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Perché la CIA non vuole che Dawood sia in mani indiane

di Jeremy R Hammond* - 16/01/2009

 




Il ruolo di Dawood Ibrahim, il personaggio chiave della malavita alla guida della D-Company e noto per avere legami con l’ISI pakistano e anche con la CIA, apparentemente è stato cancellato. La sua cattura e l’estradizione all’India potrebbe provocare inconvenienti sia per l’ISI che per la CIA. reportedly

E’ stato Ibrahim ad essere inizialmente descritto dalla stampa come il pianificatore degli attacchi. Ora questo titolo è stato dato a Zaki-ur Rehman Lakhvi secondo numerosi articoli giornalistici che riportano come le forze di sicurezza pachistane abbiano fatto irruzione in un campo di addestramento del gruppo Lashkar-e-Tayiba, che le prove hanno dimostrato essere responsabile degli attacchi. Lakhvi, per quanto riportato dai media, è stato catturato nell’irruzione ed adesso è sotto custodia.

Allo stesso tempo, mentre il ruolo di Ibrahim viene sminuito, il ruolo di Lakhvi viene ingigantito. I primi articoli lo descrivevano come l’addestratore del gruppo Lashkar-e-Tayiba, ma le maggiori testate giornalistiche, come il New York Times e il London Times, citando fonti governative, hanno promosso il suo ruolo a quello di comandante delle operazioni del gruppo.
L’unico terrorista ad essere catturato vivo dopo gli attacchi di Mumbai, Ajmal Amir Kasab ha descritto come mente degli attacchi Ibrahim e non Lakhvi, come era stato detto precedentemente dalla stampa.
Kasab, stando a quanto riportato dai media, ha detto ai suoi inquirenti che lui e i suoi colleghi terroristi erano stati addestrati da Lakhvi, anche conosciuto come Chacha (lo zio), in un campo in Pakistan. La polizia indiana ha anche tracciato delle telefonate a Lakhvi da un telefono satellitare utilizzato dai terroristi.
Ma il telefono era stato utilizzato anche per chiamare Yusuf Muzammil, conosciuto anche come Abu Yusuf, Abu Hurrera e “Yahah”. Ed è stato Muzammil, non Lakhvi, che prima era stato descritto come il comandante militare del gruppo Lashkar-e-Tayiba. E’stata una telefonata a Muzammil intercettata il 18 novembre a mettere la Marina e la Guardia Costiera Indiana in massima allerta verso ogni nave straniera che entrasse nelle acque indiane proveniente dal Pakistan.
Kasab ha ditto ai suoi inquirenti che la sua squadra era stata trasferita da Karachi, in Pakistan, su una nave appartenente a Dawood Ibrahim, la MV Alpha. In seguito dirottarono un peschereccio indiano, il Kuber, per passare attraverso le acque territoriali indiane eludendo la Marina e la Guardia Costiera che stavano cercando navi sospette.
Sebbene la MV Alpha fosse stata successivamente trovata e sequestrata dalla Marina Indiana, ci sono stati pochi - se non nessuno - sviluppi in merito a questo aspetto delle investigazioni sulla stampa, così come in merito alla conferma o meno dell’appartenenza della nave e Ibrahim.
All’arrivo a largo della costa vicino alla città, essi furono accolti da gommoni gonfiabili che erano stati preparati da un socio di Ibrahim a Mumbai.
La pianificazione e l’esecuzione degli attacchi indicano come il ruolo della “mente” non fosse nè di Lakhvi nè di Muzammil, bensì di Ibrahim, un indiano intimamente conoscitore della città. E’ stato a Mumbai che Ibrahim fece la scalata nel mondo sotterraneo fino a diventare uno dei maggiori boss della criminalità.
Almeno altri due indiani sono connessi agli attacchi, Mukhtar Ahmed e Tausef Rahman. Loro sono stati arrestati in relazione all’essersi procurati delle carte SIM utilizzate poi nelle telefonate dei terroristi. Ahmed, secondo i funzionari indiani, era stato reclutato da una speciale unità anti-sommossa della polizia come un agente sotto copertura. Si sta ancora investigando per comprendere quale fosse il suo ruolo preciso.
Una delle carte SIM usate era stata probabilmente acquistata in New Jersey. Gli inquirenti stanno contemporaneamente indagando anche questo potenziale collegamento con gli Stati Uniti.

