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Dinamica concentrazione del Buddhismo Chan

di Franzina Ancona - 10/07/2008

 

 
Dinamica concentrazione del Buddhismo Chan

Eccoli dunque questi fantastici monaci di Shaolin che con disciplina militaresca e ispirandosi al mondo animale coniugano Kung Fu e Tao Chi con la fede religiosa. Il Kung Fu dei monaci del tempio Shaolin nacque all’epoca della Dinastia Tang. L’imperatore Li Shimin aveva concesso al tempio di mantenere una truppa di monaci guerrieri eccelsi nelle arti marziali come particolare ringraziamento per il loro decisivo intervento nella repressione di una rivolta. Da allora si perpetuò la tradizione di questi monaci soldati che studiano il Buddhismo Chan e il Kung Fu con identico fervore. Si dice anzi che, tutti gli stili del Kung Fu in qualche modo provengano dal Tempio di Shaolin che si trova vicino a Dengfeng City nella provincia cinese di Henan, e che fu fondato nel 495 a.c. da alcuni monaci originari dell’India. In tempi recenti, esattamente nel 1983 , il Consiglio di Stato ha nominato il tempio di Shaolin “Tempio Buddista Nazionale”. Proprio per coordinare e diffondere questa straordinaria cultura del corpo che sovverte tutte le leggi della statica il maestro Shi Yongxin , abate del Tempio, nel 1987 fondò il Gongfu Monk Group. Da allora esibizioni e seminari dei monaci Shaolin si sono tenuti in tutto il mondo e l’affluenza di appassionati e curiosi è stata sempre in crescita. Perciò sono nate numerose scuole di arti marziali che, provenendo dalla regione, girano il mondo con il nome di Shaolin, ma la loro danza è certamente più commerciale di quella ammirata a Tivoli, visto che a esibirsi sono proprio i monaci del Tempio. Per il Festival di Villa Adriana, in uno dei siti archeologici più belli e grandi del mondo, i Monaci Shaolin portano uno spettacolo di Sidi Larbi Cherkaoui dal titolo Sutra. Il coreografo e danzatore fiammingo/marocchino racconta: “Da bambino Bruce Lee rappresentava un modello per me. I suoi discorsi sulle arti marziali, sulla necessità di attingere alle forze elementari della natura, mi apparivano pieni di verità. In seguito mi sono ispirato alla conoscenza del movimento dei monaci e alla loro straordinaria capacità di identificarsi totalmente con le creature viventi da cui sono circondati fino a diventare l’essenza stessa di una scimmia, di una tigre, di un serpente”. E’ come se , attraverso le acrobazie che sconfiggono ogni legge sulla fisica dei corpi, ogni monaco entrasse non solo nella dimensione di un animale, ad esempio di uno scorpione, riuscendo a riprodurne le identiche movenze articolando il corpo con sovrumana abilità. Sutra è stato realizzato in stretta collaborazione con Antony Gormley che ha creato una scenografia composta da ventuno casse di legno senza coperchio che cambiano continuamente posizione formando effetti di sorprendente abilità. Ogni momento coreografico è determinato dalla geometrica precisione con la quale le grandi casse che contengono poi i monaci vengono posizionate sul palcoscenico. I monaci si esibiscono con il tessuto sonoro del compositore polacco Szymon Brzóska che ha scritto nove brani per pianoforte, archi e percussioni eseguiti dal vivo da un piccolo ensemble di assai valenti musicisti che durante lo spettacolo sono nascosti da un velatino. I 17 monaci in scena, fra cui un ragazzino di circa dodici anni, che riproduce con grande energia i movimenti di una scimmia, si esprimono al massimo, regalando al pubblico la loro filosofia del movimento, la loro energia e l’incredibile precisione dei loro salti frutto di una severa educazione.