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Fenomenologia economica della crisi. Intervista a Nouriel Roubini

di (a cura di Eugenio Occorsio) - 29/12/2008




Nouriel Roubini, uno dei più prestigiosi guru di Wall Street, origini iraniane, nato a Istanbul, master alla Bocconi, oggi docente di economia alla New York University, ha acquisito fama e prestigio globali da quando è riuscito a prevedere con sistematica puntualità tutti gli sviluppi dell'attuale crisi: dal crack immobiliare alla cartolarizzazione dei subprime, dai fallimenti bancari all'allargamento al settore industriale. Pur essendo consigliere di Obama, ha suggerito all'amministrazione Bush alcune modifiche alle misure di salvataggio che sono state prontamente accolte.



Qualche giorno fa, all'indomani del taglio a zero dei tassi della federal Reserve americana, gli abbiamo chiesto se era disponibile a rispondere alle domande dei nostri lettori, che abbiamo raccolto attraverso il sito e abbiamo sintetizzate nei dieci argomenti essenziali. Oggi sul nostro giornale è apparsa una sintesi delle domande e delle risposte del professore, che riportiamo qui in una versione ampliata riportando anche alcune delle domande "originali", poche - ne sono arrivate più di 300 - ma riguardanti interessi che abbiamo ritenuto generali.
(eugenio occorsio)


TASSO ZERO
La mia domanda è la seguente: con la decisione di portare i tassi a zero non ritiene che le Fed stia cercando di prendere il falling knife dei consumi e dell'immobiliare e stia sottovalutando i rischi ben più seri a livello di sistema di una fuga dal dollaro?? grazie.
Raffaele Mascetra

La Fed ha praticamente azzerato i tassi: la Bce farà lo stesso? Si va verso un modello tipo finanza halal o tipo le Jak Bank svedesi, in cui non si applicano interessi sui prestiti e le remunerazioni derivano esclusivamente da selezionati investimenti trasparenti e remunerativi, in cui chi ha i migliori progetti ha migliori condizioni di credito?
Alberto Arnoldi

Non è stata troppo aggressiva la Federal Reserve nel tagliare a zero i tassi?
Bruno Riccardo Cravero

Chiedo al professore se sia giusto anche in Europa provvedere ad un abbassamento più importante dei tassi e se ritiene efficace un allineamento stabilito per legge tra i tassi BCE e quelli realmente sopportati dai mutui.

Marvin70

Ora che i tassi Usa sono a zero, non si rischia di sprofondare nella deflazione?
Roberto Tappolini

Risposta di Roubini
LA MISURA della Fed non è stata che la presa d'atto di una situazione di fatto. Già da tempo il tasso praticato dalle banche era vicino allo zero, perché il mercato spingeva in tal senso. E questo succedeva perché la stessa Fed aveva intrapreso un'ampia politica di monetary easing, inondando letteralmente il mercato finanziario di denaro con prestiti ed emissioni speciali rivolti alle istituzioni che vi operano ad interesse pressoché inesistente, e anche stampando dollari sic et simpliciter. Tutto questo sta portando già a qualche risultato, ma non dobbiamo farci illusioni: la crisi si è ormai estesa all'economia reale e sarà ancora lunga e dolorosa. Il mercato azionario scenderà ancora del 20%. La recessione è cominciata nel dicembre 2007 e andrà avanti per tutto il 2009. E anche quando nel 2010-11 l'economia riprenderà a crescere, lo farà a ritmi molto lenti, inferiori all'1%. Insomma, bisogna salvare Wall Street per salvare Main Street, il sistema finanziario (banche, broker, assicurazioni) per rilanciare quello produttivo. A questo punto, i percorsi di America, Europa e Asia sono paralleli, e i tempi di recupero potrebbero essere più o meno gli stessi.


