Obama a rimorchio dell’Alta finanza
di Filippo Ghira - 12/02/2009
| |
Il piano di stabilità finanziaria per il sistema bancario Usa preparato dal neo segretario al Tesoro Usa, Timothy Giethner, è un piano che ha molto addolcito le misure “punitive” verso il mondo bancario che Barack Obama, l’idolo dei progressisti e degli utili idioti di mezzo mondo, aveva affermato di voler varare. Un segnale ulteriore, come se poi ce ne fosse bisogno, che l’inquilino della Casa Bianca, seppure portato alla presidenza dal malumore dell’opinione pubblica contro i repubblicani, considerati troppo vicini al mondo delle banche e della finanza, responsabili del disastro finanziario e della rovina economica di tante famiglie, è in realtà perfettamente funzionale a quel mondo e ai suoi interessi. Del resto, se così non fosse l’ex senatore non sarebbe mai arrivato alla suprema carica. E a riportarlo alla ragione è stato lo stesso Giethner, anche lui espressione degli interessi di Wall Street ed imposto ad Obama per tenerne a freno le velleità sociali. Non sono forse la finanza e l’economia a farla da padrone negli Stati Uniti? Il famigerato “Yes, we can”, non è infatti una prerogativa di Obama ma loro. Il piano Giethner è comunque basato su 4 punti. Attraverso lo “stress test” la Federal Reserve potrà valutare se le maggiori banche del paese sono in grado o meno di affrontare con i propri mezzi una fase economica che appare in via di peggioramento. Le banche in difficoltà potranno ricevere una riserva di capitale pubblico con la quale continuare a fare prestiti a famiglie e imprese fino a quando non saranno in grado di attrarre capitali privati sostitutivi di quelli pubblici. |

