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L'Italia quasi libera da OGM

di Roberto Pinton - 06/02/2006

Fonte: greenplanet.net

Controlli sulle sementi: contaminato "solo" il 6,7% dei campioni di soia e l'1,4% di quelli di mais. Alemanno: «I controlli sono stati attenti».

In settimana le agenzie hanno battuto una nota in cui il ministro Alemanno afferma: “Gli attenti controlli sulle sementi, effettuati al fine di tutelare i consumatori, hanno fatto emergere poche irregolarità per quanto riguarda la presenza di Ogm in mais e soia. Questo risultato è stato ottenuto grazie al lavoro di monitoraggio effettuato in collaborazione l’Ispettorato centrale repressione frodi, l’Ente nazionale sementi elette e l’Agenzia delle Dogane”.
Le verifiche effettuate da Ispettorato centrale repressione frodi, Ente nazionale sementi elette e Agenzia delle dogane su 1.330 campioni di mais da seme e 106 campioni di sementi di soia, hanno evidenziato la presenza di OGM nell’1,4% del primo e nel 6,7% della seconda.

Come sappiamo, essere “quasi” OGM-free vuol dire, banalmente, essere OGM.
Al di là della stringatezza della nota d’agenzia, i fatti sono che in Italia c'è una legge che impone sementi indenni da contaminazione OGM e che talune imprese sementiere hanno posto in essere “atti idonei diretti in modo non equivoco” a violare questa legge, consegnando agli acquirenti prodotti diversi per qualità (cioè OGM) da quelli dichiarati (cioè esenti da OGM), corrompendo e adulterando sostanze destinate all'alimentazione e compiendo una palese frode in commercio (art. 515 codice penale).

Confidiamo che, non fosse altro che per risparmiare 62 euro (la sanzione prevista dall’art. 361 dello stesso codice per il pubblico ufficiale che ometta o ritardi di denunciare all'autorità  giudiziaria un reato di cui abbia avuto notizia nell'esercizio delle sue funzioni) il ministro Alemanno abbia provveduto a interessare i giudici del reato di cui ha avuto notizia.

Oppure che, in sede di Consiglio dei ministri, si sia attivato -in un'ottica assolutamente liberale- per garantire a tutte le imprese italiane una franchigia del 6.7% nel rispetto di qualsiasi norma.

Perché non dovrebbe essere autorizzato un Parmigiano Reggiano fatto con il 6,7% di latte in polvere?
Perché non si dovrebbe consentire una percentuale del 6.7% di margarina nel burro o una presenza del 6.7% di olio di semi vari in un olio extra vergine d'oliva Dop?
Perché non tollerare il 6.7% di saccarosio in un prodotto che si dichiari "senza zucchero", il 6.7% di glutine in un prodotto notificato al Ministero della salute come destinato ai celiaci?
Perché non dare liceità alla mancata corresponsione ai dipendenti del 6.7% dei salari previsti dai contratti collettivi o all’autoriduzione nella stessa quota per i contributi dovuti agli enti previdenziali?

Mica per niente, solo per equità.

O che per poter far quel che ca(volo) si vuole nell'assoluto disprezzo della legge è necessario trafficare nel biotech?