Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Tolkien e la Grande Guerra

Tolkien e la Grande Guerra

di Lorenzo Gammarelli - 07/07/2008

Fonte: eldamar

Tolkien e la Grande Guerra, di John Garth (Marietti, 2007)

In questa intervista Lorenzo Gammarelli, curatore e traduttore di Tolkien e la Grande Guerra, ci presenta in anteprima il libro. E’ questa per noi anche una opportunità di sbirciare nel non semplice ma pur sempre affascinante mondo editoriale italiano.

Se dovessi presentare Tolkien e la Grande Guerra a un pubblico di lettori dei romanzi di Tolkien, come lo faresti?

Direi che Tolkien e la Grande Guerra è un saggio biografico, in cui si analizza la cronaca della vita di Tolkien nel decennio fra il 1910 e il 1919, e in cui si esplorano le influenze che questa parte fondamentale della sua vita può avere avuto sulla sua opera.

Il panorama internazionale è ricco di saggi e studi su Tolkien e sulla sua opera, anche di ottima qualità. Come mai la scelta per il secondo volume della collana Tolkien e Dintorni è caduta proprio sull’opera di John Garth?

Prima di tutto perché, dopo due saggi fondamentali ma un po’ “pesanti” come La via per la Terra di Mezzo e Schegge di luce, abbiamo pensato che fosse il caso di passare a un punto di vista più narrativo e discorsivo, meno specialistico. Poi, perché è un libro avvincente che si può anche leggere come un romanzo. Infine, last but not least, perché rimane comunque uno dei migliori libri su Tolkien scritti negli ultimi dieci anni, e a mio parere certamente il migliore fra quelli a carattere biografico.

Chi è il lettore ideale di questo libro? Ritieni che il contenuto sia accessibile a un pubblico eterogeneo o che si tratti piuttosto di un volume dedicato agli specialisti?

Ovviamente questo libro sarà apprezzato soprattutto dagli appassionati tolkieniani. Tuttavia, potrebbe benissimo essere interessante anche per appassionati di storia militare, che magari hanno sentito parlare di Tolkien solamente perché hanno visto i film del Signore degli Anelli. Non dimentichiamo poi che la Prima Guerra Mondiale è profondamente incisa nella nostra coscienza nazionale, e questo potrebbe creare un ulteriore spunti di interesse.

E’ stata ipotizzata spesso l’influenza che la Seconda Guerra Mondiale avrebbe avuto nella genesi del Signore degli Anelli. Sono stati anche suggeriti abbinamenti espliciti, suggestivi quanto fantasiosi: Hitler e Sauron, l’esercito di Mordor e la fenomenale macchina bellica nazista, la lotta delle forze del bene (gli Alleati) contro quelle del male. Tolkien e la Grande Guerra si concentra invece sulla Prima Guerra Mondiale alla quale lo stesso Tolkien prese parte. Quanto hanno influito le due grandi guerre nell’opera di Tolkien?

A mio parere, la Seconda Guerra Mondiale ha influito ben poco sull’opera complessiva di Tolkien, mentre la Prima Guerra Mondiale è stata fondamentale. Però non voglio rovinare la sorpresa: comprate il libro e scoprirete perché! Intanto posso offrirvi una frase del libro, che risponde parzialmente a queste problematiche (notare che si parla del Kaiser Guglielmo e non di Hitler): «Orchi e Elfi non “sono” i Tedeschi e gli Inglesi; al contrario, essi distillano la crudeltà e il coraggio che Tolkien aveva visto in entrambe le parti in conflitto, come anche le qualità più generali della barbarie e della civiltà. In Melko, Tolkien non demonizza il Kaiser, ma la tirannia della macchina sull’individuo, un male internazionale che risaliva a prima del 1914, ma che sul Fronte Occidentale si esercitò con implacabile trasporto.»

Leggendo l’abstract del volume in lingua originale si viene a sapere che Tolkien e la Grande Guerra è anche una biografia dettagliata del periodo trascorso da Tolkien al fronte. In che misura questo è vero? Vengono rivelate nuove notizie biografiche rispetto a quelle riportate dalla biografia di Carpenter?

In questo caso l’abstract è poco veritiero: Tolkien e la Grande Guerra non è “anche una biografia”, ma è soprattutto una biografia. E non tratta solamente del periodo trascorso da Tolkien al fronte, ma anche di quello da lui passato a Oxford come studente universitario, e prima ancora a Birmingham come studente liceale. Naturalmente, la Biografia di Carpenter è un punto di partenza inderogabile per chiunque voglia raccontare la vita (o parte della vita) di Tolkien. Garth, però, espande, integra e (in alcuni casi) corregge quanto scritto da Carpenter, pescando dettagli minuziosissimi dalle fonti più disparate.

