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Italya: dalla “resistenza sui monti” alla “resistenza nelle banche”

di Antonino Amato - 17/03/2009

Fonte: Antonino Amato


Emma Marcegaglia, presidente della Confindustria, dice perentoria al Governo: “Servono soldi veri” (1). A quanto dicono i giornali, nel consenso generale. Richiesta più che giusta: pare che le imprese, specialmente le piccole imprese, facciano fatica ad accedere al credito.

Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, accetta l’aiuto dello Stato (i “Tremonti bond”) ma…. Ma sviluppa tutta una filippica contro quei politici che vorrebbero mettere sotto accusa le banche e il loro operato (2). In particolare accusa il governo di proporre “misure demagogiche e senza sostanza, come l’idea di far controllare ai prefetti l’erogazione del credito alle imprese” (2).

E non si capisce se “fa demagogia” il Governo che vorrebbe demandare “ai prefetti il controllo dell’erogazione del credito dalle banche alle imprese”; se fa demagogia la Marcegaglia che si lagna del fatto che “le piccole imprese non riescono ad accedere al credito” oppure fa demagogia Passera che accetta gli “aiuti di stato alle banche” ma protesta per “il controllo che il Governo vorrebbe imporre alle banche coi prefetti”.

Apporta un qualche chiarimento Antonio Di Pietro che dichiara: “Meglio i prefetti che la Banca d’Italia a controllare questo sistema creditizio” (3). E chiarisce che “la Banca d’Italia, avendo come soci proprio le singole banche che dovrebbe controllare, non può fare in modo indipendente il proprio lavoro” (3). E si torna al problema del “SIGNORAGGIO”, malaffare tutto italiano che ha messo le azioni della Banca d’Italia in mano a dei privati.

Chi, avendo le idee confuse, si adopera per confonderle anche agli Italiani è Eugenio Scalfari (4). Il nostro c’informa che “converrà fare il punto su alcune perduranti stranezze della situazione italiana” (4).

E non si avvede (o si avvede e lo nasconde) che la stranezza della situazione italiana è Eugenio Scalfari e il suo ambiente di riferimento. Scalfari, difatti, da decenni ci asfissia con la sua saccente spocchia di “British gentleman” sulle “virtù” inglesi e sulle “pochezze” italiane. Oggi, invece, si scorda che la Banca d’Inghilterra è di proprietà del Tesoro; è indipendente e sovrana e che, nel contesto di questa crisi, sta inondando l’Inghilterra di “sterline stampate in tipografia” a cui lo Stato inglese riconosce valere legale. Così come si scorda che il Governo inglese sta nazionalizzando le banche. Solo che…..

Solo che, dopo averci additato fino alla noia le “virtù inglesi”, il nostro se ne esce: “La più rilevante è il contrasto che oppone il ministro del Tesoro al governatore della Banca d’Italia” (4). Contrasto che, dice Scalfari, allarma gli ambienti politici ed economici. Non volendo dire: i banchieri e i politici loro camerieri. E sapete perché? Perché il Governò, avendo stanziato dei soldi a sostegno delle banche (i Tremonti bond) perché sostengano le piccole imprese e i privati, vorrebbe affidare alle prefetture il “monitoraggio” del credito. E il nostro pontifica: “Il primato della politica è l’ideologia, lo smantellamento delle istituzioni di garanzia è l’obiettivo” (4). Si scorda, però, di chiarire che la Banca d’Italia è un istituto di garanzia sui generis perché è proprietà di privati. Grazie ai suoi amici politici di riferimento. Meno male che “resistono nei modi più acconci a ciascuno di loro il presidente della Repubblica, il presidente della Camera, alcune banche ed alcune imprese” (4).

Io ignoro se tutti costoro “resistono” oppure “galleggiano”. So che le “leggi bancarie” avevano superato la tempesta della “guerra perduta” e del “cambio di regime”. Ci volevano taluni “commessi delle banche”, travestiti da politici, per distruggere il sistema bancario italiano. E Scalfari, dopo averci predicato per decenni le “virtù inglesi”, vorrebbe assegnarci il ruolo di “baluba con la sveglia al collo”: “popolo sovrano” a parole, “schiavo delle banche” nella realtà.

E richiamandosi alla “resistenza”. Che, scesa dai monti, si è annidata nelle banche. E adesso chi va a spiegarlo ai vecchietti che hanno fatto la resistenza? Chi va a dirlo ai vecchi comunisti? Mi sa tanto che Scalfari e i suoi compari stiano ballando sull’abisso.

Io, per me, ribadisco la vecchia consegna: “Italia, Repubblica, Socializzazione”.