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Obama e la guerra d'Africa

di Marco Menchi - 09/12/2008





obama

Secondo Daniel Volman, direttore dell’African Security Research Project, l’amministrazione del prossimo presidente Usa Barack Obama sembra intenzionata a proseguire la politica di militarizzazione di Bush in Africa, a meno che non riceva forti pressioni in senso contrario.





Nel febbraio 2007, George W. Bush annunciò la creazione di un nuovo comando militare per l’Africa (Africom). In precedenza, le attività militari statunitensi erano condotte da tre comandi separati: il Comando Europeo, che si occupava di gran parte del continente; il Comando Centrale, che copriva l’Egitto e la regione del corno d’Africa, insieme al Medio Oriente e all’Asia centrale; e il Comando del Pacifico, che sovrintendeva alle operazioni in Madagascar e nelle isole dell’Oceano Indiano. Nessuno di questi comandi si occupava esclusivamente dell’Africa, poiché il continente nero era considerato una regione di scarsa importanza strategica, sia durante la guerra fredda che nel decennio successivo.
Solo quando l’amministrazione Bush affermò che l’accesso alle riserve petrolifere africane era un “interesse strategico nazionale” e dichiarò la guerra globale al terrorismo dopo l’11 settembre, il ruolo dell’Africa nella politica militare statunitense acquistò importanza. Durante il suo primo anno di esistenza, l’Africom ha agito sotto la guida del Comando Europeo, ma dal 1 ottobre 2008 è pienamente operativo.
Ora sta al nuovo presidente decidere se proseguire lungo la strada tracciata dall’amministrazione Bush o se prenderne una nuova. Nell’ottobre 2007, il senatore Obama sosteneva che l’Africom “dovrebbe servire a coordinare e sincronizzare le nostre attività militari con i nostri altri obiettivi strategici in Africa. […] Ci saranno situazioni in cui gli Stati Uniti dovranno lavorare insieme ai loro partner africani per combattere il terrorismo. […] Avere un comando unificato in Africa faciliterà questa azione.”
Queste dichiarazioni, insieme a quelle sul bisogno di intensificare lo sforzo militare in Afghanistan e sul diritto da parte degli Usa di attaccare militarmente i gruppi di presunti terroristi in Pakistan, dimostrano che Obama è convinto della necessità di una guerra globale al terrorismo. E’ quindi probabile che la nuova amministrazione prosegua il complesso delle operazioni militari in Africa, inclusa l’ingerenza nella politica interna dei vari paesi e l’uso di truppe americane per intervenire nei conflitti del continente. Inoltre, Obama riceverà sicuramente pressioni per portare avanti il progetto Africom da parte di grandi gruppi industriali, compagnie petrolifere, organizzazioni non governative, Pentagono, e alcuni governi africani.
Tuttavia, alcuni membri del Congresso Usa stanno esaminando minuziosamente l’operazione Africom e sembrano piuttosto scettici sulla sua missione e sulle sue operazioni. Inoltre, esiste un’estesa campagna contro il nuovo comando militare (Resist Africom Campaign), nata dall’unione di diverse organizzazioni e individui in Africa e negli Stati Uniti. Secondo questo movimento di opposizione, l’Africom mira a soddisfare gli interessi americani senza considerare gli effetti della sua presenza sulla popolazione africana. Ad esempio, una delle funzioni primarie del comando consiste nell’addestrare ed equipaggiare nuove truppe di soldati africani, quando già in passato queste operazioni, che comportano un grande afflusso di armi, hanno reso possibili devastazioni e violenze.
Questa campagna continuerà a spingere affinché l’amministrazione Obama abbandoni il progetto di Bush e porti avanti una politica di vera collaborazione con i popoli africani, che coinvolga anche altri paesi con interessi in Africa, come Cina ed India, e che promuova uno sviluppo economico sostenibile, la democrazia, la tutela dei diritti umani e l’utilizzo di risorse energetiche rinnovabili.

NOTA: Lo scorso aprile sembrava definito il progetto di dislocare l’Africom in Marocco. Per ulteriori dettagli si veda “
Sarà in Marocco il nuovo comando americano per l’Africa”. In seguito, l’opposizione di alcuni importanti paesi africani, tra cui Nigeria, Kenya, Sud Africa, preoccupati per una ingerenza che sarebbe potuta diventare troppo diretta e aggressiva, ha consigliato l’amministrazione Bush di attendere e lasciare il comando in Germania, a Stoccarda. Con l’avvento della presidenza Obama è possibile che gli Usa godano in Africa di un atteggiamento più benevolo e che quindi l’Africom possa stanziarsi direttamente sul territorio africano. Nel frattempo alcune componenti del comando potrebbero essere dislocate anche in Italia, a Vicenza e Napoli.

Tratto da: www.clarissa.it