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Berlusconi, Tremonti e Carl Schmitt: ma fateci il piacere...

di Carlo Gambescia - 26/11/2008

Le misure economiche del governo - almeno per quel che se ne sa dai giornali - non sembrano di grande portata. Anzi.
Sostanzialmente si riducono alle solite misure fiscali per le imprese e alla consueta spintarella ai consumi, attraverso un mix di detassazioni e sgravi, nonché di aiuti diretti (ma poca cosa) alle famiglie in difficoltà.
L’impressione generale è che Berlusconi punti sul solito stellone italiano e su una ripresa internazionale, per il momento molto lontana. Supplendo, per ora, a quest’ultima con dichiarazioni di grande ottimismo, frammiste a risate, cucù e sorrisi. Uno spettacolo indecente.

Quanto a Tremonti, nonostante qualcuno sfidando il ridicolo, se non di peggio, abbia trovato assonanze tra il suo pensiero e quello di Carl Schmitt (
http://www.novaspes.org/paradoxa/detArticolo.asp?id=326 ), siamo davanti - e dispiace dirlo – a una specie di ventriloquo del Cavaliere, certo più dotto. Ma, come spettacolo, altrettanto indecente.
Il che dovrebbe far riflettere sull’inutilità e pericolosità - certo, non dal punto di vista della carriera... - per ogni intellettuale di cedere alla lusinghe del principe e farsi così suo (presunto) consigliere.
Crediamo che ormai Tremonti, politicamente, conti meno di zero. Quasi - questo sì - come Carl Schmitt, che venne estromesso, perché ritenuto poco affidabile, dall’ambiente intellettuale hitleriano. E di conseguenza non riuscì a diventare ministro.
Tremonti, invece ce l'ha fatta. Certo, non del Reich tedesco ma della Repubblica italiana. Però può consolarsi, perché - secondo alcuni, pare che Berlusconi assomigli molto a Hitler…
Come concludere? Qui, quasi quasi, c’è da rimpiangere Prodi.