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Goodyear di Cisterna di Latina: un caso ancora aperto

di Federico Dal Cortivo - 15/02/2006

Fonte: italiasociale

 

Il colosso di Akron sta per essere portato in giudizio dall’Associazione Ex-dipendenti

 

E’ arrivata al capolinea la vicenda legata alla morte di decine di lavoratori   causata dalle sostanza tossiche assorbite all’interno dello stabilimento Goodyear di Cisterna di Latina, ora definitamene chiuso. La battaglia, è stata portata avanti con caparbietà da Valerio Bagialemani, e dall’Associazione Ex  Dipendenti, che in tutti questi anni si sono battuti affinché la multinazionale statunitense finisse davanti ai giudici, per rispondere  di quelle morti sospette, imputabili alla lavorazione della gomma, all’interno del suo stabilimento di Cisterna. Ma andiamo per un attimo a ritroso nel tempo. Il nome della Goodyear è legato,come dicevamo, alla morte di 100 operai deceduti per neoplasie polmonari, prostatiche, vescicali , del pancreas ed a circa 50 operati per le stesse patologie. Si parte dagli anni “60-“70, con la notevole presenza d’amianto all’interno della fabbrica , dove la prevenzione è solo un optional…. Oltre al temibile amianto, gli operai sono a continuo contatto con solventi, nerofumo, ammine aromatiche,zolfo,talco, vernici, vapori di gomma calda, eptano industriale, che creano all’interno degli edifici delle micidiali miscele di veleni, che vengono di continuo inalate.  Le rare visite di controllo che venivano effettuate non davano “mai alcun risultato” e se qualche caso di tumore risultava, la multinazionale preferiva pagare in cambio del silenzio dell’interessato…. …( per un caso di neoplasia polmonare furono pagati 100 milioni di lire circa 17 anni fa…). Le normative allora vigenti DPR 303/56 Igiene del lavoro e DPR 547/55 Sicurezza del lavoro e poi il successivo Dlgs 626/94, vengono sempre disattesi. Omissioni, ritardi, inadempienze e tanta irresponsabilità. La logica del profitto faceva sì che le persone fossero considerate solo “ materia prima spendibile”, nel solco della “grande tradizione del lavoro Made in Usa”.

 

L’inchiesta fu affidata al Sostituto Procuratore Gregorio Capasso di Latina, una persona coraggiosa ed onesta, che nomina anche i periti per la relazione tecnica,come ci testimonia il Sig.Bagialemani, mentre l’Associazione è difesa dagli avvocati Luigi Di Mambro e Michela Luison.

 Viene segnalato subito , al momento della denuncia, come nel reparto Bambury( dove si utilizzava il nerofumo), ci fosse un’alta dose di sostanze cancerogene, questo dal 1964, quando fu aperto lo stabilimento di Cisterna di Latina,  fino al 1978, quando finalmente furono adottate alcune misure di prevenzione ( ciò avvenne a seguito di sequestro giudiziario, anche se da tempo la presenza di elementi nocivi era nota ai vertici della Goodyear Italia,  così pure  alla casa madre Usa).

Ora finalmente a distanza di tanti anni dalle prime morti tra i lavoratori italiani della Goodyear, il 29 marzo 2006 inizierà il processo presso il Tribunale di Latina presieduto dalla dott.ssa Parasporo, che dovrà esaminare con attenzione tutto il materiale che è stato raccolto dai periti nominati a suo tempo dal Sostituto Capasso, il dott. Francesco Immaturo e Prof. Mariano Bizzarri, onde provare le responsabilità del colosso di Akron.

