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Plunge protection team: i signori oscuri dei mercati finanziari

di Ilvio Pannullo - 13/09/2008

 

Dopo aver chiuso la settimana borsistica più nera del 2008, oggi sui mercati mondiali è tornato l'ottimismo. Il motivo che ha portato gli investitori a comprare azioni è stata la scelta del Tesoro Usa di nazionalizzare le due agenzie governative dei mutui Fannie Mae e Freddie Mac. Notizia che ha mandato in fibrillazione le quotazioni di tutti i titoli finanziari, con rialzi superiori al 10% per colossi come Hbso, Barclays, Axa, Ubs e così via. Ma anche il dollaro ha recuperato terreno, chiudendo a quota 1,419 nei confronti dell'Euro, un livello che non vedeva più dall'ottobre del 2007. In sostanza euforia e gioia per tutti e questo nonostante appena la settimana scorsa, Fannie Mae e Freddie Mac avevano annunciato perdite record e, cosi come loro, la maggior parte delle società che offrono servizi finanziari. A ciò si aggiungano disoccupazione in aumento, l'aggravarsi della crisi dovuta ai pignoramenti, il budget statale nel caos e ovunque gravi fallimenti. Era, dunque, più che ragionevole aspettarsi che il dollaro e il mercato azionario crollassero e che l'oro e il petrolio andassero alle stelle. Stranamente, tuttavia, l’ indice “Dow Jones Industrial Average” ha guadagnato 300 punti, il dollaro si è rafforzato mentre l'oro e il petrolio sono crollati. Cos'è successo?

A fornirci la risposta è un bello scoop del quotidiano svizzero Le Temps, che ha rivelato l’esistenza del “Plunge Protection Team” ovvero di un gruppo ideato dal governo americano nel 1989 che interviene segretamente sui mercati per evitare il crash da panico. Insomma, una versione reale e pubblica (i soldi ce li mettono i contribuenti americani) di quella “mano invisibile“ tanto cara ai liberisti di tutto il mondo, di cui però nessuno parla, e che sarebbe intervenuta a metà agosto nel pieno della crisi dei mutui suprime, riuscendo a frenare la caduta delle borse.

Noto come il Gruppo di Lavoro del Presidente sui Mercati Finanziari – soprannominato “Plunge Protection Team” dal Washington Post nel 1997 – il PPT ha visto festeggiare silenziosamente il suo 20esimo compleanno lo scorso 18 Marzo. “Silenziosamente” è tuttavia un eufemismo, “semi-segretamente” sarebbe più corretto. Il Gruppo di Lavoro è, infatti, quel molto discusso ma molto discreto gruppo che ha rifiutato di sottomettersi al Freedom of Information Act o di testimoniare in dettaglio di fronte al congresso riguardo le sue attività. Il segretario Henry M. Paulson Jr. - insieme al Federal Reserve Board Chairman Ben Bernanke che è un altro prominente membro - non ha fatto segreto di accelerare le sue operazioni dopo che prese posto al Tesoro nel 2006.

La presenza del PPT era una volta celata e la sua esistenza fermamente negata, come se fosse un caso di sicurezza nazionale. Ma il PPT adesso è uscito finalmente alla luce del sole. Ciò che una volta era un legalmente discutibile "manipolatore" dei mercati è diventato un riconosciuto stabilizzatore e protettore degli stessi. Il nuovo atteggiamento è divenuto prassi nel Gennaio 2008, quando i mercati globali hanno registrato il peggior crollo dall'11 Settembre 2001. La stessa Senatrice Hillary Clinton ne ha ammesso candidamente l’esistenza in una dichiarazione riportata dallo State News Service ha affermato: "Credo sia necessario che si prenda questa direzione. Il Presidente dovrebbe aver già convocato e dovrebbe molto velocemente richiamare la Commissione Presidenziale per i Mercati Finanziari. Ci sono delle cose che dovrebbe richiedere al Segretario del Tesoro. . . Questo deve essere coordinato in accordo ai regolatori su tutti i mercati e ovviamente con i regolatori e le banche centrali sparse nel mondo."

