Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / I lati oscuri delle elezioni afgane

I lati oscuri delle elezioni afgane

di Giulietto Chiesa - 19/09/2005

Fonte: www.megachip.info

I lati oscuri delle elezioni afgane

Giulietto Chiesa

Voto in Afghanistan, da prendere con le pinze quali che siano i risultati che ci verranno comunicati. Come per le elezioni irachene gli osservatori non potranno essere presenti sul territorio, per evidenti ragioni di sicurezza. Si dovranno fermare a Kabul o poco più in là. Karzai controlla poco oltre i confini della capitale e, senza le truppe straniere, in primo luogo quelle statunitensi, la sicurezza del regime sarebbe immediatamente messa a repentaglio.

Ma questo è noto ed era noto anche prima. Esportare la democrazia secondo i criteri occidentali comporta parecchi problemi. Eppure non è nemmeno questo il punto. Il punto è che i criteri per queste elezioni, chiunque vi partecipi, non importa come, sono talmente distanti da quelli che noi generalmente associamo al termine democrazia, da invitarci alla massima prudenza. Per semplice realismo, per evitare illusioni.

Per esempio: si vota, ma senza partiti politici. Che sono vietati. Per chi si vota, dunque? Per candidati singoli che (lasciando da parte Kabul e i centri maggiori) si può facilmente immaginare come e da chi sono stati presentati. Si può immaginare che i signori feudali locali, i produttori di papavero e i controllori delle vie della droga lasciano presentare candidati indipendenti? Società civile uguale a zero. La domanda è: come hanno potuto presentarsi al voto le circa 630 donne? E la seconda domanda è: come sono state selezionate le altre circa 6000 candidature maschili?

La commissione elettorale centrale è interamente nelle mani di Karzai. I criteri di accettazione dei candidati sono stati tanto labili da permettere allo stesso Karzai di ammettere tra i candidati alcuni noti signori della guerra, ancora bene armati, e da escludere altri, meno armati.

Solo a Kabul la lista di voto comprende circa 400 candidati, il che significa una scheda di otto pagine. In un paese dove l'analfabetismo è generalizzato come si può immaginare una tale procedura elettorale?

E poi - questione assolutamente decisiva – non è nota la composizione etnica dei candidati. Dire che ce ne sono 6038 (di cui 2838 concorreranno per la Camera bassa, o Wolesi Jirga, mentre i restanti si contenderanno i posti in uno dei 420 consigli provinciali) non significa niente se non si precisa quanti sono i pashtun, quanti i tagiki, quanti gli uzbeki, quanti gli hazarà. Chiunque conosca l'Afghanistan sa che la ripartizione etnica della rappresentanza conterà più di ogni altro criterio. Per esempio i taliban erano pashtun, ma non erano tagiki e uzbeki. Come verranno garantite le proporzioni? Le cose non sono affatto chiare,

Quale ripartizione è stata garantita, a chi, e come, non è noto. E quel poco che si sa non è incoraggiante. Piccolo esempio: la comunità nomade dei Kuchi sarà rappresentata in parlamento da dieci seggi, mentre gli hazarà, che sono di gran lunga più numerosi, ne avranno solo cinque.

Non solo gli elettori, ma anche gli eletti saranno in maggioranza analfabeti. E le liste elettorali come sono state composte? Quali autorità amministrative le hanno compilate? E sotto quali controlli? Altro mistero pressoché impenetrabile.

Comunque in diverse zone votare sarà impossibile, perché sporadici combattimenti sono in corso.

Questo è il quadro. Ai miracoli si può sempre credere, ma la progressione dell'Afghanistan verso la democrazia non sembra sia stata miracolata.

Fonte:www.megachip.info
Link:www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=740
19.09.05