DOLLARO-EURO
Perché a parità di situazione economica, c'è una differenza di valore così marcata tra euro e dollaro americano?
Carlo De Amicis

Possiedo un discreto numero di dollari americani. Cosa faccio, li cambio o aspetto tempi migliori? Nel caso fosse opportuno cambiarli subito è meglio previlegiare il franco svizzero la sterlina o l'euro?
Cesare Camerani

Cosa si deve fare in questo momento di crisi se si ha la sfortuna di avere in portafoglio dollari, sterline e dollari neozelandesi? Reinvestirli e aspettare che finisca la tempesta? Su quali aziende e banche si può con fiducia investire in questo periodo? Quali sono invece più a rischio?
Supermari79

Risposta di Roubini
I MERCATI delle valute rispondono a logiche veramente imprevedibili. La verità è che America, Europa e Giappone sono tutti e tre in recessione, quindi a rigor di logica le valute che ne sono espressione dovrebbero andare tutte e tre male, il che è evidentemente impossibile. Il vero gioco è sui differenziali dei tassi, il cosiddetto carry trade, e quindi sulle speculazioni che comporta. Negli ultimi mesi c'era stato un rally del dollaro sull'euro, il che se vogliamo era irragionevole perché l'America andava peggio dell'Europa. Poi l'euro ha recuperato appunto perché in America si stava diffondendo il marchio del "tasso zero". Ma credo che il dollaro tornerà presto a rafforzarsi per la forte domanda di asset denominati in dollari causata dall'emissione di titoli Usa per finanziare i tanti interventi previsti. A meno che l'Europa non risponda con massicce emissioni di eurobond. Poi c'è il Giappone, che è in crisi nera da molto più tempo dell'occidente: bene, lo yen è stato paradossalmente forte per mesi sul dollaro, ma ora credo che anche qui la situazione si riequilibrerà. Lo vede quanto è complicato?

L'ITALIA
Ho sempre letto gli articoli di Nouriel Roubini già da gennaio 2008 e lo seguivo con la massima attenzione e trepidazione per le sue previsioni rivelatesi poi esatte. Oggi mi chiedo, l'Italia può finire come l'Islanda? o l'Argentina? Come dobbiamo tutelare noi piccoli risparmiatori i pochi soldi raccimolati da una vita? Da tempo non investo in Borsa e me ne guardo bene, la maggior parte del mio risparmio è in titoli di stato dando sempre un'occhio ai prezzi delle case che in teoria dovrebbero scendere: vorrei acquistare una casa più grande per la mia famiglia: quando sarà il momento giusto? o è meglio tenere un po' di liquidità ?
Sara Montemaria

Vista l'attuale fase di recessione (anticipata già da mesi dal crollo delle borse per vari motivi) e gli attuali interventi dei governi di tutto il mondo per incentivare consumi ed investimenti, quando prevede una ripresa consistente delle borse (dopo che nell'ultimo anno hanno perso dal 30 al 50%)? Io ho una discreta somma investita con piano di accumulo in fondi Abn, Master Az. Europa e America: mi consiglia di continuare il piano di accumulo e se è prevedibile un recupero almeno alla parità di quanto investito (in che tempi?).
Mauro Bassani

Vorrei un suo parere sulla possibilità di una crisi argentina in Italia, con conseguente blocco dei conti correnti nelle banche e blocco delle pensioni oltre ovviamente al massiccio attacco al sistema sociale condotto in modo spesso ipocrita e meschino (scuole, sanità). Tutto questo dopo anni di stagnazione, disoccupazione, licenziamenti di massa e mancanza di aiuti a precari e disoccupati (come saprà non è previsto un sussidio di disoccupazione a tutti i disoccupati, esiste solo per chi ha può dimostrare di aver lavorato per almeno due anni e dura sei mesi al massimo, poi basta). Secondo lei è possibile una crisi analoga? Se sì cosa consiglia di fare alla gente (non ai governanti, tanto quelli pensano a ben altro)?
L. C.

