Sindaci biscazzieri
di Vittorio Feltri - 20/03/2009
La parola - derivati - è orrenda; suscita in chi la legge l`idea sia sinonimo di scarti o qualcosa del genere. In effetti, quando si parla di derivati finanziari non ci si riferisce a rifiuti da evitare, visto che hanno intossicato mezzo mondo. E invece sono stati adottati in quantità da banche responsabili di averli poi venduti a clienti più o meno ignari della loro tossicità. Risultato: siccome è vero solo nelle canzonette che «dal letame nascono i fior», sono nati un sacco di guai con i quali siamo alle prese, non solo in Italia. Fin qui nulla di nuovo, diranno gli esperti. Ma c`è un particolare ancora parzialmente inedito su cui vale la pena soffermarsi. La Corte dei conti (magistratura addetta al controllo delle spese d`ogni amministrazione pubblica) ha accertato che numerosi enti hanno allegramente investito montagne di soldi nel descritto tipo di speculazioni finanziarie, rivelatesi trappole mortali, anziché tenerle depositate e pronte per usi istituzionali. Sicché adesso i loro debiti sono più che raddoppiati: 55,3 miliardi, 31,8 dei quali conseguenza dell`azzardo derivati. In queste cifre c`è lo scandalo. I Comuni, le Province, le Regioni piangono da tempo perché sono in bolletta al punto da chiedere (e ottenere) dal governo di poter agire in deroga ai cosiddetti patti di stabilità. In altri termini, di spendere quattrini che non si dovevano nemmeno sfiorare con un dito. Dati i tempi, la cosa non è riprovevole. Viceversa indigna che una schiera di uomini politici addetti a 737 enti (dai bilanci traballanti) si siano dati licenza di avventurarsi in giochi finanziari, rischiosi per definizione, utilizzando non il proprio denaro ma quello di Regioni, Province eccetera, ciò è inaccettabile. Qualcuno li giustifica dicendo: in buona fede hanno comprato prodotti finanziari balordi nella speranza di lucrare non per sé, bensì di arricchire le casse pubbliche. Peggio ancora. Certe manovre finanziarie - ne hanno consapevolezza anche i bambini - sono equiparabili alla roulette: si tentano solo pagando di tasca, non attingendo al patrimonio dei cittadini che hanno eletto degli amministratori e non dei giocatori spericolati. Se un politico frequenta il casinò e ci smena del suo, niente da obiettare. Ma se si siede al tavolo verde con fiches del Comune, è da ricoverare in un reparto di psichiatria o in carcere. Guarda un po`, quei matti non vorrei dire cretini - che hanno sperperato miliardi nostri trastullandosi col Monopoli sono a piede libero; a nessuno viene in mente di chiamarli a rapporto e di metterli davanti alle loro responsabilità. Naturale. Lorsignori sono considerati intoccabili per diritto divino. Libero è di diversa opinione e fa quello che ci si attende da un giornale. Qui a fianco i lettori troveranno articoli d`approfondimento della questione, nomi e cognomi di coloro i quali ci hanno resi ancor più poveri. Il desiderio sarebbe quello di distribuire qualche ceffone; ma è appunto un pio desiderio destinato a rimanere tale.