La perizia, meticolosa, ha avuto come obiettivo quello di arrivare ad un convincimento che abbia valore di elevata credibilità razionale e scientifica, acquisendo una voluminosa documentazione  che ha arricchito quanto già presente nel fascicolo processuale, attualmente composto da una raccolta di circa diecimila pagine di atti medici, oltre alla documentazione relativa all’azienda ed ai lavoratori, prodotta dalla stessa Goodyear Italia. A ciò si aggiungono i documenti dell’INPS-INAIL-ISTAT e Registro dei Tumori di Latina, che alla fine formano circa dodicimila pagine del fascicolo peritale. La ricerca ha compreso un periodo tra il 1965 circa , anno d’inizio della fabbrica, ed il 25 novembre 1999, chiusura della stessa ( ora lo stabilimento dopo aver goduto per tanti anni di agevolazioni statali di ogni tipo è stato trasferito in Polonia dove evidentemente il ..lavoro costa meno…e le normative sulla sicurezza sono più elastiche..N.d.A.). Sono stati acquisiti i dati riguardo all’effettiva presenza dei lavoratori nella fabbrica: assunzione-periodo di lavoro-assenze per malattia - il loro impiego nei reparti-le sostanze presenti e le condizioni ambientali, oltre a verificare l’esistenza certa della malattia e della diagnosi prospettata, il tutto per stabilire con esattezza se le  patologie presentate concretizzassero quelle malattie che per la scienza medica , individuano ad “eziopatogenesi correlabile a condizioni lavorative”.

I periti sottolineano inoltre che quanto rilevato in base all’attività produttiva è stato ricavato sulla base di dati forniti dall’azienda stessa, dichiarazioni dei lavoratori e documenti presenti in vari organismi che sono stati interessati all’attività della Goodyear.

Nulla è stato tralasciato per poter fornire al giudice un preciso quadro di riferimento.

Il Registro dei Tumori di Latina è stato setacciato per ricercare i casi di neoplasie presenti nella provincia, confrontandoli con quelli dei lavoratori colpiti e organi interessati. Dopo, sempre percentualmente, si è calcolato il numero di tumori attesi dai lavoratori e quelli effettivamente denunciati e riscontrati.

L’esposizione a sostanze tossiche nei cicli di lavoro è uno dei fattori scatenanti che possono provocare o aggravare varie malattie, ed infatti, scrivono i due periti, molte indagini hanno dimostrato nei “ fattori occupazionali” la causa di oltre il 10% dei ricoveri nei reparti ospedalieri.

Studi compiuti negli Usa ( Harrison-Principi di Medicina Interna 2002) hanno evidenziato che oltre il 15% dei pazienti studiati presso una struttura sanitaria, ha espresso opinione che i propri problemi fossero di origine lavorativa, mentre il 75% di tale sottogruppo ha confermato di essere stato esposto a vari agenti tossici.

 

Nel corso dei vari anni sono state accertate numerose violazioni e inadempienze, così come riportato dai verbali delle ispezioni effettuate dagli organismi preposti ( Ispettorato del Lavoro- Usl e Magistratura):

 

13-01-1978 il reparto Bambury è posto sotto sequestro ( art 337 cpp-Dpr 303 e Dpr 547 ) perché vi è una notevole dispersione di polveri non inerti( nerofumo), successivamente il sequestro viene revocato dopo che vi è stato un risanamento ambientale.

 

9-04-1981 vi è un’ispezione del Ministero del Lavoro e viene ordinato alla Goodyear di: a)installare  un impianto a ciclo chiuso per la pesatura delle polveri.b) di effettuare pulizie quotidiane. c) posizionare una cabina chiusa per l’operatore.d)gli addetti al nerofumo debbono portare un’apposita tuta e maschera. e)le pulizie dovranno essere effettuate con sistemi mobili aspiranti  dopo ogni caricamento del nerofumo e la ventilazione dei reparti va migliorata.

 

26-02-1993 l’Unità Sanitaria Locale LT2 diffida l’azienda perché l’impianto di ventilazione è insufficiente ed è promossa un’azione penale che alla fine porterà ad una condanna ( art.565cpp) da parte della Pretura di Latina ( art.1 Dpr 303/1956) perché non erano state osservate tutte le norme che regolano lo smaltimento ed aspirazione di fumi e polveri nocive.