Veniamo al lavoro di traduzione. Quanto è durato il lavoro?

La prima idea di tradurre il libro di Garth risale all’ottobre 2004, come pura ipotesi: avevamo (quasi) terminato la traduzione della Via per la Terra di Mezzo, e ci chiedevamo a cosa dedicarci in seguito. Il progetto vero e proprio, però, è iniziato nel febbraio 2006, ed è proseguito con lunghi periodi di inattività e brevi ma intensi periodi di lavoro “matto e disperato”. Le ultime bozze sono state finite di correggere pochi giorni fa. Ci tengo a precisare che nell’opera di traduzione sono stato affiancato dai validissimi Roberto Arduini, Giampaolo Canzonieri e Alberto Ladavas.

Quali sono stati gli ostacoli maggiori che hai incontrato durante il lavoro?

La principale è stata la gestione del mio tempo, e l’organizzazione. Non sono un traduttore professionista, quindi ho dovuto lavorare nel poco tempo libero lasciatomi dal mio lavoro “reale”. Paradossalmente, mi ha molto aiutato il fatto di essermi rotto un gomito, costringendomi a restare a casa per più di un mese durante il quale mi sono dedicato quasi completamente al libro di Garth.

E’ stato necessario chiedere consiglio all’autore, John Garth? Se si, in quali occasioni?

Ho provato a scrivere a Garth per chiedergli una prefazione all’edizione italiana, e so che lui ha provato a scrivere a me. Per una serie di concomitanze e di sfighe cosmiche, nessuno dei due è riuscito a contattare l’altro per molto tempo. Quando finalmente Garth mi ha mandato una breve prefazione per l’edizione italiana, purtroppo il libro era già in stampa, e non è stato possibile inserirla. Speriamo che le vendite vadano molto bene, rendendo necessaria una seconda edizione in potrà trovare posto la prefazione.

Ti ritieni soddisfatto del lavoro compiuto o c’è qualcosa che avresti voluto o potuto far diversamente?

Nell’edizione rilegata dell’originale inglese sono contenute alcune rare immagini di Tolkien negli anni della sua giovinezza, e mi sarebbe piaciuto moto vederle inserite anche nell’edizione italiana; purtroppo, per problemi con i diritti d’autore delle fotografie, questo non è stato possibile. Inoltre, mi sarebbe piaciuto avere più tempo per sistemare meglio l’indice.

Con la collana Tolkien e Dintorni Marietti sta intraprendendo un percorso nuovo nel panorama nazionale di critica e saggistica tolkieniana. C’è stata collaborazione, nel corso dei lavori, da parte dell’editore?

L’editore è stato essenziale: fu uno dei direttori della collana, Claudio Testi, a propormi di tradurre Tolkien e la Grande Guerra, e certamente non l’avrei fatto se non avessi avuto fin da subito la prospettiva reale della pubblicazione.

In passato hai già lavorato con Bompiani, editore dei titoli più significativi di Tolkien. E’ stato molto diverso lavorare per Marietti, editore di qualità piuttosto che di quantità? Quali la differenze che ti hanno colpito di più?

La prima, abissale differenza sta nella cura del testo e del prodotto-libro finito: Bompiani era interessata unicamente a cose come il numero di cartelle o di pagine, e alla data di consegna del testo in tipografia. Per Il fabbro di Wootton Major e per Il cacciatore di draghi non ho neanche potuto correggere le bozze, e infatti ci sono vari refusi ed errori che si sarebbero facilmente potuti evitare (per esempio la lettera runica thorn sostituita da una p e l’errore nel nome del traduttore di Fabbro). Inoltre, mi sembra che da parte di Marietti ci siano un’attenzione e un rispetto molto maggiori per il traduttore o il curatore.

Completato il lavoro su Tolkien e la Grande Guerra, hai nuovi progetti in cantiere dei quali vuoi anticiparci qualche notizia?

In programma ci sono vari nuovi progetti, ma per il momento non posso parlarne. Comunque, credo proprio che adesso mi prenderò una lunga vacanza dalla traduzione; probabilmente mi dedicherò al mio sito, che negli ultimi mesi ho un po’ trascurato.