Lettera aperta al Senatore Obama
di Ralph Nader - 17/01/2009
Caro Senatore Obama:
Negli ultimi due anni di campagna presidenziale, le parole "speranza e cambiamento", "cambiamento e speranza" sono state le vostre dichiarazioni tipiche.
Tuttavia c'è un'asimmetria tra tali obiettivi e il vostro carattere politico che soccombe ai centri di potere opposti che non vogliono "speranza e ricambio" ma la continuazione del potere che fortifichi lo status quo.
Avete ricevuto contributi enormi, senza precedenti, dagli interessi corporativi, da Wall Street e, più interessante, dagli avvocati delle grandi ditte corporative legali, molti di più di McCain.
Mai in passato un Democratico nominato Presidente aveva ottenuto questa supremazia sulla sua controparte Repubblicana.
Perché, a parte il vostro voto incondizionato per i 700 miliardi per salvare Wall Street, questi grandi interessi corporativi investono così tanto nel Senatore Obama?
Potrebbe essere per il vostro record al Senato statale, a quello USA e per il vostro record alla campagna presidenziale (nel favorire il nucleare, le centrali a carbone, le trivellazioni petrolifere offshore, i sussidi corporativi come la 1872 Mining Act e schivare ogni programma per combattere il movimento criminale corporativo e il bilancio militare tronfio e dispendioso, per esempio) che avete fatto per essere il loro uomo?
Per realizzare cambiamento e speranza, al presidente serve carattere, coraggio, integrità -- non convenienza, accomodamento e opportunismo di bassa lega.
Prendete, per esempio, la vostra trasformazione da difensore dei diritti palestinesi a Chicago prima della corsa al Senato USA ad accolito, uno "yesman" della linea dura AIPAC, che sostiene da anni l'oppressione militaristica, l'occupazione, il blocco, la colonizzazione e i sequestri di terra - acqua dei popoli palestinesi e dei loro territori rimpiccioliti nel West Bank e a Gaza.
Eric Alterman riassunse vari sondaggi del dicembre 2007 pubblicati su The Nation che mostrano come l'AIPAC non rappresenta la maggioranza degli ebrei americani.
Voi sapete bene che solo quando il governo USA sostiene i movimenti per la pace israeliano e palestinese, che anni fa proposero una dettagliata soluzione a 2 stati (sostenuta dalla maggioranza degli israeliani e palestinesi), c'è una possibilità per la fine pacifica di un conflitto che dura da più di 60 anni.
Vi schierate ancora con i fautori della linea dura, così tanto che nel vostro discorso infame e umiliante alla convenzione AIPAC proprio dopo che otteneste la nomina del Partito Democratico, voi supportaste una "Gerusalemme indivisa", e vi opponeste ai negoziati con Hamas -- il governo eletto di Gaza.
Voi ignoraste ancora la volontà degli israeliani che, in un sondaggio del 1° marzo 2008 fatto dal rispettabile Haaretz, mostrava che il 64% di loro erano a favore di "negoziati diretti con Hamas".
Parteggiare per la linea dura di AIPAC è ciò che uno dei molti palestinesi preminenti a favore del dialogo e della pace con il popolo israeliano stava descrivendo quando scrisse "L'anti - semitismo oggi è la persecuzione della società palestinese fatta dallo stato israeliano".
Durante la vostra visita in Israele questa estate, voi programmaste solo 45 minuti del vostro tempo per i Palestinesi senza conferenza stampa, e senza visitare i campi profughi palestinesi per non far focalizzare i media sulla sofferenze inflitte ai Palestinesi.
Il vostro viaggio supportò il blocco illegale e crudele di Gaza in spregio della legge internazionale e dello statuto dell'ONU.
Vi concentraste sulle disgrazie del meridione di Israele che durante l'anno passato hanno totalizzato una disgrazia civile mentre quelle palestinesi nella zona di Gaza sono state 400.
Invece di mostrare una capacità di governo che condannasse tutta la violenza per accettare la proposta della Lega Araba del 2002 e creare uno stato palestinese fattibile entro i confini del 1967 e tornare a relazioni economiche e diplomatiche piene fra Israele e stati arabi, voi giocaste il ruolo del politico modesto, lasciando l'area e i palestinesi con il sentimento di tanta sorpresa e poca paura.
David Levy un ex negoziatore di pace israeliano, descrisse il vostro viaggio succintamente: "Ci fu quasi un'ostentazione ostinata di indifferenza per il fatto che qui ci sono due storie. Questo potrebbe servire a un candidato no ad un Presidente".
Il cronista palestinese americano, Ali Abunimah notò che Obama non fece una singola critica a Israele per "gli insediamenti, la costruzione del muro e per le chiusure inflessibile che rendono la vita invivibile per milioni di palestinesi …. Persino l'amministrazione Bush criticò l'uso israeliano delle bombe a grappolo contro i civili libanesi [vedete www.atfl.org http://nader.org/www.atfl.org per sviluppo]. Ma Obama difese l'assalto israeliano in Libano come un esercizio del suo 'legittimo diritto di difendere se stesso'".
