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La danza macabra di Pd, Pdl, Pdn…

di Mario Grossi - 02/03/2009

Baiadera senza naso, sgorbio irresistibile,
dì dunque a questi ballerini che fanno i contrariati:
“Malgrado cipria e rossetto, ballerini che vi volete fieri,
puzzate tutti di morte”. Scheletri azzimati,

Antinoi sfioriti, dandy glabri,
cadaveri verniciati, vitaioli canuti,
siete trascinati, nel gioco universale della danza macabra,
verso luoghi che nessuno conosce!

 

Charles Baudelaire, Danza macabra

Si spengono le luci sulla notte degli Oscar e da Hollywood arrivano nuovi sogni da sostituire alla vecchia litania del “self made man” passata di moda al tempo della crisi. The Millionaire ha ottenuto ben otto Oscar. Al di là della qualità del film è il messaggio che è stato premiato. Al vecchio ed inattuale lavora, fatica, utilizza tutte le tue forze per affermarti, così facendo il sogno americano ti premierà, si è sostituito un altro messaggio. Visto che la crisi dimostra che sei carne da macello ed il sogno americano vale solo per i pochi tycoon che ne hanno approfittato fraudolentemente, rivelandosi per quello che è: una bufala, allora comprati un bel corno, un biglietto della lotteria (o partecipa ad una trasmissione televisiva) e se hai culo anche tu, morto di fame indiano, puoi diventare ricco. Non più merito, non più fatica, non più premio per i migliori. Solo ed esclusivamente culo. Lo Stellone italico in terra USA. Hollywood aveva già incoronato Obama, sfigato imperatore universale, in una cerimonia dagli effetti speciali incredibili: scenario da Colossal, Boys e Girls osannanti, il Divo che, con emozione, giura sulla Bibbia che fu di Lincoln e che unisce Dio, i Padri fondatori ed il novello ex-schiavo redento nella terra di tutte le opportunità. Anche lui incarna il nuovo sogno americano. Ha vinto un terno al lotto. Ha fatto saltare il banco. Il Banco dei Pegni visto come si stanno mettendo le cose. Ma le luci della Notte degli Oscar si sono spente anche sulla politica nostrana: Veltroni se ne va e arriva Franceschini a capitanare i resti del PD. Ma un B-movie non potevamo pensare che potesse vincere un Oscar.

franceschini_fondo-magazineLontano dai fasti delle mayor americane, con un budget ridotto all’osso, Franceschini si è accontento di Ferrara per mettere in scena la sua comparsata. Su un marciapiede spoglio, sullo sfondo il Castello, a fianco di una lapide che ricorda alcuni partigiani caduti “barbaramente trucidati dai nazifascisti”, i “roadies” del PD hanno allestito un palchetto, in tubi Innocenti ed assi di legno, sgangherato, su cui si è esibito Franceschini. Non aveva nessun boy o girl al fianco, né di fronte una folla oceanica ma quattro gatti pronti all’applauso stanco. Poteva almeno assoldare da Cinecittà qualche comparsa in più. Quelle simpatiche ed improbabili comparse magari ancora con i vestiti di scena, centurioni con l’orologio, o antichi egizi con la maglia della salute. Ma il Franceschini non voleva esagerare. Così ha rispolverato il vecchio padre che, malfermo sulle gambe, si è portato dietro la sua Costituzione sulla quale, irritualmente, il figlio ha giurato fedeltà.

Il vecchio padre, partigiano, antifascista, poi deputato democristiano, come il figlio ex-democristiano pure lui, che ha imparato la lezione. In tempi di elezioni, alla ricerca del consenso, bisogna andare a stanare anche i malati, i vecchi, far votare i cadaveri. Sembrava una scenetta italiota anni 50, quando venivano portate in processione Madonne che facevano roteare i bulbi oculari nelle orbite e che fissavano il povero elettore incerto, per convincerlo a fare la cosa giusta. Ma che si trattasse di un B-movie lo diceva quella Gazzetta Ufficiale con la Costituzione, brandita prima dal padre e poi dal figlio. Altro che Bibbia di Lincoln con copertina in pelle e ricami in oro, di antica vetustà,  un foglio stropicciato e macilento. Insomma mentre Obama, nell’incubo americano, ha ben interpretato il ruolo dell’Esorcista, Franceschini non si è discostato dalla farsa dell‘Esorciccio.

In fondo è un bravo ragazzo, che fu democristiano e che ci tiene a dire che suo nonno era fascista, e suo padre partigiano antifascista, tanto per non deludere nessuno. Ecco un bravo ragazzo con la faccia da trota, bollito ancor prima di essere lessato. La maionese già pronta gli è stata servita da Rutelli, pronto a spaccare i resti già spaccati del partito sulla questione del Testamento Biologico. Il buon Franceschini potrebbe consolarsi con il 29th Annual Razzie Awards (l’anti Oscar) premio che incorona i peggiori e che quest’anno è andato per la recitazione a Paris Hilton interprete di The Hottie and the Nottie. Ve la ricordate la miliardaria coatta resa celebre da un filmino autoprodotto in cui un suo spasimante si impegnava su di lei, sbuffando e ansimando come un bufalo, mentre lei con occhio vitreo ed indifferente pensava ai casi suoi? Che trasporto emotivo! Che intensità! Franceschini mi ha ricordato Paris Hilton, alle prese con i notabili del suo partito che gli si accaniscono sopra, sbuffando ed ansimando. E lui con l’occhio da triglia, indifferente agli abusi, può al massimo sperare nell’aiuto di Rutelli a cui, sono convinto, non dispiacerebbe prenderne il posto. Insomma se Obama può tranquillamente interpretare Ultimo Tango a Parigi, Franceschini al massimo deve accontentarsi di una parte in Ultimo Tango a Zagarol.