L'Italia non rischia di finire come l'Argentina o l'Islanda?
Giorgio Secchiaroli

Risposta di Roubini
LA MIA risposta è no. Il vostro paese presenta una serie di elementi di instabilità e di difficoltà economiche, ma non è a rischio di fallimento. Restano comunque estremamente urgenti gli interventi di cui da tempo avete bisogno. Penso soprattutto all'incremento della produttività e della competitività, da perseguire con una serie di misure come il miglioramento della formazione professionale dei lavoratori, una decisa spinta sul fronte della ricerca scientifica e tecnologica, la modernizzazione delle aziende con l'introduzione massiccia delle nuove tecnologie, l'introduzione di ulteriori elementi di flessibilità nel mercato del lavoro. La chiave è tutta qui: oggi la produttività cresce meno del costo del lavoro, è un problema che hanno anche Spagna e Grecia e ha avuto a tratti anche la Germania, ma è inaccettabile per un paese che peraltro deve già fronteggiare quello che è un elemento di forza e insieme di debolezza, e cioè l'appartenenza all'unione monetaria. Un fattore che la rende ovviamente solida ma anche in un certo senso vulnerabile perché non consente di avere una propria politica monetaria, sostanzialmente una propria indipendenza, o meglio autonomia.


GLI INTERVENTI
Fino ad oggi il tracollo dei mercati finanziari è stato posticipato solo grazie agli annunci di piani di sostegno a suon di miliardi di dollari e/o euro. Quando finiranno gli effetti psicologici innescati dai governi con l'"effetto annuncio" cosa accadrà?. E soprattutto, ora che i margini di manovra delle banche centrali sono pressoché ridotti a zero, come si combatterà la deflazione?
Vincenzo Figliolia

Ho delle perplessità sui piani di salvataggio delle società che sono sull'orlo della bancarotta. Banche. Il finanziamento da parte dei singoli Stati (a titolo di capitale proprio o di prestiti obbligazionari) alle singole banche, di cui non è ancora possibile conoscere esattamente la situazione patrimoniale (e certamente non aiutano, in questo senso, le recenti disposizioni sulle modalità di contabilizzazione degli investimenti finanziari), potrebbe essere destinato alla estinzione delle reciproche esposizioni, con la conseguenza che potrebbero restare insoddisfatti i veri creditori e, cioè, gli investitori (imprese e consumatori). Dalle ricerche pubblicate da istituzioni finanziarie sembra che il patrimonio dei singoli Istituti sia eroso quasi completamente dalla perdite su derivati e su crediti non garantiti. Non sarebbe il caso, quindi, di costituire Agenzie nazionali con il compito di coordinare il piano di salvataggio delle banche, di ripulire i bilanci e di assicurare l'eguale trattamento di tutti i creditori, esautorando i vecchi managers? Imprese. Alcune grandi imprese rischiano di fallire, con rilevanti conseguenze sul piano sociale. Alcune di loro, però, operano in settori "maturi"; secondo Lei non sarebbe opportuno provvedere allo loro riconversione (ovvero alla cessione degli assets di valore) in altri settori produttivi , con ricollocazione della manodopera, piuttosto che finanziare, forse inutilmente, un piano di salvataggio di corto respiro? Anche in questo caso, la gravità della crisi potrebbe richiedere la costituzione di un Ente finanziato dallo Stato per la gestione di questi processi, nel tentativo di ottimizzare l'allocazione delle risorse pubbliche (alla stregua dell'IRI italiano del dopoguerra). Cosa ne pensa?
Gianni Leonio

Volevo una sua opinione in merito alla tanto nominata protezione dello stato. Io mi chiedo come sia possibile che lo stato possa farsi garante di tutto (sanità, pensioni, scuole, banche, industrie, cassa integrazione)? Dove potrà trovare tutte le risorse necessarie se i consumi calano e le aziende, producendo meno, pagheranno meno tasse e quindi lo stato avrà meno introiti?
Carlo Martinchich

Al professor Roubini, di cui sono un grande estimatore e spero in un prossimo incarico nella'amministrazione Obama, volevo chiedere quali ritiene i settori che saranno più colpiti.

Enrico Vaccari

Leggo spesso La Repubblica e ricordo quando questa estate il Prof. Roubini esortava la Bce al taglio dei tassi. Sarebbe cambiato qualcosa se si fosse intervenuti con tempo? Avremmo potuto almeno alleggerirne gli effetti?