In molti editoriali Gideon Levy, scrivendo su Haaretz, criticò duramente l'assalto del governo israeliano ai civili di Gaza, includendo gli attacchi a "il cuore del campo pieno di rifugiati … con un orribile massacro" all'inizio del 2008.
Lo scrittore israeliano pacifista - Uri Avnery - descrisse il discorso di Obama all'AIPAC come quello di chi "batte tutti i record di servilismo e adulazione", aggiungendo che Obama "è preparato a sacrificare anche gli interessi americani basilari. Dopo tutto, gli USA hanno un interesse vitale per la pace fra israeliani e palestinesi per trovare le strade per i cuori delle masse arabe dall'Iraq al Marocco. Obama ha danneggiato la sua immagine nel mondo Musulmano e ipotecato il suo futuro -- se e qualora fosse eletto presidente.," egli disse anche "Di una cosa sono certo: le dichiarazioni di Obama alla conferenza AIPAC sono molto, molto cattive per la pace. E questo è cattivo per Israele, per il mondo e per il popolo palestinese".
Un ulteriore illustrazione della vostra deficienza di carattere è il modo in cui voi girate le spalle ai musulmani americani di questa nazione.
Voi rifiutaste di mandare delegati a parlare agli elettori ai loro eventi. Avendo visitato numerose chiese e sinagoghe, voi rifiutaste di visitare una singola Moschea in America.
Persino George W. Bush visitò la Grande Moschea di Washington D.C. dopo 11/9 per esprimere i giusti sentimenti di tolleranza davanti al più grande gruppo religioso di innocenti spaventati.
Anche il New York Times pubblicò un articolo importante il 24 giugno 2008 titolato "Muslin Voters Detect a Snub from Obama" (di A. Elliott), citando esempi della vostra avversione per questi americani che vengono da tutte le classi sociale, che fanno il servizio militare e lavorano per vivere il sogno americano.
Tre giorni dopo l'International Herald Tribune pubblicò un articolo di Roger Cohen titolato "Why Obama Should Visit a Mosque".
I commenti e gli editoriali non cambiano la vostra intolleranza per i musulmani americani - anche se vostro padre era un musulmano del Kenya.
Forse nulla illustrò meglio la vostra mancanza assoluta di coraggio politico o anche la versione più mite di questo tratto della vostra resa davanti alle domande dei duri di proibire all'ex presidente Jimmy Carter di parlare alla Convenzione Nazionale Democratica.
E' una tradizione per gli ex presidenti e infatti questo anno fu concessa l'apertura a Bill Clinton.
Qui c'era un Presidente che negoziò la pace fra Israele e Egitto, ma il suo libro recente per spingere la super potenza dominante di Israele ad evitare l'Apartheid dei palestinesi e fare la pace fu quello che lo mise in panchina.
Al posto di un importante discorso alla nazione di Jimmy Carter su un problema internazionale grave, egli fu degradato a una passeggiata sulla scena con un "applauso tumultuoso", mentre era proiettato un film sul lavoro dopo Katrina del centro Carter.
Vergognati, Barack Obama!
Ma del resto il vostro comportamento vergognoso si estende a tante altre aree della vita americana.
(vedete le analisi reali del mio compagno di corsa, Matt Gonzalez su www.votenader.org e http://nader.org/www.votenader.org).
Voi avete girato le spalle a 100 milioni di poveri americani composti di poveri bianchi, afro - americani e latini.
Voi ricordate sempre di aiutare la "classe media", ma omettete, ripetutamente, di ricordare il "povero" in America.
Se voi sarete eletto Presidente, deve essere un di più di un avanzamento di carriera verso l'alto senza precedente che segue una campagna brillante senza principi che disse "cambiamento" ma dimostrò l'attuale obbedienza alla concentrazione di potere dei "potentati corporativi".
Deve essere un trasferimento di potere dai pochi ai molti.
Deve esistere una Casa Bianca presieduta da un uomo nero che non gira le spalle agli oppressi qui e all'estero ma sfida le forze dell'avarizia, del controllo dittatoriale del lavoro, dei consumatori e dei contribuenti, e la militarizzazione della politica estera.
Deve esistere una Casa Bianca che trasforma le politiche americane -- aprendosi al finanziamento pubblico delle elezioni (con modalità volontarie) -- e permettendo ai candidati più piccoli di avere una possibilità di essere sentiti ai dibattiti e nella pienezza delle loro libertà civili ad oggi limitate.
Chiamatela democrazia competitiva.
La vostra campagna presidenziale ha dimostrato più volte le posizioni di vigliaccheria.
"Speranza" alcuni dicono "fonte eterna". Ma non quando "la realtà" la consuma quotidianamente.
Sinceramente,
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Tradotto il 16/01/2009 da F. Allegri per Futuroieri
http://digilander.libero.it/amici.futuroieri