 

Ma la grande azienda di pneumatici statunitense  aveva anche effettuato altre infrazioni in precedenza, come  testimonia l’ENPI nelle sue due relazioni ( 1964-1977). I libretti sanitari dei lavoratori sono per questo periodo nella quasi totalità dei casi privi di informazioni, tranne che i dati, dove presenti, della prima visita che attestava le buone condizioni del dipendente. La Goodyear non aveva adempiuto inoltre all’obbligo delle periodiche visite mediche previste nelle lavorazioni industriali di sostanze tossiche, nocive o infette. Non erano stati poi garantiti i livelli più bassi di emissione di sostanze nocive ( previste dai CCNL e derivati dall’Ass.Igienisti Americani) quali nerofumo-idrocarburi-metalli pesanti ecc.ecc. La rumorosità nei reparti era al di sopra dei valori consentiti dal Dpr 303 e la luminosità era insufficiente. I lavoratori non aveva poi mezzi di protezione individuale. Un carnet davvero invidiabile per la “famosa multinazionale d’oltre Oceano”.

Negli anni tra il 1978-1994 vi sono relazioni dell’Istituto di Medicina del Lavoro dell’Università Cattolica di Roma( 1982-1984-1991), la relazione peritale del Dr. Fausto Tigani, per quel che concerne l’amianto( procedimento promosso da Di Bartolomei Valentino contro INAIL ed INPS per i dati ambientali presentati dall’azienda) ed indagini ambientali della Goodyear .

Dopo il 1994 nonostante l’introduzione del Dlg 626/94, che entra maggiormente nello specifico nella tutela dei lavoratori, rispetto ai precedenti Dpr, la Goodyear risulta ancora gravemente insufficiente sotto molti punti di vista e le misure adottate sono carenti ed insufficienti. Il vizio di non compilare completamente i libretti sanitari e di non aggiornarli resta. Le visite periodiche sono inferiori a quelle previste dalla normativa vigente, non vi è traccia degli esami specifici obbligatori ( Es ,rx al torace) ed in taluni casi il libretto non esiste nemmeno….Infine i valori delle sostanze cancerogene sono presenti in misura maggiore di altre aziende nello stesso periodo. Questo sta a significare come la multinazionale americana abbia in tanti anni di presenza in Italia, condotto una “politica selvaggia” nei confronti dei lavoratori italiani, incurante della legge nazionale, un copione già visto quando si tratta d’interessi Usa nella penisola-colonia.

Ora dopo tanti lutti ( il Sig.Bagialemani è stato colpito direttamente avendo perso i fratelli del padre, colpiti da cancro alla prostata ed alla vescica, entrambi lavoravano al reparto Banbury..),  con il primo atto del processo che si aprirà  il 29 marzo di quest’anno presso il Tribunale di Latina, forse un po’ di speranza di avere finalmente giustizia, tornerà tra i tanti lavoratori e nei loro familiari, già duramente colpiti negli affetti più cari; questo nonostante la cappa di silenzio che ha circondato la vergognosa vicenda.

Non dimentichiamoci che tanti episodi simili sono accaduti ed accadono ancora oggi nei cosiddetti Paesi in via di sviluppo e non solo, dove la deregolamentazione in tema di sicurezza del lavoro, attrae le grandi imprese capitaliste, attirate dai facili profitti , dai bassi salari e dalla pressoché nulla tutela dei lavoratori . I frutti avvelenati della globalizzazione mondialista, che per poter espandersi ha necessità di fare tabula rasa dei diritti dei popoli, li abbiamo anche in casa nostra, nonostante ci sia ancora chi si ostina, a sinistra, quanto a destra, a tessere le lodi del “libero mercato”, della deregulation, delle privatizzazioni selvagge.

