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Aiuti di Stato?

di Gianfranco La Grassa - 04/02/2009

 

 

Il Governo ha deciso di dare aiuti consistenti (naturalmente “verdi”, perché fa un più “bel vedere”) al settore auto e perfino agli elettrodomestici. Lo ha anzi annunciato il Premier in persona. Ciò dimostra quanto continuo a pensare. Il centrosinistra è in pappe assai fortemente, com’è sotto gli occhi di tutti; il centrodestra non è però da meno, anche se il suo sbracamento è meno visibile, anzi quasi ben mascherato. Il Pdl dovrebbe essere formato da due organismi che non sono per nulla omogenei; e la Lega naviga “sottocoperta”, ma prima o poi le differenze verranno a galla.

In tutto questo disfacimento, l’unica linea d’azione seguita con quasi coerenza è quella di favorire ancora la GFeID. Tremonti ha fatto i mugugni contro le banche, ma in definitiva queste la passano liscia e continuano a mentire sul fatto che avrebbero aperto i rubinetti del credito anche alle PMI, mentre queste ultime continuano con ragione a sostenere il contrario. Alla fin fine, però, nessuno interviene con decisione per mettere in riga l’apparato bancario.

Lo stesso avviene sul fronte industriale. Si sono fatte delle mosse di politica estera che hanno tentato di avvantaggiare gli accordi Eni-Gazprom (con Noc e Sonatrach “in linea”), poi non si ha però il coraggio di resistere alle lobbies dell’auto e del metalmeccanico di una ormai ben superata fase dell’industrializzazione. Il ricatto dei 60.000 posti nel settore automobilistico (300.000 con l’indotto) ha ben funzionato; vi si è aggiunto anche quello del settore elettrodomestici (non mi sembra siano stati quantificati i posti di lavoro da salvare, ma non importa, tanto sono numeri dati a caso per impressionare). E’ ovvio che anche le misure intelligenti prese (quelle nel settore energetico) sono quasi casuali, legate ad interessi in gioco di qualche gruppo politico; non sono vere mosse strategiche. Berlusconi, malgrado le arie, è di una debolezza incredibile, non ce la fa a tenere a freno gli interessi dei parassiti, che contrastano con quelli delle nostre grandi imprese di punta e veramente strategiche.

Tanto più che una politica dell’energia dovrebbe conquistare anche una base di massa, favorendo comunque i consumatori. Non so voi, ma io e alcuni amici che ho potuto contattare abbiamo avuto dalle terz’ultime bollette di gas ed energia elettrica alle ultime un aumento di esborso (non di consumo) dal 30 al 50%; e ciò malgrado si chiacchieri a vanvera di riduzioni di prezzo su entrambi i fronti. In ogni caso, dire che il Governo abbia in questo momento una benché minima coerenza e visione d’ampio respiro nella sua azione, significa raccontare pure balle. Nel contempo, venire a sostenere che l’opposizione esprime una qualche idea alternativa dotata di lungimiranza, sarebbe temerario e solleverebbe ondate di ilarità.

Invece di dare i soliti finanziamenti alla Fiat & C., sarebbe meglio impiegarli come ammortizzatori sociali per i posti che si sostiene essere a rischio. Ovviamente con un accordo secondo il quale i lavoratori siano comunque pronti anche a un certo riciclaggio, tenuto conto di eventuali nuove esigenze industriali, che si individuassero nell’ambito di una strategia di potenziamento del nostro sistema complessivo tramite una diversa azione: economica, ma anche politica verso aree poste ad est e a sud. Nello stesso tempo, bisognerebbe dimostrare concretamente che la politica energetica centrata su Eni ed Enel non impedisce la diminuzione dei prezzi dell’energia, che alcuni nostri organi europei (e alcuni paesi vicini) sostengono di poter invece ottenere solo favorendo i piani di gasdotti tesi all’indebolimento della posizione russa.

Abbiamo un Governo non coerente e con scarsa forza e coesione; e un’opposizione nelle stesse condizioni: dice ciò che non è, ed è ciò che non dice. Si vive alla giornata, cercando dei successi di immagine, ma nascondendo la realtà effettiva delle cose più urgenti da fare. Non si può, dopo la spazzatura, puntare sulla questione degli stupri e della sicurezza, sulle magagne (indubbie) di una Magistratura al limite del ridicolo, sulle vicende della povera Eluana (che sarebbe giusto lasciare in disparte per un minimo di decenza e pietà), ecc. Credo che il problema dei problemi sia la crisi attuale e tutto dovrebbe ruotare attorno ad essa, con una visione di lungo periodo che sappia scontare anche momenti inevitabili di grande difficoltà: da chiarire con onestà, su cui dibattere senza menzogne ottimistiche, ma anche puntando a ciò che è strategico e non occasionale. Soprattutto, non si sia sempre legati agli interessi dei soliti parassiti da decenni a questa parte; si arrivi, ad esempio, ad un libro nero sugli aiuti alla Fiat, e poi la si lasci a se stessa. Nulla cambia mai in questo dannato paese.