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Qualche commento su Hamas e l'affare "Williamson"

di Dafne Eleutheria - 08/03/2009

Fonte: francydafne.blog.lastampa.it

 

Erano anni che non mi capitava una copia di “A Rivista Anarchica” in mano, anche se di tanto in tanto ne leggo alcuni articoli sul Web. Ieri sera, in un incontro con l’amico Andrea Papi ed altri anarchici, mi è stata regalata una copia dell’ultimo numero, il n.342, dono che ho accettato molto volentieri, soprattutto dopo aver letto in copertina il titolo di alcuni articoli sulla questione mediorientale, questione verso la quale nutro sempre grande interesse. Purtroppo avrei fatto meglio a rifiutare questo dono, perché dopo aver letto i testi del signor Oliva e del signor Codello mi è veramente venuta una gran tristezza.

Premetto che molto probabilmente, sul cosiddetto “negazionismo”, io e il signor Oliva abbiamo idee simili. Ma quello che francamente mi stupisce di non aver trovato, e che avrei sperato di trovare, è un chiaro riferimento all’immortale frase di Voltaire, filosofo e scrittore che anarchico non era, ma che a quanto pare è ancora in grado di dare lezioni di libertà a tutti gli anarchici di questo mondo, e cioè il diritto sacrosanto all’espressione del proprio pensiero. Anche perché, a ben guardare, almeno nel nostro fintamente democratico paese, questo diritto è sancito dalla costituzione (libro, ovviamente, niente affatto anarchico), e precisamente nell’articolo 21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.

Mi rendo conto che l’argomento dell’articolo del signor Oliva non riguardava la nostra libertà di parola, ma la vicenda in cui è rimasto coinvolto il signor Williamson, tuttavia un minuscolo riferimento a questo diritto, in un giornale anarchico, me lo aspettavo proprio. Se non da lui, da qualcun altro. Sarebbe stato interessante, per esempio, avere un commento da parte del signor Oliva sulla decisione del ministro degli interni argentino Florencio Randazzo che il 19 febbraio ha chiesto al vescovo britannico ultra-tradizionalista di lasciare il paese entro dieci giorni, pena l'espulsione, sulla base di «irregolarità» nella documentazione fornita dallo stesso Williamson, che per anni è stato residente a Buenos Aires; un pretesto ridicolo, inventato per cacciare un uomo solo per aver esternato le sue opinioni, che possono essere gravi quanto si vuole, ma comunque pur sempre legittime in un paese libero. E sarebbe stato interessante leggere un commento anche sulle seguenti parole del premio nobel Elie Wiesel, che nell’ambito di un’intervista, alla domanda: “è soddisfatto delle parole del papa?” ha risposto: “(…) per il Papa semplicemente condannare sia un gesto molto bello, ma che non basta. Credo che il Papa dovrebbe passare dalle parole ai fatti. Io non mi arrogo certo il diritto di impartire consigli al pontefice, non sono un suo consigliere. Ma personalmente penso che dovrebbe cancellare la sua mossa precedente. Tornare indietro dall'abrogazione della scomunica. Quell'uomo dovrebbe restare scomunicato finché non si pentirà e non dirà "mea culpa", finché non dirà al di fuori d'ogni dubbio di non credere più nelle parole con cui ha offeso il mondo, nella negazione dell'esistenza delle camere a gas della Shoah. Invece finora ha detto solo di dover studiare le prove storiche per pensare e correggersi o no. (…)”. Apro una parentesi. Trovo sempre insopportabili – anche se legittime – le varie invasioni di campo del Vaticano in argomenti che non lo riguardano. Però, se si vuole essere onesti fino in fondo, se è poco plausibile che il Vaticano si possa impicciare in fatti che non lo riguardano, penso che lo stesso metro di valutazione andrebbe usato anche quando qualcuno esterno al Vaticano si impiccia di faccende che riguardano solo ed esclusivamente la Chiesa. Che l’adesione alla cosiddetta teoria “negazionista” debba diventare una discriminante sul fatto di rimanere prete o meno penso che, francamente, sia quanto meno ridicolo, anche agli occhi di persone che – come me – della Chiesa non frega un cazzo.