                                                                                          

 

Si ringraziano i Sig.ri Valerio Bagialemani( Associazione Ex Dipendenti Goodyear) e Francesco Rollo ( www.malattienerofumo.net) per la collaborazione.

 

                                                                                                         

 

 

Cos'è il nerofumo


Il nerofumo viene impiegato come colorante nel toner. Il nerofumo o carbon black non è altro che bitumi e peci rese in polvere tramite un processo di essiccazione. Si trovano aziende produttrici di nerofumo vicino le Raffinerie di Ravenna e Marghera o come a San Martino di Trecate di Novara, collegata al porto di Genova Multedo. Queste sostanze chiamate idrocarburi policiclici pesanti, sono lo scarto di prodotti di raffinerie, ed altri processi chimici industriali. Famoso di questo bitume è il fok che è sotto inchiesta dalla Procura di Venezia per la sua tossicità. Lo si trova riutilizzato come materia prima per fare il nerofumo e come carburante in centrali elettriche. Il processo per ottenere il nerofumo è il seguente: si scaldano queste sostanze a 180°C (poichè solide) e si spruzzano in un forno come una nebbiolina sottile con temperatura più elevata. In questo forno praticamente privato d'ossigeno il prodotto non brucia e si ottiene la polvere essiccata. Il bitume è la prima sostanza al mondo che dei medici scoprirono che causava tumori, infatti alla fine del 1800 dei dottori notarono che animali tinti di bitume, contraevano neoplasie. E' vergognoso ammetterlo ma il nerofumo non è altro che la stessa cosa.

STUDI EFFETTUATI SUL NEROFUMO

Il codice CAS relativo al nostro nerofumo è: 1333-86-4. La IARC è un Organismo Internazionale che ha condotto gli studi su questa sostanza e a tante altre per verificare se era cancerogena o meno. Gli studi condotti risalgono al 95 e sono un po' vecchi in base alle attuali conoscenze. Leggendo il documento lo studio è stato effettuato nelle fabbriche di nerofumo ove si riteneva che la esposizione fosse più elevata. Gli studi condotti ammettono che erano incompleti di dati e malattie, aggiungono inoltre che c'e stata una sottocostatazione del problema. Alcuni studi fatti negli Stati Uniti stranamente evidenziano addirittura un deficit di tumori rispetto alla popolazione normale. Non hanno avuti dati sufficienti per valutare il problema, e neanche si sono impegnati a cercarli. In altri studi hanno riscontrato dei lievi incrementi di alcune forme di tumori, ma non sufficienti, secondo loro, a valutare che tale sostanza è cancerogena. Sugli animali invece ha mostrato diversi tipi di tumori, tanto è vero che si ritiene cancerogena per gli animali, ma solo sospetta per gli esseri umani. Le aziende in questione avevano ed hanno la tendenza a minimizzare i problemi, mancano inoltre fondi per fare degli studi corretti su tali argomenti. In conclusione il nerofumo resterà solo sospetto (gruppo 2B) per molto tempo ancora, se non ci uniamo a denunciare tale situazione. Più avanti dirò dove in Italia ci sono problemi con il nerofumo.




E' da precisare che esistono altri modi per produrre il nerofumo, sempre finalizzati nell'ottenere polveri da idrocarburi pesanti. Và detto che l’esposizione professionale al carbon black può essere associata ad esposizione a Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA - molte sostanze di questo gruppo sono sostanze cancerogene). Infatti il NIOSH USA considera il carbon black cancerogeno, ove il prodotto abbia un tenore di IPA superiore allo 0,1 % in peso. L'altro composto del toner, lo stirene acrilato è un idrocarburo aromatico anche esso, ma non policiclico, infatti il suo legame molecolare è ad un semplice anello, mentre gli IPA hanno come legame due o più anelli. E' curioso comunque che venga tabellato dall'Inail insieme agli IPA, con tante patologie correlate. C'è anche da specificare che lo stirene impiegato nel toner è di tipo acrilato ed è una resina e come in tutte le resine, parte dei composti di sintesi permangono allo stato originale e non polimerizzano, per cui è possibile che il toner rilasci stirene, anche se a bassissima concentrazione. Lo stirene, come il nerofumo, è nel gruppo 2B. L'emissione di stirene da camini industriali per la produzione di plastica è sotto inchiesta a Mantova e Benevento. In provincia di Mantova tra la popolazione adiacente all'emissione, si è avuto un significativo aumento statistico di un Sarcoma particolare dei tessuti molli.

