Oggi il “Viaggio nell’Italia dei Comuni a 5 stelle” arriva alle porte di Milano, quindi non fa molta strada rispetto alla tappa a Carugate. Ma viaggia lontanissimo, in un luogo fin qui inesplorato da qualunque altra amministrazione pubblica italiana.
Cassinetta di Lugagnano (MI) è infatti il primo comune italiano ad aver approvato una variante urbanistica a crescita zero. In questi anni migliaia di sindaci e assessori, costruttori e politici, affaristi ed impresari, ci hanno raccontato che non sarebbe possibile fermare lo sviluppo edilizio, che costruire case crea occupazione, ricchezza, muovendo la nostra stanca economia.
Ora invece si scopre una cosa che sulla carta già sapevamo ma che necessitava di essere sperimentata concretamente per creare un precedente storico: è possibile interrompere la spirale perversa che vede gli enti locali svendere interi pezzi di territorio per incamerare risorse funzionali a garantire servizi per un numero sempre maggiore di residenti. Insomma, il cane che si morde la coda, a danno dell’ambiente e del territorio.
E’ possibile cioè avviare politiche concrete di tutela del territorio, di messa al bando di quella cementificazione selvaggia che, negli ultimi 15 anni ha letteralmente devastato ogni angolo d’Italia, vomitando palazzi, capannoni, centri commerciali, villette e di conseguenze opere pubbliche a corredo (tangenziali, svincoli, viadotti, ecc.).
La motivazione principale per cui l’amministrazione comunale di Cassinetta ha scelto di adottare un piano governo del territorio che non prevedesse espansioni e nuovo consumo di suolo, è stata la presa di coscienza di dover fare qualcosa per disinnescare questo meccanismo deleterio, che ha portato, e porta tuttora, i comuni, a causa delle difficoltà economiche in cui spesso versano, a monetizzare il territorio per far fronte alle spese correnti.
In tutta Italia, in Lombardia e in Provincia di Milano in particolare, questo circolo vizioso sta producendo effetti devastanti. Ciò avviene soprattutto dove esiste una forte spinta edificatoria, attorno alle grandi aree urbane.
La necessità di porre un freno, un limite al consumo di suolo è stata quindi una scelta considerata quasi obbligata. Una scelta che ha risposto: alla constatazione che se non si procede ad un cambio di strategia nella politica urbanistica, in meno di 100 anni, molte zone saranno completamente urbanizzate e conurbate; al fatto più generale che occorre evitare, laddove ancora non è avvenuto, il superamento del limite di territorio urbanizzato oltre il quale il sistema ecologico non è più in grado di autoriprodursi; all’etica delle responsabilità verso le future generazioni.
Il Comune ha adottato il Piano di Governo del Territorio nel marzo del 2007, ai sensi della L.R. 12/05. Le linee guida che hanno orientato le scelte di politica urbanistica sono state le seguenti: non procedere a nessun nuovo piano di insediamenti residenziali se non attraverso il recupero di volumi già esistenti o alla riconversione e recupero di aree industriali; puntare sulla valorizzazione del centro storico e del patrimonio artistico ed architettonico (il naviglio grande, le sue ville, i parchi ed i giardini); salvaguardare e promuovere l’agricoltura; promuovere la qualità ambientale e il turismo; opporsi alle grandi infrastrutture legate all’aeroporto di Malpensa.
La decisione di adottare la “crescita zero” quale faro della politica urbanistica, anche se già ampiamente prevista dal programma amministrativo, è stata confermata successivamente anche attraverso assemblee pubbliche aperte a tutta la cittadinanza.
Ai cittadini di Cassinetta è stato chiesto come fare per finanziare quei servizi e quelle opere pubbliche necessarie alla vita di una comunità: ricorrere a nuove lottizzazioni oppure accendere mutui con conseguente ricaduta sulla fiscalità locale?
Dal dibattito che ne è sortito, non c’è stata nessuna levata di scudi in nome del motto “giù le tasse”, anzi, le considerazioni più ricorrenti sono state: “vogliamo mantenere integro il territorio e non vogliamo crescere”, oppure “siamo scappati dall’hinterland milanese e abbiamo scelto Cassinetta di Lugagnano per la sue qualità ambientale”.
L’amministrazione ha quindi agito di conseguenza e coerentemente alle indicazioni emerse dal percorso partecipativo. Il piano è stato quindi predisposto perché rispondesse a questi precisi criteri: recupero e riutilizzo di volumi esistenti già edificati; programmazione di numerose piste ciclopedonali al fine di disincentivare l’utilizzo dell’automobile per brevi spostamenti; valorizzazione del patrimonio artistico e, soprattutto, paesaggistico; tutela del verde e salvaguardia dell’agricoltura.
Il PGT è stato adottato nel marzo 2007 e verrà attuato nel prossimo quinquennio. L’amministrazione rieletta nel maggio 2007, ha confermato in occasione della seduta di insediamento e di approvazione delle linee programmatica di mandato la stessa impostazione di politica urbanistica.
Il Comune di Cassinetta di Lugagnano, nei prossimi 5 anni, non prevede l’avvio di nuovi insediamenti e dovrebbe mantenere sostanzialmente inalterato il rapporto tra suolo urbanizzazto e suolo libero (salvo per quanto potrà accadere a causa dell’intervento di altri enti nel campo delle grandi opere: ANAS e Regione Lombardia).
Ma si sa, non tutti gli enti sono amministrati da persone di buon senso e coraggio, come il Sindaco di Cassinetta Domenico Finiguerra.