fini-berlusconi_fondo-magazineMa nella Notte degli Oscar la peggior sceneggiatura è stata vinta dal documento/mozione che accompagnerà al congresso di AN il suo confluire nel PdL. Un testo simile è la quintessenza della Democrazia Cristiana riattualizzata. Non a caso qualche osservatore vorrebbe candidare Fini alla Presidenza del PD, visto che sempre di democristiani si tratta. Per giustificare il premio ambitissimo sono stati letti alcuni stralci da Penelope Cruz, che dimostrano il lirismo e l’ispirazione di questa sceneggiatura:

«Siamo il partito che ha indicato nella via italiana alla modernità quel filo che tiene assieme in un’unica narrazione tutte le tradizioni culturali, non solo della destra, che hanno costruito nel Novecento, una certa idea dell’Italia, dello spirito e del genio italiano. Quella italianità che Dante indicò in umanità, religiosità e civiltà e che ha trovato espressione nella filosofia di Croce e Gentile, nella letteratura di Pirandello… Nella riflessione etica e civile di Gobetti… nelle propulsioni culturali di D’Annunzio, Papini, Soffici, Prezzolini, Amendola… ricca di personalità che hanno lavorato per mantenere viva l’idealità italiana, da Guareschi, a Longanesi, a Del Noce, a Montanelli… alla musica di Battisti, Mogol e Pavarotti, dall’applicazione industriale di Beneduce fino a Enzo Ferrari ed Enrico Mattei. È questo il novecento che merita di essere traghettato nel nuovo secolo…».

Uno stile che fa un po’ il verso al film musicale Tutti insieme appassionatamente, vincitore nel 1966 di ben 5 Oscar, ma che garantirà ampio successo. Ma il premio è stato attribuito soprattutto per questo passaggio:

«Pensiamo che i valori di sintesi del Popolo della Libertà possano essere quelli di libertà, responsabilità, identità, comunità e autorità. In questa sintesi troviamo l’equilibrio fra la libertà della persona umana e il suo radicamento nelle identità comunitarie e nella nazione; il riferimento ai valori tradizionali, alla famiglia, al senso dello Stato e il pieno rispetto dei principi democratici e partecipativi; la libertà del mercato, delle imprese e della sussidiarietà, la solidarietà comunitaria e l’equità sociale; le pari opportunità e la valorizzazione del merito e dell’educazione; la sicurezza del cittadino e il rispetto della legalità; il controllo dei flussi migratori senza intolleranza e senza xenofobia; il senso di una missione comune continuamente rinnovato nel consenso democratico e nel libero confronto delle idee; la difesa dell’interesse nazionale nell’integrazione europea e in una cornice di coesistenza pacifica tra i popoli».

Bianchi e Neri, Gialli e Rossi, Democratici e Repubblicani, uomini di buon senso ed oppositori onesti, chi non si direbbe d’accordo con tale dichiarazione d’intenti? Chi si direbbe contro la libertà, l’impegno e la serietà? Siamo un po’ alla riedizione del Dio, Patria, Famiglia di antica memoria ma detto in maniera più garbata, con un tocco di educazione e furbizia, per non scontentare nessuno. E per non scontentare nessuno, ma proprio nessuno, il testo dice ancora: «I valori della tradizione, quando sono veri e vitali, possono e debbono incarnarsi in forme nuove». Che se applicato alla Famiglia può voler dire tutto e il contrario di tutto: famiglia basata sul matrimonio cattolico, sul matrimonio mussulmano, sul matrimonio laico, sul matrimonio di fatto, sul matrimonio omosessuale, sul matrimonio poligamico, su tutti quanti insieme. In fondo la Famiglia è quel valore tradizionale che se vero e vitale deve incarnarsi in forme nuove! Tipico atteggiamento di chi vuole allargare il suo consenso e che è disposto a tutte le dichiarazioni pur di raccattarlo. Insomma meritatissimo premio alla peggiore sceneggiatura democristiana.

casini1_fondo-magazineUna speciale menzione alla carriera è stata attribuita in chiusura a Pierferdy Casini che si prepara a fondare il Partito della Nazione (il PdN?), un polo di centro a ovvia matrice democristiana, soprattutto nelle intenzioni nemmeno tante velate di attingere a destra come a sinistra, nella più ispirata e saprofita tradizione scudocrociata. Così nella Notte degli Oscar e dei Razzie Awards, come nella migliore tradizione Horror, tutti verranno sciolti nell’acido democristiano e rimarrà un unico liquame informe con tre piccole ed insignificanti protuberanze il PD, il PdL, il PdN che parlano tutti e tre la stessa lingua melensa e sembrano quegli agglomerati che incrostano la pelle del grande cetaceo: la Balena Bianca che non era morta, ma sonnecchiava per tornare a riempire di sé tutti gli spazi che aveva lasciati vuoti solo per riappropriarsene una volta passata la notte. Tutti accennano un passo di danza sulle note della “Danse Macabre”. Dove e quando finirà questo clamore d’ossa cadaverico non lo so!

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