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Diossina, melamina: cosa ci passa nel piatto

di Jean François Narbonne - 10/12/2008

 
 
 
 
Dal sito di Le Monde Jean François Narbonne, professore di tossicologia all’università di Bordeaux e membro dell’Agenzia francese di sicurezza sanitaria e alimentare, risponde alle domande dei lettori riguardo gli ultimi casi di contaminazione alimentare, diossina e melamina.

Da dove provengono queste tossine presenti negli animali?
Il termine tossina è molto vasto. Limitiamoci al campo delle tossine chimiche. Una prima categoria di sostanze chimiche possono provenire dall’alimentazione degli animali e dall’ambiente circostante (la terra, l’aria, l’acqua). Queste sostanze possono interferire con la crescita o la capacità di riproduzione degli animali d’allevamento o addirittura provocarne la morte. La seconda categoria, sono le sostanze che possono contaminare l’uomo. Esse possono essere trasmesse attraverso gli animali, per la loro persistenza nei tessuti consumati, oppure essere introdotti negli alimenti durante i processi di trasformazione e preparazione. Nel primo caso si trovano gli inquinanti organici persistenti (Pop), come per esempio i Pcb (policloribifenili) rilevati nei suini irlandesi, i metalli pesanti come il mercurio, alcune micotossine. Nella seconda categoria si trovano i materiali di contatto, provenienti dagli imballaggi o da processi termici (Ipa, idrocarburi policiclici aromatici), o chimici (soprattutto nitrosamine).

Quali sono i rischi per l’uomo?

Il rischio per l’uomo dipende dalla tossicità della sostanza e del grado di presenza nell’alimento e del livello di consumo dell’alimento contaminato. Bisogna poi distinguere tra ingestione unica o per un tempo limitato ed esposizione a lungo termine. Per i Pcb, come nel caso dei maiali irlandesi o i polli belgi, il consumo non può essere che occasionale, mentre il rischio si verifica per ingestioni su lunghi periodi (vita intera). Quindi i pericoli sono legati all’accumulo di queste sostanze nel corpo del consumatore. Nondimeno, la persistenza nell’ambiente può provocare esposizioni prolungate.

E nel caso specifico della melamina e dei metalli pesanti?
Nel caso della melamina, la tossicità si ha a forti dosi. Non si tratta di tossicità a livello molecolare, ma a causa di accumulo di cristalli che compromettono le funzioni renali. I soggetti più a rischio sono i bambini. Per i metalli pesanti o sostanze più persistenti, esse fanno parte di un cocktail chimico che comporta meccanismi molecolari che possono rientrare nei Cmr (cancerogeni mutageni reprotossici), o neurotossici, immunotossici e altri perturbatori endocrini.

Assistiamo a una globalizzazione della nostra alimentazione e il grado di sicurezza dei cibi varia da Paese a Paese. Come far fronte a questa situazione?
Si sta delineando in Europa un sistema per omogeneizzare i regolamenti per tutti i Paesi membri, malgrado le difficoltà delle ultime nazioni entrate nella Comunità a rispettare i canoni di sicurezza. L’Ue comunque elargisce aiuti a questi Paesi. Per quanto concerne invece i Paesi extracomunitari, grossa parte dei controlli sono a carico dell’importatore e del distributore, poiché la responsabilità ricade sull’operatore che immette il prodotto sul mercato. Ciò si traduce in capitolati imposti dagli importatori ai fornitori.
Ma è evidente che la folle corsa della nostra società a prezzi sempre più bassi favorisce l’introduzione di prodotti non conformi o fraudolenti. Faccio un esempio. Quando non si vuole pagare una proteina, si introduce una sostanza chimica poco cara che simula la presenza della proteina. Questo è il caso della melamina. Oppure quando non si vuole pagare il prezzo normale di una materia grassa, si introduce una parte di olio da motore per abbassare il costo. E questo succede per l’alimentazione animale e umana.

La filiera del bio è stata recentemente colpita da un nuovo scandalo riguardante la soia alla melamina proveniente dalla Cina. La soia era destinata al consumo animale, dunque apparentemente senza rischi per la salute umana. Quali sono le misure per affrontate queste frodi?
Il caso della melamina nella soia è particolare, perchè è una sostanza la cui presenza è poco rilevabile, perchè la quantità presente nel legume risibile, quindi il prodotto poco tossico. Questa sostanza è cominciata ad essere rilevata da due anni, a causa delle morti sospette dei cani alimentati da «pet food» proveniente dalla Cina. Da quel momento sono partiti i test a tappeto sui prodotti cinesi. E’ da lì che si è scoperta la frode. Si può comunque asserire che la penuria di materie prime bio coltivate in Europa per l’alimentazione animale o umana impone forti importazioni da altri Paesi in cui le possibilità di frodi o contaminazioni sono più alte.

lemonde.fr