Il Medio Oriente in Italia: la bella favola dell’immigrazione (incontro pubblico)
di Claudio Moffa - 25/11/2008
Fonte: mastermatteimedioriente
VENERDI' 28 NOVEMBRELungotevere de' Cenci 5, ore 16,30Il Medio Oriente in Italia:la bella favola dell’immigrazione Umberto Melotti (Università di Roma “La Sapienza”)Claudio Moffa (Università di Teramo) L’approccio sociologico-immediatistico impedisce di capire la funzione storica e sociale delle ondate immigratorie che continuano a riversarsi nel nostro paese: al di là di possibili, meditati e programmati usi del fenomeno migratorio, la funzione storica oggettiva è stata quella di colpire i livelli salariali e le garanzie di sicurezza nel lavoro conquistati dal movimento sindacale italiano in mezzo secolo di lotte. Un monito per politici e sociologi dell’ “immigrazione facile”. Melotti è uno dei principali esperti di immigrazione in Italia, Claudio Moffa, storico, è autore de La favola multietnica. Per una critica della sociologia dell’ “immigrazione facile”.
UMBERTO MELOTTI Umberto Melotti (Milano, 6-4-1940) è professore ordinario di Sociologia politica all'Università di Roma "La Sapienza", oltre ad essere decano per la stessa università del corso di perfezionamento in antropologia culturale delle società complesse. In precedenza aveva insegnato sociologia e antropologia culturale all'Accademia di Belle Arti di Brera e all'Università di Pavia.Ha fondato e dirige la rivista Terzo Mondo. Fra le sue pubblicazioni: Rivoluzione e Società (La Cultura Sociologica, Milano, 1965; trad. spagnola México, 1979); Marx e il Terzo Mondo (Il Saggiatore, Milano, 1972; trad. inglese, spagnola e cinese); Ego e i suoi cugini. Una critica sociobiologica dell'antropologia della parentela (Centro Studi Terzo Mondo, Milano, 1985); La nuova immigrazione a Milano (Mazzotta, Milano, 1985); L'immigrazione, una sfida per l'Europa (Edizioni Associate, Roma, 1992); Etnicità,nazionalità, cittadinanza (Seam, Roma, 2000); L'abbaglio multiculturale (Seam, Roma, 2000). Migrazioni internazionali, globalizzazione e culture politiche (Bruno Mondadori, Milano, 2004), Le banlieues. Immigrazione e conflitti urbani in Europa (Meltemi, Roma, 2007). |
Modello francese di integrazione repubblicana, pluralismo ineguale britannico, ospitalità tedesca RADIOGRAFIA DEL FENOMENO IMMIGRATORIO NEI PRINCIPALI PAESI EUROPEI Una intervista RAI a Umberto Melotti___________________L'ABBAGLIO MULTICULTURALE Un libro collettaneo a cura di Umberto Melotti |
Un libro collettaneo di Umberto Melotti
L'abbaglio multiculturaleUna critica alla sociologia italiana. Nel saggio d'apertura, Umberto Melotti, che è anche il curatore del volume, non risparmia critiche, e neanche una certa tagliente ironia, per molte delle teorie e delle analisi che si sono compiute in Italia del fenomeno immigratorio. Secondo Melotti molta sociologia italiana si è solo sforzata di dare un quadro rassicurante e, anzi, del tutto vantaggioso per la nostra società dei flussi immigratori.
Ma il fenomeno non è stato compreso. Ad accogliere gli immigrati sono state, insomma, delle categorie interpretative del mondo rigide e ideologiche, mentre poco si è fatto sul piano delle strutture concrete e della comprensione del fatto in sè.
L'abbaglio multiculturale. Per la sinistra gli immigranti sono i nuovi proletari, per i cattolici i nuovi poveri. Ma queste rappresentazioni, dice Melotti, producono un abbaglio, l'abbaglio multiculturale. Analisi siffatte non servono a produrre soluzioni concrete.
Distinguere cittadinanza da nazionalita'. Gli interventi del libro hanno sullo sfondo un'analisi critica della "cultura" che costituisce la via italiana alla società multiculturale. La strada che propone Melotti passa per una netta e rigorosa separazione del concetto di cittadinanza dal concetto di nazionalità. Così per una "integrazione degli immigrati che non voglia ridursi a un fallimentare tentativo di etnocentrica assimilazione, scrive Melotti, è centrale una nuova concezione della cittadinanza, che prescinda da ogni indebita identificazione con la cosiddetta 'nazionalità'". La nazionalità è un sentimento di appartenenza ad una comunità, che deve essere distinto dal diritto formale di cittadinanza. Non ci si deve sentire italiani per godere dei diritti di cittadinanza.
Il concetto di laicita' garantisce la diversita' culturale. L'intervento di Gian Enrico Rusconi ruota intorno ad un punto effettivamente cruciale: "sempre più in Italia, scrive, si parla a sproposito di multiculturalismo, mentre si perde il senso della laicità delle istituzioni". Quest'ultima è un principio più forte del multiculturalismo, perché è la condizione che garantisce, grazie alla sua neutralità, la diversità di culture e la loro pari dignità. "Il concetto di laicità è enormemente più esigente del multiculturalismo...Il principio laico, infatti, non si limita ad affermare il principio di una benevola tolleranza, ma esige positivamente un vincolo reciproco su cui costruire una comunità politica che è solidale in quanto si riconosce lealmente in principi, regole e istituti che prescindono da radici culturali particolari, che, come tali, non sono generalizzabili".
Luoghi comuni da sfatare. Controcorrente e ricco di dati, il saggio di Leone Iraci Fedeli che si occupa della dimensione economica dell'abbaglio multiculturale. Cifre alla mano, molte delle convinzioni più diffuse sarebbero da riformulare o da scartare. Prima fra tutte quella che gli italiani non hanno più voglia di fare i lavori che adesso fanno gli immigrati.
Il punto di vista giuridico. La relazione di Francesco Belvisi affronta il problema dal punto di vista giuridico e, in sostanza, intravede la necessità di cambiare il senso della costituzionalità dei diritti, non più da assumersi come principi fondamentali, ma come principi negoziabili: "il catalogo dei diritti previsti dalle nostre costituzioni deve essere inteso come una lista di principi fondamentali, sì, ma negoziabili in relazioni ai principi contenuti in altri cataloghi di valori propri di altre tradizioni culturali".