Dawood Ibrahim passò dall’essere un personaggio chiave della malavita al terrorismo nel 1993, quando il suo nome fu collegato ad una serie di bombardamenti in Mumbai che portarono alla morte di 250 persone. E’ ricercato dall’Interpol e fu classificato come terrorista globale dagli Stai Uniti nel 2003.
Si crede che Ibrahim risiedesse a Karachi e la polizia Indiana ha accusato L’ISI pakistano di proteggerlo.
Ibrahim è noto per essere uno dei maggiori trafficanti, responsabili del trasporto di narcotici nel Regno Unito e nell’Europa Occidentale.
Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per la Droga ed il Crimine, la maggior parte dell’oppio (o i suoi derivati, come l’eroina, che sempre più è prodotta nel paese prima di essere esportata) è smistata attraverso l’Iran e la Turchia, in rotta terrestre verso l’Europa; ma la percentuale che va in Pakistan sembra in maggior parte essere destinata direttamente al Regno Unito, sia via nave che via aerea.
L’Afghanistan è il primo produttore mondiale di oppio, un trend sviluppatosi durante il tentativo dei mujahedeen sostenuti dalla CIA di esautorare l’Unione Sovietica dalla nazione, con il commercio della droga utilizzato per finanziare la guerra.
Dawood Ibrahim, noto trafficante di droga, è naturalmente anche coinvolto nel lavaggio di denaro sporco, che è forse il ruolo in cui l’azzardosa operazione in Nepal entra in gioco.
Yoichi Shimatsu, precedente editore del Japan Times, scrisse lo scorso mese, dopo gli attacchi di Mumbai, che Ibrahim aveva lavorato con gli Stati Uniti per aiutare i finanziamenti ai mujahedeen durante gli anni ’80 e poiché egli sapeva troppo in merito ai ‘più scuri segreti’ statunitensi nella regione, non gli sarebbe mai stato permesso di andare in India.
La recente promozione di Lakhvi a ‘mente principale’ degli attacchi, mentre il nome di Ibrahim scompariva dalle indagini dei media, sembrerebbe dar credito alle asserzioni di Shimatsu.
Il giornalista investigativo Wayne Madsen similarmente ha riportato che, secondo le fonti di intelligence, Ibrhaim è un elemento prezioso della CIA, sia come veterano della guerra dei mujahedeen e sia in continua connessione con le sue operazioni di traffico di droga a Kathmandù, in Nepal. Un accordo è stato concluso nei primi mesi di quest’anno perché Ibrahim fosse estradato dal Pakistan all’India, ma la CIA aveva paura che ciò avrebbe fatto venire alla luce troppi dei suoi ‘sporchi segreti’, incluse le attività criminali di personale di alto livello all’interno dell’agenzia.