E a questo punto mi piacerebbe avere un commento anche sulla detenzione del signor David Irving avvenuta in Austria l'11 novembre 2005, dove si è fatto ben 400 giorni di carcere a causa delle sue tesi storiche. E visto che ci siamo, anche un commento sulla vicenda di Robert Faurisson che nel 1990 fu rimosso dall'insegnamento e privato della pensione a causa delle sue tesi negazioniste, tesi a causa delle quali ha subìto anche altri processi per avere negato i crimini contro l'umanità, ricevendo in alcuni delle assoluzioni ed in altri delle condanne a pene pecuniarie (oltre a tre mesi di libertà vigilata, il 3 ottobre 2006). Ovviamente i difensori della verità storica hanno pensato bene di aggredirlo in varie occasioni e nel 1989 sono riusciti a fratturargli la mascella. Mi piacerebbe anche avere un commento su quanto avvenuto a Teramo il 18 maggio 2007, dove era stato invitato a tenere una conferenza presso la locale Università, conferenza che non ha potuto avere luogo grazie a un gruppo di giovani democratici non proprio d’accordo sull’eventualità di organizzare determinate conferenze. E infine chiedo un commento non solo al signor Oliva, ma a tutti gli anarchici che leggono questa rivista su una vicenda fresca fresca. Da pochi giorni su “Facebook” è nata una nuova iniziativa dal titolo “Contro i siti antisemiti in Italia - Da diffondere”. Di seguito il testo di questa iniziativa: “Carissimi, come certamente saprete in Italia è pieno di siti che incitano all'odio razziale, all'antisemitismo e che diffondono il negazionismo della Shoah. Ogni tanto abbiamo visto casi sui giornali, ma noi sappiamo perfettamente che i siti sono molti di più. Purtroppo in Italia manca una legge che vieti il negazionismo della Shoah e l'unica legge "applicabile" è la legge Mancino-Scelba contro l'apologia del fascismo e la discriminazione razziale. L'obiettivo di questo evento è quello di raccogliere i siti antisemiti in lingua italiana, segnalateci i siti che conoscete, così da permetterci di stilare un elenco che sia il più vasto possibile e diffondete l'evento tra i vostri amici, così da far conoscere al maggior numero di persone la realtà.”

Gli estensori di questo annuncio si dolgono che purtroppo qui in Italia si devono “accontentare” della legge Mancino-Scelba, a quanto pare troppo poco democratica per i loro gusti. Quindi un appello per una legge simile a quella che vige in Francia ed Austria, in cui si finisce in galera solo per avere esternato determinate opinioni politiche e storiche. Fra l’altro, nell’elenco de’ siti canaglia stilato da questi signori ho trovato anche un blog in cui si discute di negazionismo con tanto di documentazione e analisi, con le quali magari si può non essere d’accordo, ma che comunque costituiscono un diverso punto di vista storico. Non necessariamente antisemita, con buona pace del signor Oliva. Mi auguro che gli anarchici rispondano alle questioni che pongo e non preferiscano – per riprendere la metafora del pero del signor Oliva – cadere dal pero. Tuttavia la cosa più stupefacente è stata la nota introduttiva di pag. 4 in cui si giunge a dire: “Francesco Codello analizza (….) l’ideologia e il ruolo di Hamas, l’organizzazione islamica e islamista che governa democraticamente a Gaza (anche il buon Adolf fu democraticamente eletto e governò in perfetta legalità…), nel cui programma sono auspicate la distruzione dello Stato d’Israele (anzi, dell’entità sionista) e, già che ci siamo, l’eliminazione degli ebrei dalla faccia della terra. Quest’ultimo punto collega Hamas ai nazisti, in una linea di continuità storica con lo schieramento al fianco del nazifascismo del Gran Muftì di Gerusalemme e del mondo islamico in generale durante la Seconda Guerra Mondiale (…) bene fa Codello a fissare qualche paletto” che, almeno nel mio caso, finiscono ben conficcati nel mio petto. Si è citato il buon Adolf, io a leggere questa bella tirata invece, cito il buon Bagnasco, a quanto pare il famoso presidente della Cei fa scuola, almeno da queste parti. E’ nota la frase del prelato: “Quando il criterio dominante è l'opinione pubblica o le maggioranze vestite di democrazia - che possono diventare antidemocratiche o violente - allora è difficile dire dei "no". Perché quindi dire no a varie forme di convivenza stabile giuridicamente, di diritto pubblico, riconosciute e quindi creare figure alternative alla famiglia? Perché dire di no all'incesto, come in Inghilterra dove un fratello e sorella hanno figli, vivono insieme e si vogliono bene? Perché dire di no al partito dei pedofili in Olanda se ci sono due libertà che si incontrano? Bisogna avere in mente queste aberrazioni secondo il senso comune e che sono già presenti almeno come germogli iniziali.”

