattati internazionali), che
consiste nell'uccisione "preventiva" e a sangue freddo di esponenti
palestinesi ( circa i quali non serve nemmeno aggiungere che, sempre
secondo Allam, si tratta di pericolosi terroristi, e quindi. ).

 

   Ma c'è una frase interessantissima, laddove Allam afferma che <<
la battaglia contro il terrorismo di Israele ci concerne tutti >>;
anche se è del tutto evidente che l'autore si riferisce alla <<
battaglia di Israele contro il terrorismo >>, chi non conosca
l'autore e il suo servile filo-sionismo potrebbe anche leggerla
nella sua sequenza logica, ossia con un riferimento al << terrorismo
di Israele >>, senza dubbio piaga da estirpare cui ognuno dovrebbe
opporre la propria consapevole resistenza.

 

      Come si può vedere dagli ampi stralci citati, l'articolo in
questione è come al solito inqualificabile e deprimente; per fortuna
i limiti di spazio non hanno consentito al Vicedirettore di
proseguire, altrimenti, di quel passo, magari ci avrebbe detto che
la nostra esistenza non solo deriva dal <<  diritto all'esistenza
dello stato di Israele >>, ma ancor di più dipende dalla
ricostruzione del Tempio a Gerusalemme, pietra angolare del nuovo
edificio della Pace mondiale.

 

   E se non poco sconforto e rammarico prenderano l'inconcludente
Vicedirettore riguardando le immagini di Papa Giovanni Paolo II (
Karol Wojtyla ) mentre inserisce un biglietto nel cosiddetto "Muro
del Pianto" ( chissà cosa darebbe il nostro Vicedirettore per poter
fare altrettanto, convinto magari che una discendenza da sola possa
garantirgli una fulgente carriera giornalistica, come se
l'intelligenza e l'equilibrio non fossero invece i primi requisiti
utili in simili casi), lo rincuori il fatto che sempre lì, in Terra
Santa, vi è una splendida Basilica della Natività dove poter
consolare le pene di questo mondo terreno.

   Certo vi sono anche un sacco di bellissime moschee, ma non sia
mai che uno come Magdi Allam si mischi con dei "pericolosi
terroristi"; meglio e più sicuro andarvi a pranzo ogni tanto, per le
consuete disposizioni mensili cui attenersi in quanto giornalista
libero e super partes.

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[1] Murum fleti, ossia il "Muro del Pianto", Ndr.

[2] Si veda l'articolo a firma Magdi Allam, Il muro di Sharon e la
battaglia di tutti, sul Corriere della Sera del 7 gennaio 2006