Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Oggi l'accordo ceco-americano per radar e missili in Europa

Oggi l'accordo ceco-americano per radar e missili in Europa

di Tommaso Di Francesco e Manlio Dinucci - 09/07/2008

 
Il segretario di stato Usa Condoleezza Rice in corsa col tempo, mentre Bush sta per lasciare la presidenza e di fronte alla fragile maggioranza del governo ceco, arriva oggi a Praga per firmare con il ministro degli esteri ceco Karel Schwarzenberg l'accordo per la costruzione nella Repubblica ceca di una stazione radar antimissile nell'ambito dello scudo spaziale americano. Sarà firmato il protocollo principale dell'intesa, che include anche la clausola sulla possibilità di disdire l'accordo: in tal caso gli Usa avranno due anni per ritirarsi. Sarà anche concluso un accordo sulla presenza del personale militare americano (per ora, 200 soldati). La base radar sarà infatti gestita direttamente dal Pentagono. L'accordo dovrebbe essere sottoposto alla ratifica del parlamento ceco in autunno dove però il governo del premier Mirek Topolanek (Ods, Civici democratici), se sopravviverà fino ad allora, avrà maggioranza esilissima. Subito la Russia con l'ambasciatore a Praga Alexej Fedotov, ha protestato minacciando ritorsioni. Tutto contro l'opinione pubblica e le popolazioni dei comuni legati all'installazione dei siti. Nella Repubblica ceca i tre quarti della popolazione è contro il sistema radar e l'opposizione socialdemocratica chiede un referendum popolare. Il progetto Usa prevede anche l'installazione di dieci intercettori antimissile in Polonia; il premier polacco Tusk tre giorni fa ha detto no perché non ci sono le contropartite di sicurezza: Varsavia vede - e vede bene - che le rampe di missili espongono il paese a nuove minacce. Ma domenica il ministro degli esteri Radoslaw Sikorski è volato inaspettatamente a Washington.

Così Condoleezza Rice deve fare in fretta, a Praga si parla di crisi di governo imminente. E vista la rincorsa non è escluso che il 10 luglio il segretario di stato Usa arrivi suadente anche a Varsavia. A scanso di equivoci Washington ha avviato colloqui con la Lituania, disponibile ad installare i missili se l'accordo con la Polonia fallisse, senza valutare che i missili in Lituania sono considerati da Mosca ben più aggressivi. E infatti proprio ieri a margine del vertice G8 a Tokaydo in Giappone, il presidente russo Dmitri Medvedev ha detto al presidente americano George W. Bush che Mosca considera «inaccettabile» che gli Usa possano installare in Lituania elementi dello scudo spaziale, esprimendo la sua inquietudine per le notizie circolate dopo la visita a Vilnius di un inviato Usa. Peraltro, sulla questione Iran - il «pericolo» alla base dello Scudo Usa e dove la Russia sottolinea l'intenzione di cooperare strettamente con gli Usa - Medvedev ha dichiarato che Mosca intende fare tutto il possibile per stimolare il dialogo con Teheran.
A Washington continuano a ripetere che lo «scudo» in Europa non è diretto contro la Russia, ma servirà a fronteggiare la minaccia dei missili balistici iraniani. A Mosca però sono convinti del contrario, soprattutto del fatto che il radar nella Repubblica ceca sarà il primo di una rete attraverso cui il Pentagono potrà monitorare il territorio russo, più efficacemente di quanto è in grado di fare oggi. A confermarlo è il fatto che Washington ha rifiutato la proposta russa di cogestire, insieme alla Russia, il radar di Qabala nell'Azerbaigian, invece di installare il radar nella Repubblica ceca. Per di più il generale Henry Obering, direttore dell'Agenzia Usa di difesa missilistica, ha parlato di «un radar a spiegamento avanzato che vorremmo dislocare in qualche luogo nella regione del Caucaso». E' il Forward-Based X-Band Radar-Transportable (FBX-T): un sistema altamente mobile, che può essere trasportato con aerei o navi e rapidamente montato nel luogo di destinazione.

Nei piani del Pentagono, quelle previste nella Repubblica ceca e in Polonia sono solo le prime di una serie di installazioni radar e missilistiche in Europa. Mosca ha già annunciato che, per contrastare tale piano, adotterà «metodi adeguati e asimmetrici»: a tale scopo ha effettuato due test di missili concepiti in funzione «anti-scudo». L'Europa ritorna così in prima linea in quella che rischia di divenire una nuova guerra fredda. È la tensione necessaria perché gli Stati uniti possono giustificare la loro presenza militare in Europa: finita la guerra fredda, tale presenza non è diminuita, ma ha assunto nuove forme con la ridislocazione delle basi Usa e l'espansione della Nato (e quindi delle forze Usa) fin dentro il territorio dell'ex Unione sovietica.

A questo stato di cose hanno contribuito attivamente i governi italiani sia di centrodestra che di centrosinistra. Emblematico l'accordo-quadro, firmato segretamente al Pentagono nel febbraio 2007 dal ministro della difesa Arturo Parisi con cui l'Italia ha aderito al progetto Usa dello «scudo» in Europa. L'accordo prevede non solo un contributo tecnico-scientifico italiano, ma sicuramente anche la messa a disposizione del nostro territorio per altre installazioni radar e missilistiche. Una base particolarmente adatta può essere quella di Sigonella, dove si sta realizzando una delle stazioni terrestri del sistema globale Muos della marina Usa e dove, secondo quanto proposto dal neo-ministro della difesa Ignazio La Russa, dovrebbe essere installato il nuovo sistema Ags della Nato, finalizzato al potenziamento della sua capacità offensiva «fuori area».