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Prigioni segrete e mandato di cattura europeo

di Francesco Mario Agnoli - 06/02/2006

Fonte: Francesco Mario Agnoli

  

    Non è più questione di essere  filo- o anti-americani. Dopo le dichiarazioni del segretario di Stato Usa, Condoleeza Rice, è certo che  in paesi dell'Est europeo vi sono, o vi sono state, prigioni segrete  nelle quali la CIA custodisce sospetti terroristi che vi vengono (o venivano) portati con aerei, che,  senza che nulla si sapesse del loro vero carico, percorrevano i cieli e facevano scalo negli aeroporti europei. La Rice ha aggiunto  che comunque i prigionieri "secretati" non sono mai  stati sottoposti a torture, che   in questo modo è stato possibile prevenire   attentati terroristici e salvare  la vita di molti europei e, infine, che  non è stata  violata  alcuna sovranità nazionale. Quest'ultimo punto è certamente vero. Gli Stati interessati  non potevano non essere consapevoli e consenzienti. Quanto agli attentati e alle vite umane salvate, dal momento che  la Rice non ha portato prove, crederle o non crederle è questione  di fiducia e quindi, in questo caso sì, di scelte e simpatie  politiche.
   A proposito invece delle torture troppi  commentatori  si sono dedicati  a più meno dotte disquisizioni  sui servizi di "intelligence" (per intenderci gli 007 con licenza di uccidere), sui loro metodi  e sulla necessità di farvi ricorso per combattere la  sporca  guerra del terrorismo anche se sgraditi  alle anime belle di Amnesty  e del Parlamento europeo. Si è invece trascurato di porre anzitutto al segretario di Stato poi a se stessi la più semplice e fondamentale delle domande: se lo scopo perseguito è tanto nobile, se i risultati raggiunti sono così favorevoli, soprattutto se  non si praticano torture, perché queste prigioni non sono state costruite negli  Stati Uniti, che, oltre tutto, dispongono di territori molto più vasti e meno fittamente popolati di quelli della vecchia e piccola  Europa? Purtroppo  per la Rice e  per i sofistici elucubratori sulle guerre  di  "intelligence" la risposta  è semplicissima: quei prigionieri dovevano essere tenuti ad ogni costo lontano dai giudici  americani, che non avrebbero consentito il protrarsi di quelle detenzioni  senza mandato e senza  processo e l'impiego  di quei metodi,  comunque  li si vogliano  denominare.
    Condoleeza Rice, che ovviamente ha delle vicende europee, una conoscenza approssimativa, ha creduto di tranquillizzarci, assicurando che  non è stata violata   alcuna sovranità nazionale. In realtà è proprio la disponibilità  di Stati già membri dell'Unione o in procinto di entrarvi  ad accettare prigioni e metodi  ritenuti intollerabili dai giudici americani ad allarmarci e questa volta non per  i sospetti terroristi  arabi,  ma per noi stessi. 
    Qualche tempo fa  l'Europa ha varato  il cosiddetto "mandato di arresto europeo", che, dopo grandi polemiche è stato recepito  da tutti i paesi membri, per ultima dall'Italia, che ha  cercato di circondarne l'applicazione  di particolari cautele (la prudenza italiana è poi stata superata dai giudici tedeschi  che hanno dichiarato  il mandato di arresto europeo  -frettolosamente  recepito dalla Germania di Schroeder - in contrasto con le garanzie costituzionali).
     Per dirla in breve il mandato di arresto  europeo  impone  alla autorità giudiziarie di tutti i paesi membri di dare esecuzione senza indugio e senza riserve ai provvedimenti  soppressivi o limitativi della libertà personale anche di cittadini  del paese richiesto provenienti da qualunque autorità giudiziaria  di un altro paese  membro. Come è stato scritto,  l'autorità giudiziaria  del paese richiesto è tenuta a comportarsi come organo di mera con segna dell'inquisito o del condannato,  venendo così declassata  a livello di burocrazia carceraria.
    Come risulta espressamente dalla normativa  europea che lo ha istituito, il sistema del mandato di  arresto europeo si fonda sul principio della fiducia fra stamri, che  consente la creazione di uno spazio  di libertà, sicurezza e giustizia.
     Dopo quanto si è appreso, quale fiducia  possono nutrire i governi e i cittadini  degli altri paesi nei confronti delle autorità di stati che hanno accettato  di ospitare  sul loro territorio carceri segrete per ospitarvi detenuti  sottoposti a pratiche che la giustizia americana non avrebbe  tollerato?