Alessandro Tarola

Con tutta questa iniezione di liquidità nel sistema economico, soprattutto nel sistema bancario tutto ciò non creerà un'inflazione a doppia cifra nel prossimo futuro? Se è cosi', quando comincerà a crescere l'inflazione tra sei mesi un anno?
Carmine De Chiara

Ma dove mai troveranno i governi le risorse necessarie per finanziare gli imponenti interventi di salvataggio che sono stati messi in cantiere, prima in America e poi nel resto del mondo?
Francesco Colajanni

Risposta di Roubini
QUI c'è uno dei punti centrali dell'intera crisi. Naturalmente ci sono paesi più pronti a varare massicci interventi pubblici, e altri meno. Fra i primi c'è sicuramente l'America, per la sua facilità di accesso ai mercati internazionali del credito e anche perché quanto a debito pubblico c'è ancora

Quanto durerà la crisi? Le domande dei lettori
[www.repubblica.it] [www.repubblica.it]
Le risposte di Roubini [www.repubblica.it] [www.repubblica.it]

Banche italiane, dollaro-euro, Cina [www.repubblica.it] [www.repubblica.it]


IL PRECARIATO
Lei parla di flessibilità, però proprio l'esasperazione di questo concetto, la precarietà, è uno dei mali dell'Italia...

Premesso che io non sono un esperto di mercato del lavoro, posso solo dire che da sempre c'è una disputa fra gli economisti sul punto di equilibrio fra lavoro "formale" e lavoro "precario". Il cosiddetto "dual labor market" è una realtà in molti paesi. Probabilmente in Italia è successo che gli eccessi di tutela e di rigidità per la prima di queste due voci hanno portato le imprese a stringere troppo sulla seconda. Una certa mancanza di controlli ha poi fatto sì che da "precari" molti lavoratori siano diventati "shadow", cioè siano entrati nel lavoro nero. Bisogna considerare il risentimento politico e le tensioni sociali che questa situazione comporta, e intervenire. Ma non sarà semplice, tutt'altro. Posso dire però una cosa: in questo momento l'inflazione da prezzi non è un problema, anzi il mondo intero teme il contrario, cioè la deflazione, che è l'abbassamento generalizzato di tutti i valori. In America l'indice dei prezzi al consumo è addirittura sceso in negativo il mese scorso, e la core inflation è a zero. In Europa avete situazioni se non analoghe piuttosto simili. Così, il sistema forse è in grado di tollerare un minimo di spinte sull'altro fronte tradizionalmente inflattivo, cioè i salari.

IL CREDITO
Perché si sono salvate tante banche dal fallimento e non le aziende manifatturiere?

C'è stata un'attenzione speciale per le banche, è vero, ma io concordo con questa posizione. Le banche costituiscono l'ossatura del sistema economico del paese, e una serie di loro fallimenti avrebbe comportato un danno sistemico irreversibile. Pensate a cos'è accaduto per il fallimento della Lehman Brothers il 15 settembre: la crisi sembrava sul punto di esser risolta, o almeno aveva allentato la sua morsa, ma dopo quella data la situazione è di nuovo precipitata in un modo ancora più grave. Comprendo la difficoltà ora di allargare gli aiuti anche al comparto manifatturiero, a partire dall'auto. E' anche vero che mi ero espresso con decisione contro il piano Paulson nella sua originaria formulazione, in ottobre: sembrava che quei 700 miliardi di dollari dovessero essere utilizzati solo per riacquistare i titoli tossici e liberare così i bilanci delle banche, senza nessun intervento strutturale che risolvesse i problemi. Sarebbe stato un colossale spreco di denaro. Poi per fortuna è intervenuto un generale ravvedimento ed è stata ampiamente rimodulata la tipologia di aiuti, compreso l'intervento diretto nel capitale delle banche e anche probabilmente di alcune importanti società manifatturiere. Ora secondo me gli aiuti sono impostati correttamente.

