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Prevale la sconsideratezza transatlantica nelle b. centrali

di movisol - 28/08/2008

 
All'incontro annuale dei banchieri centrali tenutosi a Jackson Hole nel Wyoming il 22 agosto, il capo della Federal Reserve Ben Bernanke ha affermato che la "crescita globale decrescente" "riporterà stabilità nei prezzi" attraverso la creazione di "un aumento del ristagno nell'utilizzo delle risorse". Per questo motivo non vede la necessità di aumentare i tassi di interesse per contenere l'inflazione. Bernanke ha anche chiesto che il Congresso conferisca più poteri al Dipartimento del Tesoro consentendogli di salvare anche le non-banche, nel contesto di una politica generale di salvataggi di tutte le posizioni speculative agli istituti che sono "troppo grossi per fallire". Bernanke ha cercato di camuffare questo approccio sconsiderato come delle "misure che permettano alle banche e ad altri istituti finanziari di affrontare il deleverage in una maniera più ordinata". Una decisione di non andare in questa direzione - sempre secondo Bernanke - rappresentata da ulteriori "misure di regolamentazione" porterebbe a "rischi eccessivi e un rischio sistemico ancora maggiore in futuro".

Un analogo approccio di insanità mentale è stato adottato dalla Banca Centrale Europea, come si vede dalla politica di salvataggio della bolla immobiliare spagnola. La BCE sta prestando circa 50 miliardi di Euro al mese alle banche spagnole - circa l'11% dei suoi prestiti a breve nella zona dell'Euro. Preoccupazioni in merito a questa politica sono state espresse dal governatore della Banca centrale olandese Nout Wellink intervistato dal quotidiano finanziario olandese Het Financieele Dagblad il 21 agosto. Wellink ha ammonito: "vediamo banche che cominciano a dipendere dalle banche centrali", e che "operazioni di questo genere hanno un limite. Esiste un punto in cui stai prendendo il controllo dei mercati". Alcune banche spagnole stanno emettendo titoli sostenuti da ipoteche con il solo scopo di presentarli come garanzie per i prestiti del BCE, secondo il Daily Telegraph, che ha così confermato le analisi pubblicate dall'EIR negli ultimi mesi.

Il 21 agosto Lyndon LaRouche ha criticato la politica del capo della BCE Jean-Claude Trichet, proponendo di cambiargli il nome in "Cliché": "Il problema è che l'Euro sta crollando ancora più velocemente del dollaro, e Cliché sta cercando di salvarlo con un pozzo senza fondo".

Per quanto riguarda la Spagna, la natura drammatica della situazione si evince dal fatto che il governo si è riunito in una seduta di emergenza - la prima di questo tipo dai tempi della dittatura di Franco - per concordare un "Piano di azione" da 20 miliardi di Euro. Il piano comprende tagli alle imposte, 6 miliardi in crediti per le piccole e medie imprese, 4 miliardi per l'edilizia sociale, e ulteriori fondi d'assistenza per i detentori di mutui. Questo pacchetto da solo dovrebbe bastare per gettare dalla finestra il "Patto di stabilità" e i suoi limiti drastici sulle spese statali. E la stampa spagnola ha già indicato che le banche iberiche hanno bisogno di altri 62 miliardi di Euro per rispettare le scadenze di fine anno.

Un altro aspetto della crisi europea si vede in Germania, dove il 20 agosto il governo ha deciso di fare vendere alla famosa Kreditanstalt fuer Wiederaufbau la sua partecipazione di maggioranza nell'IKB - sull'orlo del default dal giugno 2007 - al famoso fondo "locusta" Lone Star del Texas, al prezzo forfetario di non più di 150 milioni di Euro.

Il Daily Telegraph riporta la drammatica previsione del noto euroscettico dell'AIG Bernhard Connolly sul potenziale implosione dell'Unione monetaria europea (UME) senza un massiccio salvataggio pubblico in Germania, al livello delle cifre fornite per le riparazioni dopo la prima guerra mondiale: "Lo scoppio della bolla creditizia dell'UME sembra imminente, e svelerà squilibri molto pericolosi nei conti pubblici della zona Euro. La praticabilità a medio termine della stessa zona Euro nella sua forma attuale deve essere messa in dubbio".