Un modo come un altro, insomma, per dire che era ora di farla finita con la libera allocazione delle risorse scarse e che un intervento programmato e mirato, da realizzarsi attraverso la cooperazione di tutti i regolatori sparsi per il mondo, era necessario. Ecco, dunque, svelato il mistero di cosa ci fosse di tanto strano nell'andamento del dollaro. Le dichiarazioni dello stesso James Turk, fondatore della moneta digitale su base aurea chiamata “GoldMoney”, rilasciate il 7 Agosto, contribuiscono ulteriormente a fare luce su quanto sta avvenendo e a chiarire come episodi di questo tipo non sono da considerare come eccezioni alla regola: "Negli Stati Uniti continuano ad aumentare i problemi relativi alle banche, mentre il deficit del governo federale continua a salire in modo incontrollato".

"Quindi - prosegue Turk - cos’è che ha fatto salire il dollaro nelle scorse tre settimane? In poche parole, è stata un'intromissione. Le banche centrali hanno tirato su il dollaro, e qui c'è la prova. Quando le banche centrali intervengono sui mercati valutari - continua Turk - scambiano la loro moneta contro dollari. Dopo di che le Banche centrali usano i dollari che hanno acquisito per comprare buoni del tesoro degli Stati Uniti, così da poter ottenere gli interessi sul loro capitale. Gli strumenti di debito che le banche centrali acquisiscono vengono tenuti in custodia per loro dalla Federal Reserve, che riporta questo ammontare settimanalmente.”
Ecco, quindi, smascherato l’artificio finanziario dall’ineluttabilità dei numeri: "Il 16 Luglio 2008, la Federal Reserve - puntualizza Turk - ha riportato holding per 2.349 miliardi di dollari in titoli di stato garantiti dal governo U.S.A. e custoditi per le banche centrali (dei vari paesi creditori, ndr). Nel report che ha rilasciato oggi (si parla sempre del 7 Agosto 2008), questo ammontare è cresciuto, nelle passate tre settimane, a 2.401 miliardi di dollari, facendo registrare un tasso di crescita annuale del 38.4%".

"Quindi – prosegue ancora Turk - - le banche centrali hanno accumulato, nelle passate tre settimane, interessi ad un tasso molto più alto di quanto ci si potrebbe aspettare in conseguenza del trend negativo dell'economia USA. La conclusione logica è che stessero intervenendo nei mercati valutari. Compravano dollari con lo scopo di incrementarne il valore, per prevenire che il dollaro crollasse del tutto e, facendo questo, hanno scatenato una rapida manovra finanziaria, cosa non molto difficile da compiere data la forza impiegata nei mercati in questi giorni da fondi d’investimento e simili."

In soldoni, quindi, le banche centrali dei vari paesi che detengono il debito pubblico americano, comprando e vendendo in cambio di dollari parti delle rispettive riserve di moneta e mobilitando in questa maniera quantità inimmaginabili di ricchezza, contribuiscono alla tenuta fittizia della divisa a stelle e strisce, drogandola con pesanti dosi di liquidità. Il tutto, ovviamente per evitare quella fisiologica caduta che sarebbe per loro stesse - e dunque per le economie del mondo intero - un disastro finanziario di proporzioni difficilmente immaginabili.

Cosi come le banche centrali in accordo manipolano le valute, così anche l'oro può essere gestito attraverso vendite in massa delle riserve aurifere delle banche centrali. Anche il petrolio e qualsiasi altra merce può essere ampiamente controllata. Ma i mercati non possono essere comunque manipolati né cosi tanto né così a lungo senza risolvere il problema di fondo. E’ da folli pensare di manipolare in questo modo un sistema da un quadrilione di dollari di derivati che sta implodendo.

Dunque, cosa fare? La risposta é sotto i nostri occhi ed è la risposta fisiologica di un sistema, come quello americano, fondato sul debito: la guerra. Guerre e venti di guerra sono stati usati storicamente, infatti, per distrarre la popolazione e sviare l'attenzione pubblica dal disastro economico, oltre che per risolvere crisi strutturali come quella in cui ci troviamo. Come riassunto efficacemente nel trailer del film "Wag the Dog" del 1997, "c'è una crisi alla Casa Bianca e, per salvare le elezioni, dovranno inventarsi una guerra". Era il 1997 e s’inventarono la guerra in Kosovo. Oggi siamo nel 2008 e dopo l’Afghanistan e l’Iraq abbiamo la crisi del Caucaso e già si parla di Iran. Pare, dunque, esistere un filo rosso che lega la storia di questi ultimi venti anni. Almeno quello tra dollaro e armi.