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L'Europa amica dei petrolieri

di Andrea Angelini - 10/07/2008

 

L'Europa amica dei petrolieri



La Robin Tax sui petrolieri non si tocca. “La struttura della tassa resta invariata” ha assicurato da Bruxelles il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, nella conferenza stampa al termine della riunione dell’Ecofin. Il governo non ha quindi alcuna intenzione di modificare il contenuto e quindi il significato della tassa che colpirà gli extra profitti dei petrolieri, realizzati grazie al gigantesco aumento del prezzo del greggio. “Siamo convinti che sia un provvedimento giusto” ha insistito il ministro.
Per effetto della tassa lo Stato dovrebbe introitare in cassa ben 3 miliardi di euro. Di questi, 500 milioni verranno usati per costituire un fondo di solidarietà a beneficio delle famiglie meno abbienti. E allora, fermo restando il meccanismo che è stato studiato e il gettito che si è stimato di ricavare, uno dei punti su cui si sta riflettendo è se confermare o meno le royalties, i diritti di sfruttamento, sui giacimenti petroliferi della Basilicata. “Siccome siamo federalisti – ha chiosato - siamo attenti alle Regioni”. Il problema da risolvere sta nel fatto che il decreto sulla manovra ha stabilito un aumento delle royalties il cui gettito però va alle Regioni. Ora si dovrà modificare la base imponibile per permettere che il gettito all’erario recuperi quella piccola parte che resterebbe alle Regioni. Va quindi considerato come “un episodio isolato” la dichiarazione di Gianfranco Conte (PdL), presidente della Commissione finanze della Camera, che aveva ipotizzato una modifica dell’imposta, salvo poi scusarsi con lo stesso Tremonti. Il ministro ha ironizzato sulle preoccupazioni, da parte di alcuni politici, sulla possibile traslazione dell’imposta sui prezzi finali. E ha voluto scavalcare a sinistra la stessa Sinistra ufficiale. “Forse– ha ipotizzato Tremonti - questi politici ritengono che l’unica tassa possibile sia quella sugli operai. Noi invece siamo convinti che di questi tempi le tasse giuste siano sugli extraprofitti petroliferi. Se poi a Sinistra si pensa che per evitare la traslazione non si debbano tassare i petrolieri, lo dicano”.

