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Argentina, volere volare

di Alessandro Grandi - 05/09/2008

La Aerolineas Argentina dopo quasi un decennio di amministrazione privata torna sotto controllo statale
Le Aerolineas Argentina tornano sotto il controllo dello Stato dopo anni di amministrazione privata.

Uno dei velivoli della compagniaSul groppone quasi novecento milioni di dollari di debito. Una situazione catastrofica lasciata dalla Marsans, compagnia turistica spagnola che dal 2001 amministrava la compagnia aerea argentina. Adesso le cose sono cambiate. Da ieri, infatti, il Senato argentino, dove il presidente Cristina Kirchner detiene una buona maggioranza, ha votato a favore della nazionalizzazione (46 voti a favore, 21 contrari). Ora si attende solo l'approvazione del secondo ramo del parlamento che dovrà dare il via libera sul prezzo d'acquisto in base al disegno di legge presentato dell'esecutivo. Ma qui potrebbero sorgere dei problemi. A luglio, infatti, il governo argentino e la Marsans avevano raggiunto un accordo in cui si stabiliva che il riacquisto da parte argentina sarebbe avvenuto in base a un prezzo fissato da entrambe le parti.

Scipoero dei mesi scorsi. I sindacati considerati colpevoli di parte della situazioneLe parti in causa. Vincente Munoz, uno dei rappresentanti dell'azienda spagnola di fatto non ha escluso che la trattativa possa durare molto a lungo e arrivare addirittura davanti al Cirdi, l'organo che decide in merito alle controversie seguite a un investimento internazionale. Inoltre, dalla società spagnola arriva un duro attacco nei confronti dei sindacati argentini rei secondo il loro giudizio di aver fatto di tutto per portare al fallimento la compagnia aerea grazie al loro continuo gettare acqua sul fuoco delle polemiche. E lo stesso Munoz ha anche precisato: “Se il prezzo a cui noi vogliamo vendere non sarà accettato, non venderemo”. Munoz ha anche ipotizzato un possibile esproprio statale della compagnia aerea ma in questo caso la Marsans “si tutelerà presso i tribunali internazionali”
In ogni modo, il tentativo della Kirchner di riportare la compagnia aerea sotto controllo statale è uno dei tanti obiettivi della sua presidenza così come quello di far partecipare lo Stato in modo sempre più attivo all'economia nazionale. Così come è già avvenuto per le Poste e per il servizio di purificazione dell'acqua, aziende private negli anni Novanta e rientrate sotto controllo statale.

La presidente Cristina KirchnerTutto da rifare. Oltre ai quasi novecento milioni di debiti la compagnia aerea deve tenere conto di molti altri fattori per essere risanata come vorrebbe la presidente. Sono settanta gli aerei a disposizione, il 40 percento dei quali sono fermi a terra e devono essere rimessi in grado di volare al più presto in modo da invogliare i passeggeri a utilizzare la compagnia. Le vendite di biglietti, infatti, sono calate notevolmente negli ultimi anni proprio per l'inefficienza degli aerei e dei servizi a terra. Ma qualcosa è stato fatto. Circa un mese fa il governo ha stanziato 50 milioni di dollari per aggiustare alcuni velivoli e fare fronte al pagamento dei salari ai lavoratori che sono circa novemila fra gli equipaggi e il personale di terra. Insomma, considerando che quotidianamente Buenos Aires sborsa circa 1,5 milioni di dollari (soldi dei contribuenti, ovviamente) per mantenere la compagnia e che ne va della vita di migliaia di persone, qualche cosa il governo progressista della Kirchner doveva fare. Adesso, l'ultima parola spetta all'altro ramo del parlamento ma come già avvenuto in diverse nazioni latinoamericane di sicuro si giungerà all'accordo per far tornate “a casa” le Areolineas Argentina.