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Malgrado Trump e Netanyahu, non stiamo tornando a un mondo dove la sinistra è meno peggio della destra

di Riccardo Paccosi - 19/06/2025

Malgrado Trump e Netanyahu, non stiamo tornando a un mondo dove la sinistra è meno peggio della destra

Fonte: Riccardo Paccosi

NO, MALGRADO TRUMP E NETANYAHU, NON STIAMO TORNANDO A UN MONDO DOVE LA DESTRA E’ IL PEGGIO E LA SINISTRA IL MENO PEGGIO.
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Gli spostamenti di portaerei americani nel Mediterraneo, la presa di distanze da Trump da parte di esponenti dell'area MAGA come Carlson e Bannon e, soprattutto, l’interesse strategico statunitense a sabotare la Via della Seta marittima progettata dalla Cina e passante per l’Iran, sono solo alcuni fra i tanti segnali che lasciano intendere la probabilità d'un ingresso diretto in guerra degli Stati Uniti nel conflitto israelo-iraniano.
In termini di politica americana, questo significherebbe la fine del mandato "anti-globalista" di Trump, il suo disconoscimento della propria stessa base militante nonché un suo allineamento all'ala neocon del Partito Repubblicano.
Naturalmente, quanto appena detto sarebbe in ampia parte o completamente da rivedere in caso di improvvisa apertura d'un nuovo tavolo negoziale fra USA e Iran. L'asse fra Trump e Netanyahu, infatti, se da una parte risulta oggettivamente effettivo in rapporto al genocidio in corso a Gaza, dall'altro è ancora da verificare fino in fondo in rapporto alla guerra con l'Iran.
Dal momento, però, che nessuno qui possiede una sfera di cristallo, rispetto a quest'ultima verifica non rimane da fare altro che attendere le prossime 48 ore.
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Delimitando dunque l’osservazione a quello che appare e a quello che vari indizi lasciano desumere, l'ipotesi di un allineamento totale fra Trump e Netanyahu sta inducendo molti di coloro che come il sottoscritto provengono da sinistra a una valutazione ch’io considero errata e inattuale.
In buona sostanza, nell’area anti-globalista si è in larga parte concordi sul fatto che l’ultimo quindicennio abbia mostrato la sinistra occidentale assumere il ruolo di avanguardia del neoliberismo e dell’imperialismo, mentre la destra ha svolto un ruolo di mediazione al ribasso – o di mediazione del tutto fasulla – tra gli interessi popolari e quelli delle èlite globaliste, risultando così la parte “meno peggio”.
Ebbene, l’ipotesi di allineamento totale fra Trump e Netanyahu nella guerra, sta suggerendo a molti la possibilità che il mondo torni ai “bei tempi” di Bush Jr. e di Berlusconi, che smetta di apparire capovolto; un mondo in cui, finalmente, la destra tornerebbe a essere avanguardia di neoliberismo e imperialismo, mentre la sinistra tornerebbe a svolgere mediazione al ribasso fra popolo ed èlite, risultando così la parte “meno peggio”.
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Orbene, io ritengo che non solo suddetta visione sia errata oggi, ma che lo fosse già ai tempi del post-11 settembre. E questo per le seguenti ragioni, rispetto alle quali mi scuso anticipatamente per la brevità dell’argomentazione.
1) Il capitalismo occidentale diviene “di sinistra” non già negli ultimi tre lustri, bensì a partire dal ’68 quando – come ampiamente analizzato da Preve, Michea e altri – si libera dall’abbraccio dell’ancien régime patriarcale e clericale.
2) I lineamenti strategici con cui il capitalismo occidentale governa e modella le società – immigrazione illimitata, transgenderimo come preambolo al transumanesimo, uso della tematica ambientalista per ridurre il tenore di vita del ceto medio, controllo e contenimento biometrico della nuda vita, sistema di credito sociale a scopo neo-disciplinare - non sono stati sostituiti da altri indirizzi, sicuramente risultano ancora egemoni in Europa e, sempre e comunque, vengono accompagnati da una narrazione progressista.
3) Il progetto di Terza Guerra Mondiale, nella declinazione specifica di conflitto NATO-Russia, continua a essere un progetto della sinistra liberal euroatlantica.
4) Se il sionismo – e specificamente la componente razzista-suprematista di quest’ultimo – trova da decenni maggior sostegno a destra, va ricordato che anche i politici liberal sono finanziariamente controllati dalla medesima èlite (vedi europarlamentari PD finanziati dalle ONG filo-israeliane) e che l’inizio del genocidio ha avuto giustificazioni di segno progressista (vedi bandiera Lgbt fatta sventolare dall’IDF sulle macerie di Gaza).
5) Il progetto di governo unico mondiale – con tutte le implicazioni di azzeramento della sovranità popolare che ne seguono – è parimenti un progetto “di sinistra” a cui si contrappone, oggi, un imperialismo trumpiano certo aggressivo ma che è di segno più nazionalista che globalista.
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Tutto questo non sottintende alcuna minimizzazione del ruolo nefasto della destra neoliberale: tale minimizzazione è semplicemente impossibile nel momento in cui quest’ultima sta di fatto sostenendo un nuovo olocausto in Palestina.
Ritengo necessario, però, lanciare per tempo un monito contro eventuali tentazioni di portare l’opposizione anti-sistema verso improbabili frontismi con quella sinistra neoliberale che ha portato proattivamente il mondo sull’orlo della guerra nucleare.
Quanto fin qui descritto vuole indicare come il nemico sia il neoliberalismo a prescindere dalla sua dialettica interna e che, quindi, un’opposizione ai governanti guerrafondai e criminali dell’Occidente può esistere solo se assumente un punto di vista di AUTONOMIA POPOLARE e, pertanto, una visione che non sia “né di destra né di sinistra”, bensì che sia CONTRO LA DESTRA E CONTRO LA SINISTRA. 



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