GLI INTERVENTI
Ma i governi hanno a disposizione le risorse per tutti gli interventi statali che vengono reclamati?

Qui c'è uno dei punti centrali dell'intera crisi. Naturalmente ci sono paesi più pronti a varare massicci interventi pubblici, e altri meno. Fra i primi c'è sicuramente l'America, per la sua facilità di accesso ai mercati internazionali del credito e anche perché quanto a debito pubblico c'è ancora margine di manovra: oggi è inferiore al 50% del Pil, dopo questa massiccia ondata di interventi si potrà arrivare al 60-65%, che è molto ma per un paese forte come gli Stati Uniti è ancora tollerabile e riassorbibile in un ragionevole numero di anni. Fra i paesi che invece incontrano dei limiti c'è l'Italia. Come dicevo, dovete considerare una grande fortuna far parte dell'euro, però bisogna misurarsi concretamente con i problemi. E a volte può diventare un problema un patto di stabilità così rigido e severo: ora, non sostengo che debba essere abolito, però dovrebbe essere interpretato con maggior flessibilità perché stiamo vivendo veramente tempi eccezionali. Di questo, tra l'altro, doveva rendersi conto prima la Bce, che invece pur di salvaguardare la stabilità monetaria ha tenuto innaturalmente alti per troppo tempo i tassi. Se li avesse abbassati prima, in Europa si poteva evitare il peggio.

I CONTROLLI
Quello che emerge è un'allarmante carenza dei controlli nella finanza: come è stato possibile?

Quando un sistema finanziario perde in un anno e mezzo quasi un trilione di dollari, per la precisione 945 miliardi, qualcosa che non è andato nel sistema dei controlli c'è sicuramente stato. Si deve indagare senza indulgenze sia sul sistema del rating di Moody's e delle altre agenzie, sia soprattutto sugli illeciti che si sono annidati a Wall Street in tutti questi anni, cosa quest'ultima che è finalmente cominciata la settimana scorsa. Troppe opacità, troppe mancanze di trasparenza, troppi meccanismi ambigui. E in unione a questo, troppo reckless investment, investimento incosciente. Non è un reato, ma è ugualmente distruttivo. Servono poche ma precise regole. E' un grossissimo impegno: in America, Obama direi che è perfettamente consapevole di quest'esigenza di riportare ordine. In Europa probabilmente la consapevolezza è la stessa, occorre la volontà di trasformarla in fatti. E bisogna agire subito, per evitare che quando finalmente la situazione migliorerà si ricada ancora una volta nello stesso errore, e si riavvii lo stesso circolo vizioso di boom and bust.

OBAMA
Cosa augura ad Obama? Ma lei è stato contattato? Ed è vero che sta investendo in Borsa?

Barack Obama ha tutte le qualità e l'intelligenza per essere un grande presidente. Certo, le condizioni sono disastrose, stiamo attraversando la più grave crisi degli ultimi 60 anni, e i tempi di recupero non saranno immediati. Però ha le migliori idee e il miglior team per realizzarle, da Larry Summers a Tim Geithner, il ministro del Tesoro, dal superconsulente Paul Volcker a Mary Shapiro (nominata ieri a capo della Sec, ndr). Quanto a me, ho già lavorato con l'amministrazione Clinton, e ora preferisco mantenere l'attuale posizione, da un lato di docente universitario e dall'altro di consulente tramite la mia newsletter, che per fortuna va molto bene (Rge Monitor, ndr). Dagli ambienti politici, in tutti questi mesi mi hanno telefonato spesso, non le dirò chi, per chiedermi consigli: spero che continueranno a farlo. Se sto investendo in Borsa? Diciamo che io sono il tipico investitore "passivo". Non mi preoccupo dell'andamento del breve termine. Se mi chiede se da qui a 20 o 30 anni sarà stato un buon affare, migliore di tanti altri investimenti, le rispondo certamente di sì. Sul breve e medio il discorso è molto diverso. Come dicevo, neanche Obama può fare miracoli.