Una teoria sugli attacchi di Mumbai è che essi fossero la reazione violenta per questo tradimento che era tra le altre cose inteso come un avviso che ogni altro tipo di accordo avrebbe potuto avere ulteriori serie conseguenze.
Sebbene fosse stato indicato dagli Stati Uniti come uno dei maggiori terroristi internazionali, le indagini dei media in India hanno considerato il passato interesse degli Stati Uniti nel vedere Ibrahim estradato, molto meno che entusiasticamente.
Il precedente primo ministro indiano L K Advani scrisse nelle sue memorie La mia Nazione, la mia vita, che egli fece un grande sforzo perché il Pakistan estradasse Ibrahim e si incontrò con l’allora segretario di Stato Colin Powell e l’allora consulente per la sicurezza nazionale Condoleezza Rice (adesso segretario di stato) perché facessero pressione sul Pakistan a tale scopo. Ma egli fu informato da Powell che il Pakistan avrebbe estradato Ibrahim solo “con molte limitazioni” e che l’allora presidente del Pakistan Pervez Musharaff avrebbe avuto bisogno di più tempo prima di fare ciò.
L’estradizione, inutile dirlo, non ebbe mai luogo. Il governo pachistano ha anche pubblicamente negato che Ibrahim fosse nella nazione; un diniego ripetuto anche in seguito ai recenti attacchi a Mumbai. Altri sospettati di coinvolgimento negli attacchi e compresi tra i 20 individui che l’India richiedeva al Pakistan di estradare hanno possibili connessioni alla CIA, incluso Hafiz Mohammad Saeed, il fondatore dei gruppi Lashkar-e-Tayiba e Jaish-e-Mohammed e il capo Maulana Masood Azhar, entrambi veterani dell’impresa dei mujahedeen supportata dalla CIA.
Azhar era stato catturato nel 1994 e imprigionato in India per il suo ruolo come capo del gruppo terrorista basato in Pakistan Harkut-ul-Mujahideen. Egli fu rilasciato comunque nel 1999, in cambio degli ostaggi del dirottamento del volo Indian Airlines 814, che era stato dirottato durante il suo volo da Kathmandu in Nepal per Delhi in India e ridiretto in Afghanistan.
Dopo il suo rilascio Azhar formò il gruppo Jaish-e-Mohammed che fu responsabile di un attacco al Parlamento indiano nel 2001 che portò India e Pakistan sull’orlo di una guerra. Anche il gruppo Lashkar-e-Tayiba fu ritenuto colpevole dell’attacco assieme al gruppo Jaish-e-Mohammed. Entrambi I gruppi hanno collegamenti con l’ISI, che li ha utilizzati come mandatari nella guerra con l’India nel territorio del Kashmir.
Saeed viaggiò verso Peshawar per unirsi alla causa dei mujahedeen durante la guerra tra afghani e sovietici. Peshawar fu utilizzata come base per le operazioni della CIA che lavorò a stretto contatto con l’ISI per finanziare, armare e addestrare i mujahedeen. Fu a Peshawar che Saeed divenne il protetto di Abdullah Azzam, che fondò un’organizzazione chiamata Maktab al-Khidamat insieme ad un individuo saudita chiamato Osama Bin Laden.
Maktab al-Khidamat partecipò alle operazioni CIA-ISI per reclutare arabi nelle file dei mujahedeen. L’ISI, agendo come procuratore per la CIA, scelse principalmente di canalizzare il suo supporto agli afgani, come con il signore della guerra Gulbaddin Hekmatyar. Gli Stati Uniti affermano che la CIA non aveva relazioni con Maktab al-Khidamat, ma l’operazione Bin Laden, che in seguito si evolse in Al Qaeda, deve essere stata certamente conosciuta e approvata dalla CIA.
Ma ci sono indicazioni che la relazione tra la CIA e Maktab al-Khidamat e Al Qaeda vanno ben oltre l’aver condiviso un comune nemico e l’aver avuto interessi reciproci nella guerra afghano sovietica. Un numero di membri di Al Qaeda sembra essere stato tra le persone protette.
Un altro precedente capo dell’ISI è ora privatamente accusato dagli Stati Uniti di coinvolgimento con il gruppo responsabile degli attacchi di Mumbai, secondo le indagini che citano un documento che descrive il generale Hamid Gul, ex capo dell’ISI, e quattro altri ex capi dell’agenzia d’intelligence pakistana come coinvolti nel supporto di reti terroristiche. Gli individui citati sono stati segnalati, tramite raccomandazione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per essere inseriti nella lista dei terroristi internazionali, come riporta il giornale pakistano The News.
Il documento è stato fornito al governo del Pakistan, e accusa Gul -capo dell’ISI dal 1987 al 1989- di aver fornito assistenza a gruppi criminali a Kabul, come anche a gruppi responsabili del reclutamento e dell’addestramento di militanti per attaccare le forze a guida statunitense in Afghanistan, inclusi i talebani.
Hamid Gul rispose agli articoli giornalistici, definendo le accuse ridicole. Gli Stati Uniti hanno negato di aver fatto alcun genere di raccomandazione alle Nazioni Unite.
Ma gli Stati Uniti hanno similarmente accusato l’ISI di coinvolgimento nel bombardamento dell’ambasciata Indiana a Kabul lo scorso luglio. Ciò è insolito, non per l’accusa all’ISI di legami con il terrorismo, ma perché in così forte contrasto con in tentativi di far apparire pubblicamente il Pakistan come un alleato leale nella sua “guerra al terrorismo” mentre la nazione era sotto la dittatura di Musharraf.
L’atteggiamento statunitense verso il Pakistan è cambiato nel momento in cui un governo eletto è giunto al potere con una maggiore volontà di sostenere la schiacciante opinione della gente e cioè che sia la ‘guerra al terrorismo’ stessa ad aver esacerbato il problema dei gruppi estremisti militanti e che porta a ulteriori attacchi terroristici all’interno della nazione, come l’assassinio dell’ex primo ministro Benazir Bhutto lo scorso anno o il bombardamento dell’Hotel Merriot a settembre. Mentre l’attenzione mondiale era focalizzata sugli attacchi di Mumbai, una bomba è esplosa a Peshawar, uccidendo 21 persone e ferendone 90.
Mentre il documento presentato dagli USA definisce Gul e antri come sostenitori dei terroristi, un altro report, dell’intelligence indiana, indica che i terroristi che condussero gli attacchi a Mumbai erano tra i 500 addestrati da istruttori dell’esercito pakistano, secondo quanto riportato dal The Times. Questo addestramento dei 10 noti terroristi di Mumbai avrebbe avuto luogo prima della loro recente preparazione per questi attacchi specifici dall’addestratore del gruppo Lashkar-e-Tayiba Zaki-ur Rehman Lakhvi.

Ma mentre Lakhvi, Muzammil e Hafiz Saeed hanno continuato ad essere nominati in connessione con gli attacchi a Mumbai dello scorso mese, il nome di Dawood Ibrahim sembra essere scomparso insieme alle accuse che volevano che il suo ruolo designato fosse quello di mente delle operazioni, ruolo che ora viene accreditato a Lakhvi nei resoconti dei media.

Se questo è uno sforzo deliberato per sminuire il ruolo di Ibrahim negli attacchi -così da non dover forzare il Pakistan a estradarlo, per via delle imbarazzanti dichiarazioni sul coinvolgimento della CIA con noti terroristi e trafficanti di droga che potrebbero scaturirne, non è certo.

Ma ciò che è certo è che la CIA ha avuto una lunga storia di coinvolgimenti con questo genere di personaggi e che gli Stati Uniti hanno un percorso documentato di tentativi volti a mantenere segrete le informazioni riguardanti la natura di questo coinvolgimento al buio o coprendole fin quando non raggiungono la luce delle inchieste pubbliche.




*Jeremy R Hammond è redattore del Foreign Policy Journal

(traduzione a cura di Massimo Janigro)