Europea tiepida anzi ostile in nome del Mercato
Sulla Robin Tax, Tremonti aveva avuto due giorni un colloquio con il commissario europeo alla Concorrenza, l’olandese Neelie Kroes, nel corso del quale il ministro ha illustrato e difeso la sua proposta per combattere le speculazioni che fanno schizzare in alto il prezzo del petrolio. Ma in Europea l’attacco di Tremonti ai petrolieri non ha trovato grandi simpatie, anzi le reazioni sono state molte tiepide. Molto cauto in tale ottica è apparso il ministro delle finanze lussemburghese e presidente dell’Eurogrup-po, Jean Claude Juncker. La speculazione sui prodotti petroliferi ovviamente c’è ed è un elemento importante ma la causa principale dell’aumento dei prezzi, a suo avviso, è dato dal “rapporto tra la domanda e l’offerta”. Sulla stessa linea il commissario al Mercato interno, l’irlandese Charlie McCreevy.
Sui prezzi del petrolio e delle materie prime “la speculazione ha un rilievo marginale”. Ciò che veramente pesa sono i fattori di mercato, la domanda e l’offerta. “La speculazione è marginale, forse dimostra una volontà a breve termine. Ma in generale - ha detto il commissario - i fondamentali del mercato, la domanda e l’offerta, sono quelli che sono e così resteranno”.
Tremonti aveva esposto la sua linea, quella di applicare gli articoli 81 e 82 del Trattato di Roma (ossia le norme contro la manipolazione del mercato e l’abuso di posizione dominante) anche ad operatori che agiscono al di fuori del perimetro europeo. Ma i colleghi sono per il no. Il ministro francese, Christine Lagarde, è sembrato quasi una esponente del centrosinistra italiano quando ha dichiarato che “Tremonti è pieno di creatività e immaginazione per trovare soluzioni formidabili”. Insomma, una maniera elegante per fare ironia sulla finanza creativa…Apparentemente disponibile, ma schierato di fatto con i petrolieri, il Commissario agli affari economici e monetari, lo spagnolo Joaquin Almunia, meravigliato positivamente di trovarsi di fronte ad un governo nazionale che sulle questioni di concorrenza chiede alla Commissione di essere rigorosa e severa e non già, come è abitudine, di essere cauta e di non darsi troppo da fare.
“Voglio evitare di spalancare una finestra senza sapere cosa troviamo – ha messo le mani avanti Almunia - la Commissione ha la responsabilità di applicare tutti gli articoli del Trattato e anche gli articoli 81 e 82 sono molto importanti. Abbiamo già applicato questi articoli e lo faremo anche in futuro, laddove è necessario. Continueremo a fare il nostro dovere ma dobbiamo avere presenti le nostre priorità e responsabilità. È necessario comprendere il funzionamento del mercato, aumentare la trasparenza e adottare misure per aiutare le fasce sociali deboli”. C’è da osservare che stiamo veramente freschi se la Commissione, che rappresenta il governo europeo, non è in grado di dire come funziona un mercato come quello petrolifero e soprattutto se non vuole assumere una posizione ufficiale e dire se c’è stato o meno una speculazione. La conclusione più ovvia è che la Commissione non possa perché le lobbies dei petrolieri presenti a Bruxelles e a Strasburgo sono più potenti della stessa Commissione, alla quale hanno fornito non pochi funzionari che ne condizionano le decisioni prese e ne dirigono gli indirizzi.

Tremonti: c’è speculazione e altro
Ma per comprendere che ci si trova di fronte non tanto ad una connivenza, che sarebbe troppo, ma almeno ad una certa indulgenza verso i petrolieri, basterebbe citare le obiezioni della Commis-sione ad applicare gli articoli 81 e 82. Bisogna dimostrare che c’è stata collusione, hanno farfugliato da Bruxelles. “Non è questo il mio mestiere - ha replicato Tremonti - ma se dovessi dare io qualche indicazione, direi di coinvolgere gli Antitrust locali, le Consob locali. La prova non è se due si vedono, ma se alla fine le loro azioni convergono verso un unico obiettivo”.
E poi, bisogna prendere atto che in questi mesi tutto ciò che è finanza va giù, mentre tutto ciò che è costo del petrolio e del cibo va su.
Chiamatela come volete, ha insistito: inflazione, speculazione, un po’ tutto insieme.
Per Tremonti è la peste di questo principio di secolo e va combattuta. A suo avviso, fuori dalla Ue ci sono dei cartelli come nell’energia e questo crea un paradosso asimmetrico. Dentro la Ue c’è il mercato mentre fuori non c’è. E se si cerca di provarlo con i metodi matematici messi sul tavolo dai burocrati europei, certamente non ci si riesce.

Controllo settimanale sulle scorte
L’Ecofin, pur nella sua ignavia, ha raggiunto un accordo politico per la pubblicazione settimanale delle scorte di petrolio. Per la Lagarde, la pubblicazione risponde a esigenze di trasparenza e consentirà di “dare una buona lettura dei fenomeni da parte di tutti gli attori”. A suo dire la Commissione ha realizzato un lavoro “eccellente” negli ultimi giorni sull’andamento dei prezzi dei prodotti petroliferi. In ogni caso, a Bruxelles si sta lavorando ad una rapporto, che sarà pronto in dicembre, sull’evoluzione dei prezzi dei prodotti petroliferi, sul ruolo del mercato e l’influenza di altri elementi come la speculazione. Destinata a restare sempre sullo sfondo come un elemento ininfluente.