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Sciopero generale a Gaza, un nuovo colpo per la popolazione della Striscia

di Carlo M. Miele - 08/09/2008




Lo sciopero in corso negli ospedali, nelle scuole statali e in diversi settori pubblici di Gaza è frutto dell’ennesimo scontro sotterraneo tra le fazioni di Hamas e Fatah e rischia di aggravare ulteriormente le condizioni della popolazione palestinese, già gravata da oltre un anno di assedio israeliano.

A sostenerlo sono diversi osservatori internazionali e operatori umanitari, che hanno posto l’attenzione sulle proteste iniziate lo scorso 30 agosto.

Sciopero generale

Lo sciopero totale all'interno di tutti i servizi statali della Striscia è stato annunciato sabato  scorso dagli addetti del settore pubblico, in risposta a un appello lanciato dal Sindacato palestinese del pubblico impiego, vicino a Fatah. Finora vi hanno aderito migliaia di lavoratori.

Particolarmente grave la situazione negli ospedali più grandi della Striscia, dove gli operatori sanitari manifestano contro il licenziamento di 46 colleghi su decisione del ministro della Sanità di Hamas. Nella struttura ospedaliera di Shifa e in altri complessi analoghi mancano il 30 per cento dei medici e il 70 per cento degli infermieri.

Secondo fonti ufficiali della Croce Rossa Internazionale, citate dall’agenzia stampa Onu Irin, da qualche giorno vengono svolti solo i servizi di emergenza, mentre vengono sempre più trascurate gli standard e le procedure mediche.

Emergenza simile si registra nel settore scolastico, per lo sciopero lanciato dall'Unione generale degli insegnanti palestinesi, uno degli ultimi bastioni di Fatah nella striscia di Gaza.

Migliaia di impiegati del settore dell’istruzione si stanno astenendo dal lavoro in risposta al licenziamento o al trasferimento arbitrario di diverse centinaia di professori e di direttori di istituto, creando notevoli disagi agli studenti che hanno da poco iniziato il nuovo anno scolastico.

Tra incudine e martello

Difficile è la situazione dei lavoratori del settore pubblico, schiacciati tra le pressioni del governo di Hamas, al potere nella Striscia, e quello di Fatah, insediato a Ramallah, in Cisgiordania.

Proprio il governo del primo ministro Salam Fayyad e del presidente Mahmoud Abbas sostiene lo sciopero in corso e minaccia di licenziare coloro che non vi partecipano o di non pagare loro gli stipendi.

Per tutta risposta l’esecutivo di Hamas sta intervenendo rimpiazzando gli insegnanti e arrivando ad arrestare i lavoratori in sciopero. 

Il portavoce del movimento islamico Fawzi Barhoum, ha dichiarato a Irin che la responsabilità degli scioperi va attribuita a Fatah e al suo governo. "Questi sono scioperi politici – ha detto Barhoum – dettati da Fatah a Ramallah per danneggiare le esistenze dei palestinesi di Gaza, attaccando il settore della sanità e dell’istruzione".

Popolazione colpita

A fare le spese dell’ennesimo conflitto tra Fatah e Hamas è ancora una volta la popolazione di Gaza, privata anche dei servizi minimi.

Con un comunicato emesso in queste ore, l’ong Palestinian Centre for Human Rights (Pchr) sottolinea che sono “le persone che stanno concretamente pagando il prezzo di questi scioperi politici sono i cittadini che necessitano e usano i servizi pubblici”.

Allo stesso modo, fonti ufficiali delle Nazioni Unite citate da Irin rilevano che "i trasferimenti e le sostituzioni " compiute dal Movimento della resistenza islamica nel settore sanitario e dell’istruzione e i conseguenti scioperi proclamati dai sindacati "minacciano la fornitura dei servizi sanitari e scolastici destinati alla popolazione di Gaza, che già fa i conti con disagi considerevoli".

Gli operatori umanitari presenti sul posto accusano sia Hamas che Fatah di “attacchi politicamente motivati”.

Ancora il Pchr rileva che in questo modo gli scioperi “mancano di motivazioni sociali ed economiche, e non rappresentano i reali interessi dei dipendenti del settore pubblico”, divenendo soltanto “una grave frammentazione politica interna, e il culmine di azioni conflittuali intraprese dalle due controparti in lotta”.