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Battaglia per un posto al sole

di Marco Cedolin - 16/03/2009


A New York è scoppiato ieri un gigantesco parapiglia all’interno della nutritissima folla che stava attendendo di partecipare ai provini del reality  "America's Next top Model", provocando l’immediata sospensione delle audizioni che stavano avvenendo all’interno di un famoso hotel di Manhattan. Secondo il resoconto delle autorità non è risultato chiaro cosa abbia contribuito a generare il caos fra le migliaia di aspiranti, gran parte delle quali erano rimaste in fila per tutta la notte al fine di garantirsi il diritto all’audizione. Stando ad alcune ricostruzioni il fumo proveniente da un veicolo in sosta con il motore acceso potrebbe avere creato la psicosi del pericolo di un incendio innescando i disordini, o più semplicemente gli animi delle persone in coda in strada da moltissime ore si sarebbero surriscaldati fino al punto da dare il via ad una maxi rissa che gli agenti presenti hanno faticato non poco a contenere.
Quale che ne sia stata l’origine, e quali le responsabilità che sembrano pesare in larga parte sull’organizzazione delle selezioni, il bilancio definitivo degli scontri parla di 6 feriti trasportati in ambulanza all’ospedale, 3 persone arrestate e la strada antistante l’albergo ridotta ad un campo di battaglia, dove sono rimasti abbandonati dalle persone in preda al panico decine di sacchi a pelo che erano serviti alle aspiranti concorrenti per passare la notte, insieme a sedie, scarpe e vestiti. Il network Cw, deputato a mandare in onda la tredicesima edizione del reality, ha fatto sapere che le audizioni, finalizzate a scegliere fra migliaia di contendenti la decina di ragazze che alla fine parteciperanno al programma, sono state definitivamente cancellate per quanto riguarda New York, ma continueranno a Chicago, Dallas e Los Angeles. Si spera all’interno di scenari molto meno movimentati rispetto a quello della grande mela.

La vicenda, ben poco edificante, offre lo spunto per volgere uno sguardo disincantato fra le pieghe di una società che ormai incapace di offrire alle nuove generazioni concrete prospettive di futuro, preferisce dispensare illusioni, attraverso le quali incanalare le ambizioni dei giovani verso sogni di successo televisivo tanto improbabili quanto carichi di effimero appeal.
Il tronista, la velina, l’allievo di “amici”, il partecipante al grande fratello, a x factor o alla fattoria, sono diventati i nuovi punti di riferimento per intere generazioni di ragazzi costretti a muoversi su un piano inclinato destinato a traghettarli dalla scuola all’università ad un lavoro precario che molto spesso non avrà alcuna attinenza con l’oggetto degli studi fatti. Ragazzi figli di una realtà che cammina come un gambero, deprivandoli della possibilità di “costruirsi un futuro” assimilabile a quello delle generazioni che li hanno preceduti. Tutti in fila a migliaia per un posto in TV, a sgomitare per un metro quadro del regno dell’effimero, dove la crisi non esiste, i soldi sono facili e si conquista l’ammirazione di tutti coloro che diventeranno adulti inseguendo un “posto al sole” che non arriverà mai, condannati a vivere nella realtà, fatta di lavoro precario e giocate “sfortunate” al superenalotto.