Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / In Burkina Faso la desertificazione non è più una fatalità

In Burkina Faso la desertificazione non è più una fatalità

di Luca Bernardini - 19/06/2008

   
 
Il campo di Ali Ouedrago non assomiglia a nessuno di quelli vicini. In questa regione del Burkina Faso l’abitudine è disboscare, piantare e raccogliere, fino all’esaurimento del suolo, poi di ricominciare in un altro terreno. I contadini lasciano dietro di sè un zipellé, una terra sterile e nuda. Più la popolazione aumenta, più c’è bisogno di terra, più il suolo viene impoverito. Questo è il meccanismo della desertificazione, aggravata dai cambiamenti climatici.

Per Ali tutto è cambiato nel 1983: «la situazione era difficile, l’acqua scarseggiava, i raccolti diminuivano, ero tentato di lasciare il mio Paese». Qui infatti l’emigrazione è un fenomeno in continuo aumento. Lui ha deciso invece di restare e di investire in terreni che nessuno voleva perchè troppo degradati. Con l’aiuto di una ong si è impegnato nella lotta alla desertificazione, e a poco a poco ha battuto tutti i record di produttività. Il raccolto di oggi in media è di 1500 kg di sorgo per ettaro, contro gli 800 kg dei campi vicini.

Ali non utilizza macchine agricole, fertilizzanti di sintesi, pesticidi chimici, tantomeno ogm. Gli agricoltori non hanno i mezzi finanziari per acquistare queste cose.
«Sono tecniche contadine tradizionali migliorate dai nostri esperti», spiega Matthieu Ouedragogo, formatore. Nei campi vengono allineate le pietre per formare piccoli terrazzamenti, questo frena l’erosione. Vengono piantati alberi ai bordi dei campi e piccole dighe a forma di mezza luna raccolgono e trattengono l’acqua piovana. Mentre in fossi profondi 20 cm viene piantato del grano su un letto di letame per favorire l’infiltrazione dell’acqua.
Grazie a queste tecniche la terra lentamente si rigenera e rimane fertile.

Visto il successo, si adotterà il sistema di Ali per circa 300 000 ettari, vale a dire il 9% della superficie di terre coltivabili in Burkina Faso.
«È la prova che la desertificazione non è una fatalità: con la nostra terra, il nostro clima e le nostre tecniche tutto è possibile» commenta orgoglioso Ali «La gente qui è fatalista: se sono povero, se ho avuto un pessimo raccolto, così ha voluto Dio. Non tutti però le pensano così, c’è chi si rimbocca le maniche e combatte giorno per giorno contro il deserto».

Fonte :
Le Monde