 

 

 

 


IL NEROFUMO VIENE IMPIEGATO INOLTRE NELLE INDUSTRIE DI:

Confezione di abbigliamento, accessori, biancheria e articoli per arredamento.
Confezione di calzature.
Conservazione, concia, preparazione, lavorazione trattamento e rifinitura di pelli e cuoi.
Costruzione di apparecchiature e materiali elettronici.
Costruzione di impianti elettrici,cavi elettrici nudi e rivestiti e motori elettrici
Edilizia industrializzata.
Industria cartotecnica.
Industria dei prodotti chimici inorganici ed organici.
Industria dei prodotti tossici e corrosivi.
Industria editoriale.
Industria petrolchimica.
Lavorazione della gomma greggia e sintetica.
Lavorazione e trasformazione di resine e materiali polimerici termoplastici e termoindurenti.
Lavori di finitura e lavori di costruzione, manutenzione, demolizione e ristrutturazione.
Preparazione di superfici sensibili.
Produzione di cavi, funi metalliche, di corde armoniche, di elettrodi per saldatura.
Produzione di cera e di prodotti a base di cera.
Produzione di elettrodomestici.
Produzione di inchiostri, gomma arabica, colle, prodotti per tipografie.
Produzione di leganti minerali, di argille espanse, di vermiculiti e perliti.
Produzione di pitture e vernici.
Produzione di pneumatici e cinghie di trasmissione
Produzione di polimeri sintetici ed artificiali.
Tipografie ed industrie poligrafiche.

SINONIMI DEL NEROFUMO

Therma-atomic black; Atlantic; Cancarb; Dixitherm; Huber; Kosmotherm; Miike 20; P-33; Sevacarb; Seval; Shell carbon; Sterling; Thermatomic; Thermax; Thermblack; Velvetex; Carbon blacks; Carbon black extracts

 LA GOODYEAR UN PO’ DI STORIA

 

La società fu fondata nel 1898 con il nome Goodyear Tire & Rubber ed il primo stabilimento fu comperato da Franck Seiberling. Il nome Goddyear è quello del giovane pioniere Charles Goodyear che scoprì il processo di vulcanizzazione. Con solo 13 dipendenti la società iniziò con la linea di prodotto di gomme per biciclette e carri, imbottiture per  zoccoli e schegge per  attizzatoio. Dopo il primo mese di attività, le vendite erano di $ 8,246. Partendo dalla prima gomma per bicicletta nel 1898, la Goodyear è diventata con gli anni il primo tra i  colossi mondiali di pneumatici, primato  che già possedeva nel 1916 e che fu riconfermato nel 1926. Oggi l’azienda di Akron è la più grande al mondo con stabilimenti sparsi in 6 continenti ed un fatturato annuo di  15 miliardi di $. Oltre al marchio suo proprio, la Goddyear produce gomme anche per Dunlop-Kelly-Fulda-Lee-Sava e Debica. In Europa il colosso statunitense sbarca nel 1912 a Londra. Attualmente la sede della Goodyear Europa ( al secondo posto  dopo la Michelin )è a Bruxelles. Nuovi stabilimenti sono stati aperti nell’Est europeo, Polonia, Slovenia, oltre a Germania e Paesi Bassi, che includono la produzione di pneumatici, cavi d’acciaio, tessili e trasmissioni.

F.Dal Cortivo