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Obama: la svolta che non c’è

di Paolo De Gregorio - 21/01/2009



Mi sono eroicamente subito il discorso di investitura presidenziale di Obama
dove ho ritrovato il solito minestrone di retorica, religione, supremazia,
identico nella “cultura” americana di democratici e repubblicani, cortina
fumogena che nasconde tutta la verità e dà la sensazione precisa e netta che
mai dalla politica verrà un contributo di sincerità e chiarezza.
Già si delinea il grande imbroglio che si pratica in tutte le “demokrazie”
dove si vede che il linguaggio e le promesse della campagna elettorale, come
per magia, si trasformano in scelte di uomini e ruoli che rappresentano una
totale continuità con il governo precedente, facendo così della democrazia una
farsa che prende in giro la gente, come se ciò fosse la cosa più normale del
mondo.
La “discontinuità” con Bush ci sarebbe stata solo se Obama avesse detto
alcune semplici ed evidenti verità: l’America è in crisi perché ha la pretesa
di vivere al di sopra delle sue possibilità, ha la pretesa di dettare legge
fuori dalle sue frontiere e per questo ha bisogno di un immenso esercito che
costa 590 miliardi di dollari l’anno, e non è un esercito difensivo, ma
aggressivo, ossia pensato e strutturato per portare la guerra fuori dalle
proprie frontiere.
E’ questo ruolo imperiale e prepotente che ha creato l’odio e la risposta
terroristica contro l’America. L’America li ha fabbricati e continua a
fabbricare i “terroristi”, i “nemici” e fa scuola a Israele che percorre la
stessa strada da 50 anni.
L’America è il paese più indebitato del mondo e ha cercato di esportare la
sua crisi finanziaria con truffe e speculazioni a danno di istituti finanziari
di mezzo mondo, dando uno spettacolo di cinismo e corruzione morale.
L’America non ha saldi principi e lo dimostra impedendo il giusto fallimento
di banche e industrie con l’immissione di soldi pubblici, alla faccia dell’
osannato “liberismo”, consegnando soldi e potere ai ladri e ai truffatori
affinché continuino un altro ciclo capitalista.
L’America è il 5% della popolazione mondiale e brucia il 40% di tutte le
risorse, inquinando in proporzione, e sarebbe ora che la smettesse di consumare
più di quanto è in grado di produrre.
Se l’America rinunciasse a voler essere la prima della classe e a comandare
con la minaccia della sua forza militare, avrebbe il denaro sufficiente per non
avere più bisogno del petrolio dei paesi arabi, producendo energia con le
centrali “verdi” che richiedono solo di essere costruite in numero adeguato, e
presto i cosiddetti “nemici dell’America” svanirebbero.
Caro Veltroni, solo quando un presidente americano dirà queste elementari
verità ci sarà quella “discontinuità” di cui vai cianciando, Obama oggi cerca
una rivincita in Afghanistan dove ottusamente vuole portare più soldati, ma
ogni bomba americana, anche lì, ogni strage di donne e bambini, creerà nuovi
oppositori, finchè qualcuno non si accorgerà che i veri terroristi sono quelli
che li fabbricano.