A quanto pare mettere in relazione unioni omosessuali che potrebbero adottare bambini e atti di pedofilia ha una sua logica, esattamente come mettere in relazione Gaza e Hitler. Si badi bene che le cause storiche che hanno portato alla nascita al regime di Hitler e di Gaza sono assolutamente diverse, che le motivazioni che portarono Hitler a macellare gli Ebrei e quelle di Gaza a combattere l’entità sionista non hanno assolutamente nulla in comune, ma le si mette sullo stesso piano, perché è sufficiente l’unica cosa che hanno in comune: il nemico. Questo è sufficiente per giustificare un accostamento che non sta né in cielo né in terra, così come considero assolutamente artificioso trovare un filo che, partendo dal Gran Muftì di Gerusalemme durante la seconda guerra mondiale continui fino ad oggi tramite l’esperienza di Hamas. Sarebbe come cercare un filo storico che, partendo dagli Ebrei dell’Antico Testamento che giungono nella cosiddetta “terra promessa” in cui macellano i popoli autoctoni, continua tuttora tramite gli Israeliani che macellano i Palestinesi. Insomma, fantastoria. A proposito, chi fa affermazioni aberranti sull’olocausto viene cacciato via e chi invece considera froci e pedofili la stessa cosa, chi afferma che i froci andrebbero garrotati, cotti nei forni crematori, rinchiusi nei lager ecc. ecc. neanche un buffetto sulla guancia? Se la negazione della Shoà non è un’opinione, ma un crimine, perché non lo è anche l’equiparazione fra omosessualità e pedofilia? Ma procediamo. Il signor Codello, per esempio, afferma: “(…) quando sosteniamo o semplicemente giustifichiamo Hamas finiamo per sostenere e giustificare quanto sopra esplicitato”, cassando una terza ipotesi, perché io, per esempio, non sostengo né giustifico Hamas, ma lo comprendo, così come comprendo la popolazione palestinese che l’ha votato. Perché il signor Codello si dilunga su Hamas senza però mai prendere di petto un fatto fondamentale: Hamas ha tutto questo potere perché qualcuno ha creduto in lui e l’ha votato. L’estensore della nota introduttiva l’ha messa in burletta: “Hamas, l’organizzazione islamica e islamista che governa democraticamente a Gaza (anche il buon Adolf fu democraticamente eletto e governò in perfetta legalità…)”, eppure è vero, nel gennaio 2006, Hamas con una vittoria a sorpresa alle elezioni parlamentari palestinesi ottenne 76 de’ 132 seggi della camera, mentre al-Fatah ne ottenne solo 43, quindi Hamas governa democraticamente. Perché? Perché la maggioranza del popolo palestinese è schierato sui propositi mortiferi di Hamas oppure perché era stanco della corruzione della classe dirigente che fino a quel momento non aveva saputo rispondere a nessuno de’ suoi bisogni? Un popolo molto meno bovino di quello italiano che ha messo alla berlina la corrotta classe politica esprimendo un voto forte, eccessivo, cosa che i miei concittadini, verso i quali provo un disprezzo smisurato, non farebbero mai, qualunque porcheria venisse loro defecata in faccia dalla classe politica criminale (giusto per usare un eufemismo) di turno. Perché il signor Codello e l’estensore della nota introduttiva non dicono come ha reagito il cosiddetto mondo democratico (quello europeo, quello statunitense e quello israeliano) di fronte al democratico voto palestinese? In risposta alla vittoria legittima di Hamas sia gli Stati Uniti, sia Israele, sia l'Unione Europea tagliarono gli aiuti destinati alla popolazione palestinese nel tentativo di destabilizzare il governo di Hamas, nella speranza che il presidente Mahmoud Abbas, dopo qualche mese, potesse indire nuove elezioni e che la popolazione, stanca delle privazioni, si orientasse a votare un governo senza Hamas. Avvenne il blocco degli aiuti, il congelamento della consegna del denaro di dazi e tasse raccolti dagli israeliani per conto dell'autorità palestinese e l'impossibilità per i membri del governo palestinese uscito dalle elezioni di viaggiare al di fuori dei territori occupati. Se Hamas non è democratica, sembra che anche la controparte si impegni non poco a comportarsi in una maniera simile. E’ evidente che tutti abbiamo lo stesso punto di vista del signor Codello nei confronti della Carta fondamentale di Hamas, e allora che fare? Uccidere tutti gli aderenti di Hamas a uno a uno e chi li ha votati oppure iniziare un dialogo che porti a quello che avvenne nel caso di Arafat tanti anni fa, che giunse a riconoscere Israele? Infine un’ultima cosa. Così come non mi sognerei mai e poi mai di considerare nazisti gli Israeliani e i metodi allucinanti che usano quotidianamente con i loro “vicini” palestinesi, non considero nazista l’organizzazione di Al-Quaeda e trovo francamente disgustosa e ripugnante l’equiparazione Hitler – Hamas.